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Primo libro dei Re 2:22-46

Primo libro dei Re 2:22-46 NR06

Il re Salomone, rispondendo a sua madre, disse: «E perché chiedi Abisag la Sunamita per Adonia? Chiedi piuttosto il regno per lui, poiché egli è mio fratello maggiore; chiedilo per lui, per il sacerdote Abiatar e per Ioab, figlio di Seruia!» Allora il re Salomone giurò per il SIGNORE, dicendo: «Dio mi tratti con tutto il suo rigore, se Adonia non ha pronunciato questa parola a costo della sua vita! E ora, com’è vero che vive il SIGNORE, il quale mi ha stabilito, mi ha concesso il trono di Davide mio padre, e mi ha fondato una casa come aveva promesso, oggi Adonia sarà messo a morte!» Il re Salomone mandò Benaia, figlio di Ieoiada, il quale colpì Adonia e quello morì. Poi il re disse al sacerdote Abiatar: «Vattene ad Anatot, nelle tue terre, perché tu meriti la morte; ma io non ti farò morire oggi, perché portasti davanti a Davide mio padre l’arca del Signore DIO e partecipasti a tutte le sofferenze di mio padre». Così Salomone destituì Abiatar dalle funzioni di sacerdote del SIGNORE, adempiendo in tal modo la parola che il SIGNORE aveva pronunciata contro la casa di Eli a Silo. Questa notizia giunse a Ioab, il quale aveva seguito il partito di Adonia, benché non avesse seguito quello di Absalom. Egli si rifugiò nel tabernacolo del SIGNORE e si aggrappò ai corni dell’altare. Fu riferito al re Salomone: «Ioab si è rifugiato nel tabernacolo del SIGNORE e sta accanto all’altare». Allora Salomone mandò Benaia, figlio di Ieoiada, dicendogli: «Va’, colpiscilo!» Benaia entrò nel tabernacolo del SIGNORE e disse a Ioab: «Così dice il re: “Vieni fuori!”» Quegli rispose: «No! voglio morire qui!» E Benaia riferì la cosa al re, dicendo: «Così ha parlato Ioab e così mi ha risposto». Il re gli disse: «Fa’ com’egli ha detto, colpiscilo e seppelliscilo; così toglierai da me e dalla casa di mio padre il sangue che Ioab sparse senza motivo. Il SIGNORE farà ricadere sul suo capo il suo sangue, perché colpì due uomini più giusti e migliori di lui, e li uccise con la spada, senza che Davide mio padre ne sapesse nulla: Abner, figlio di Ner, capitano dell’esercito d’Israele, e Amasa, figlio di Ieter, capitano dell’esercito di Giuda. Il loro sangue ricadrà sul capo di Ioab e sul capo della sua discendenza per sempre, ma vi sarà pace per sempre da parte del SIGNORE per Davide, per la sua discendenza, per la sua casa e per il suo trono». Allora Benaia, figlio di Ieoiada, salì, lo colpì e lo uccise; e Ioab fu sepolto in casa sua nel deserto. Al suo posto il re fece capo dell’esercito Benaia, figlio di Ieoiada, e mise il sacerdote Sadoc al posto di Abiatar. Poi il re mandò a chiamare Simei e gli disse: «Costruisciti una casa in Gerusalemme per abitarvi e non ne uscire per andare qua o là, perché il giorno che ne uscirai e oltrepasserai il torrente Chidron, sappi per certo che morirai; il tuo sangue ricadrà sul tuo capo». Simei rispose al re: «Sta bene; il tuo servo farà come il re mio signore ha detto». E Simei abitò a Gerusalemme per molto tempo. Tre anni dopo, due servi di Simei fuggirono presso Achis, figlio di Maaca, re di Gat. La cosa fu riferita a Simei e gli fu detto: «Ecco, i tuoi servi sono a Gat». Simei si alzò, sellò il suo asino e andò a Gat, da Achis, in cerca dei suoi servi; andò e condusse via da Gat i suoi servi. Fu riferito a Salomone che Simei era andato da Gerusalemme a Gat, ed era tornato. Il re mandò a chiamare Simei e gli disse: «Non ti avevo fatto giurare per il SIGNORE, e non ti avevo solennemente avvertito, dicendoti: “Sappi per certo che il giorno che uscirai per andare qua o là morirai”? E tu non mi rispondesti: “Ho udito la tua parola: sta bene”? Perché dunque non hai mantenuto il giuramento fatto al SIGNORE e non hai osservato l’ordine che ti avevo dato?» Il re disse inoltre a Simei: «Tu sai tutto il male che facesti a Davide mio padre; il tuo cuore ne è consapevole; ora il SIGNORE fa ricadere sul tuo capo la tua malvagità; ma il re Salomone sarà benedetto e il trono di Davide sarà reso stabile per sempre davanti al SIGNORE». E il re ordinò a Benaia, figlio di Ieoiada, di andare a ucciderlo. E quello morì. Così il regno rimase saldo nelle mani di Salomone.

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