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Lamentazioni 3:1-54

Lamentazioni 3:1-54 NR06

Io sono l’uomo che ha visto l’afflizione sotto la verga del suo furore. Egli mi ha condotto, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Sì, contro di me di nuovo volge la sua mano tutto il giorno. Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha spezzato le mie ossa. Ha costruito contro di me e mi ha circondato di veleno e di affanno. Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi, come quelli che sono morti da lungo tempo. Mi ha circondato di un muro, perché non esca; mi ha caricato di pesanti catene. Anche quando grido e chiamo aiuto, egli chiude l’accesso alla mia preghiera. Egli mi ha sbarrato la via con blocchi di pietra, ha sconvolto i miei sentieri. È stato per me come un orso in agguato, come un leone in luoghi nascosti. Mi ha sviato dal mio cammino e mi ha squarciato, mi ha reso desolato. Ha teso il suo arco, mi ha posto come bersaglio delle sue frecce. Mi ha fatto penetrare nelle reni le frecce della sua faretra. Io sono diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno. Egli mi ha saziato di amarezza, mi ha abbeverato di assenzio. Mi ha spezzato i denti con la ghiaia, mi ha affondato nella cenere. Tu mi hai allontanato dalla pace, io ho dimenticato il benessere. Io ho detto: «È sparita la mia fiducia, non ho più speranza nel SIGNORE!» Ricòrdati della mia afflizione, della mia vita raminga, dell’assenzio e del veleno! Io me ne ricordo sempre, e ne sono intimamente prostrato. Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite, si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! «Il SIGNORE è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui». Il SIGNORE è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE. È bene per l’uomo portare il giogo della sua giovinezza. Si sieda solitario e stia in silenzio quando il SIGNORE glielo impone! Metta la sua bocca nella polvere! Forse c’è ancora speranza. Porga la guancia a chi lo percuote, si sazi pure di offese! Il Signore infatti non respinge per sempre, ma se affligge, ha pure compassione, secondo la sua immensa bontà; poiché non è volentieri che egli umilia e affligge i figli dell’uomo. Quando uno schiaccia sotto i piedi tutti i prigionieri della terra, quando uno vìola i diritti di un uomo in presenza dell’Altissimo, quando si fa torto a qualcuno nella sua causa, il Signore non lo vede forse? Chi mai dice una cosa che si avveri, se il Signore non l’ha comandato? Il male e il bene non procedono forse dalla bocca dell’Altissimo? Perché si rammarica la creatura vivente? L’uomo vive malgrado i suoi peccati! Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al SIGNORE! Eleviamo le mani e i nostri cuori a Dio nei cieli! «Noi abbiamo peccato, siamo stati ribelli, e tu non hai perdonato. Ti sei avvolto nella tua ira e ci hai inseguiti; tu hai ucciso senza pietà. Ti sei avvolto in una nuvola, perché la preghiera non potesse raggiungerti; tu hai fatto di noi delle spazzature, dei rifiuti, in mezzo ai popoli. Tutti i nostri nemici aprono larga la bocca contro di noi. Ci sono toccati il terrore, la fossa, la desolazione e la rovina». I miei occhi si sciolgono in fiumi di lacrime per la rovina della figlia del mio popolo. L’occhio mio piange senza posa, senza alcun riposo, finché dal cielo il SIGNORE non guardi e non veda il nostro stato. L’occhio mio mi tormenta per tutte le figlie della mia città. Quelli che mi sono nemici senza motivo mi hanno dato la caccia come a un uccello. Hanno voluto annientare la mia vita nella fossa, mi hanno gettato pietre addosso. Le acque salivano fin sopra il mio capo; io dicevo: «È finita per me!»