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Apocalisse INTRODUZIONE ALL’APOCALISSE

INTRODUZIONE ALL’APOCALISSE
Caratteristiche principali
L’ultimo scritto del Nuovo Testamento non ha paralleli evidenti nella raccolta cristiana: il suo stile, la sua prospettiva, il suo genere letterario sono molto diversi da quelli dei vangeli e delle lettere. Si deve tuttavia ricordare che al tempo di Gesù esiste una letteratura religiosa giudaica di tipo «apocalittico» come si può vedere nei libri dei profeti (Isaia 24–27 e soprattutto Daniele 7–12). Accenni «apocalittici» si rintracciano anche nei vangeli (Marco 13; Matteo 24–25; Luca 21) e nelle lettere (1 Tessalonicesi 4,13–5,11; 1 Corinzi 15,51-58).
L’Apocalisse riflette un’atmosfera di persecuzione e di pericolo. Avvenimenti e personaggi sono visti e descritti come rappresentanti di potenze vaste quanto il mondo, impegnate nella salvezza o nella distruzione di tutto e di tutti. Di conseguenza, fatti limitati sono configurati come grandi, universali, cosmici, perché questo è il loro significato profondo: fatti passati, presenti e futuri si mescolano in un quadro unico, dove le distinzioni di tempo hanno scarsa importanza perché tutto è strettamente connesso. Il senso nascosto, ma reale, di cose e di avvenimenti è indicato in maniera drammatica e simbolica mediante l’uso frequente di numeri, colori e bestie. L’Apocalisse interpreta il passato e dichiara la vera identità delle forze che si scontrano nel presente; soprattutto, essa esorta alla fiducia nel futuro, perché a conclusione di molte difficoltà e lotte, si manifesterà il trionfo di Cristo e dei credenti.
Primi lettori
Nei capitoli 2 e 3 sette lettere vengono rivolte a comunità cristiane dell'Asia Minore: sono pagine molto importanti, perché ci forniscono preziose informazioni sui destinatari di questo scritto. I cristiani di quella regione sperimentano una pesante oppressione politica e religiosa da parte del potere romano invasore, la «bestia» che viene dal mare. Non pochi di quei credenti portano le conseguenze di una situazione pericolosa e logorante, per cui la loro fede a volte è divenuta tiepida (2,4; 3,1.15…), nelle comunità si sviluppano varie eresie (2,6.15.24…) e si diffonde in certi casi un illusorio orgoglio spirituale (3,17).
Autore
Egli si presenta come «Giovanni» (1,1.2.4). Secondo antiche tradizioni, è lo stesso autore del quarto vangelo, l’apostolo di Gesù. Un effettivo legame con l’apostolo e con l’ambiente in cui è sorto quel vangelo sembra innegabile. Tuttavia, per vari motivi letterari e storici, è difficile essere più precisi. Ad esempio, questo autore non afferma mai di essere uno degli apostoli, non dice mai di aver conosciuto direttamente Gesù… Di conseguenza, anche la data rimane un po’ incerta; d'altra parte, le varie somiglianze con il quarto vangelo e le lettere, il chiaro accenno a certe persecuzioni e le testimonianze antiche richiamano la fine del primo secolo d.C.
Schema
Ci sono molti modi diversi, legittimi e buoni, di mettere in evidenza l’organizzazione del materiale di questo scritto. Qui usiamo uno schema semplice, utile a distinguere almeno le grandi linee.
— Introduzione: autore, saluti, visione 1,1-20
— Lettere alle sette chiese 2,1–3,22
— In cielo: Dio, il libro, l’Agnello 4,1–5,14
— In terra: disastri, scontri, giudizio 6,1–16,21
— I sette sigilli 6,1–8,1
— Le sette trombe 8,2–11,19
— Il drago e l’Agnello 12,1–14,20
— Le sette coppe 15,1–16,21
— La caduta di Babilonia-Roma 17,1–19,10
— La vittoria finale di Cristo 19,11–20,15
— Nuovi cieli, nuova terra, nuova Gerusalemme 21,1–22,5
— Conclusione: questo libro 22,6-21
APOCALISSE

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