Primo libro dei Re 19:3-4
Primo libro dei Re 19:3-4 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Elia, vedendo questo, si alzò e se ne andò per salvarsi la vita; giunse a Beer-Sceba, che appartiene a Giuda, e vi lasciò il suo servo; ma egli s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra ed espresse il desiderio di morire, dicendo: «Basta! Prendi la mia anima, o SIGNORE, poiché io non valgo più dei miei padri!»
Primo libro dei Re 19:3-4 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Elia, vedendo questo, si alzò, e se ne andò per salvarsi la vita; giunse a Beer-Sceba, che appartiene a *Giuda, e vi lasciò il suo servo; ma egli s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo: «Basta! Prendi la mia anima, o Signore, poiché io non valgo piú dei miei padri!»
Primo libro dei Re 19:3-4 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Elia ebbe paura e fuggì per salvarsi la vita. Arrivato a Bersabea, nel territorio di Giuda, lasciò il suo servitore e proseguì nel deserto un’altra giornata di cammino. Alla fine si mise sotto una ginestra. Si augurò di morire: «Signore, — disse, — non ne posso più! Toglimi la vita, perché non valgo più dei miei padri».
Primo libro dei Re 19:3-4 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Ed Elia, veggendo questo, si levò, e se ne andò per iscampar la vita sua; e venne in Beerseba, città di Giuda, e lasciò quivi il suo servitore. Ma egli camminò dentro al deserto una giornata di cammino; e venuto ad un ginepro, vi si posò sotto, e chiedeva fra sè stesso di morire, e disse: Basta, Signore, prendi pur ora l'anima mia; perciocchè io non valgo meglio che i miei padri.