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Lettera agli Ebrei 6

6
Grave ammonimento a chi abbandona la verità che ha conosciuta
(Ef 4:13-15; Fl 3:12-14) (Eb 10:26-31; 12:15-17, 25)
1Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, 2della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno. 3Questo faremo se Dio lo permette.
4Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 5e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, 6e poi sono caduti#Altri traducono: se cadono…, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il *Figlio di Dio e lo espongono a infamia. 7Quando una terra, imbevuta della pioggia che vi cade frequentemente, produce erbe utili a quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio; 8ma se produce spine e rovi, è riprovata e prossima a essere maledetta; e la sua fine sarà di essere bruciata.
Promessa e speranza
Eb 10:23, 24, 32-39
9Tuttavia, carissimi, benché parliamo cosí, siamo persuasi riguardo a voi di cose migliori e attinenti alla salvezza; 10Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore che avete dimostrato per il suo nome con i servizi che avete resi e che rendete tuttora ai santi. 11Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri sino alla fine il medesimo zelo per rendere certa la pienezza della speranza, 12affinché non diventiate indolenti ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza ereditano le promesse.
13 Infatti, quando Dio fece la promessa ad *Abraamo, siccome non poteva giurare per qualcuno maggiore di lui, giurò per sé stesso, 14dicendo: «Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente»#+Ge 22:17.. 15Cosí, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa. 16Infatti gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione. 17Cosí Dio, volendo mostrare con maggiore evidenza agli eredi della promessa l'immutabilità del suo proposito, intervenne con un giuramento; 18affinché mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti. 19Questa speranza la teniamo come un'àncora dell'anima, sicura e ferma, che penetra oltre la *cortina#Cortina: allusione alla tenda che, nel santuario, separava il luogo santo dal luogo santissimo, dove solo il sommo sacerdote poteva entrare una volta all'anno (Es 26:31-33; Eb 9:3, 7; cfr. Le 16:15)., 20dove Gesú è entrato per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di *Melchisedec#+Sl 110:4..

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Lettera agli Ebrei 6: NR94

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