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ECCLESIASTE 4:1-16

ECCLESIASTE 4:1-16 DB1885

MA di nuovo io ho vedute tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole; ed ecco, le lagrime degli oppressati i quali non hanno alcun consolatore, nè forza da potere scampar dalle mani de' loro oppressatori; non hanno, dico, alcun consolatore. Onde io pregio i morti, che già son morti, più che i viventi, che sono in vita fino ad ora. Anzi più felice che gli uni, e che gli altri, giudico colui che fino ad ora non è stato; il qual non ha vedute le opere malvage che si fanno sotto il sole. Oltre a ciò, ho veduto che in ogni fatica, ed in ogni opera ben fatta, l'uomo è invidiato dal suo prossimo. Ciò ancora è vanità, e tormento di spirito. Lo stolto piega le mani, e mangia la sua carne, dicendo: Meglio è una menata con riposo, che amendue i pugni pieni con travaglio, e con tormento di spirito. Ma di nuovo ho veduta un'altra vanità sotto il sole. Vi è tale, che è solo, e non ha alcun secondo; ed anche non ha figliuoli, nè fratello, e pure egli si affatica senza fine, ed anche l'occhio suo non è giammai sazio di ricchezze; e non pensa: Per chi mi affatico, e privo la mia persona di bene? Questo ancora è vanità, ed un mal affare. Due valgono meglio che un solo; conciossiachè essi abbiano un buon premio della lor fatica. Perciocchè, se l'uno cade, l'altro rileva il suo compagno; ma guai a chi è solo! perciocchè se cade, non vi è alcun secondo per rilevarlo. Oltre a ciò, se due dormono insieme, si riscalderanno; ma un solo come potrà egli riscaldarsi? E se alcuno fa forza all'uno, i due gli resisteranno; anche il cordone a tre fili non si rompe prestamente. Meglio vale il fanciullo povero e savio, che il re vecchio e stolto, il qual non sa più essere ammonito. Perciocchè tale esce di carcere, per regnare; tale altresì, che è nato nel suo reame, diventa povero. Io ho veduto che tutti i viventi sotto il sole vanno col fanciullo, che è la seconda persona, che ha da succedere al re. Tutto il popolo senza fine va con lui, come aveano fatto tutti coloro che erano stati davanti a loro; quelli eziandio che verranno appresso, non si rallegreranno di lui. Certo, questo ancora è vanità, e tormento di spirito.