Atti degli Apostoli 5:17-42
Atti degli Apostoli 5:17-42 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè la setta dei sadducei, si alzarono, pieni di invidia, e misero le mani sopra gli apostoli e li gettarono nella prigione pubblica. Ma un angelo del Signore, nella notte, aprì le porte della prigione e, condottili fuori, disse: «Andate, presentatevi nel tempio e annunciate al popolo tutte le parole di questa vita». Essi, udito ciò, entrarono sul far del giorno nel tempio, e insegnavano. Ora il sommo sacerdote e quelli che erano con lui vennero, convocarono il sinedrio e tutti gli anziani dei figli d’Israele e mandarono alla prigione per far condurre davanti a loro gli apostoli. Ma le guardie che vi andarono non li trovarono nella prigione; e, tornate, fecero il loro rapporto, dicendo: «La prigione l’abbiamo trovata chiusa con ogni diligenza, e le guardie in piedi davanti alle porte; abbiamo aperto, ma non abbiamo trovato nessuno dentro». Quando il capitano del tempio e i capi dei sacerdoti udirono queste cose, rimasero perplessi sul conto loro, non sapendo cosa ciò potesse significare. Ma sopraggiunse uno che disse loro: «Ecco, gli uomini che voi metteste in prigione sono nel tempio e stanno insegnando al popolo». Allora il capitano, con le guardie, andò e li condusse via, senza far loro violenza, perché temevano di essere lapidati dal popolo. Dopo averli portati via, li presentarono al sinedrio; e il sommo sacerdote li interrogò, dicendo: «Non vi abbiamo forse espressamente ordinato di non insegnare nel nome di costui? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo». Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno, e lo ha innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele e perdono dei peccati. Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono». Ma essi, udendo queste cose, fremevano d’ira e si proponevano di ucciderli. Ma un fariseo di nome Gamaliele, dottore della legge, onorato da tutto il popolo, alzatosi in piedi nel sinedrio comandò che gli apostoli venissero un momento allontanati. Poi disse loro: «Uomini d’Israele, badate bene a quello che state per fare circa questi uomini. Poiché, prima d’ora, sorse Teuda, dicendo di essere qualcuno; presso di lui si raccolsero circa quattrocento uomini; egli fu ucciso, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi e ridotti a nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, ai giorni del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch’egli perì, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi. E ora vi dico: tenetevi lontani questi uomini e lasciateli stare; perché, se questo disegno o quest’opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non potrete distruggerli, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio». Essi furono da lui convinti; e chiamati gli apostoli, li batterono, ingiunsero loro di non parlare nel nome di Gesù e li lasciarono andare. Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo.
Atti degli Apostoli 5:17-42 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè la setta dei *sadducei, si alzarono, pieni di invidia, e misero le mani sopra gli apostoli e li gettarono nella prigione pubblica. Ma un angelo del Signore, nella notte, aprí le porte della prigione e, condottili fuori, disse: «Andate, presentatevi nel *tempio e annunziate al popolo tutte le parole di questa vita». Essi, udito ciò, entrarono sul far del giorno nel tempio, e insegnavano. Ora il sommo sacerdote e quelli che erano con lui vennero, convocarono il *sinedrio e tutti gli *anziani del popolo d'*Israele, e mandarono alla prigione per far condurre davanti a loro gli apostoli. Ma le guardie che vi andarono non li trovarono nella prigione; e, tornate, fecero il loro rapporto, dicendo: «La prigione l'abbiamo trovata chiusa con ogni diligenza, e le guardie in piedi davanti alle porte; abbiamo aperto, ma non abbiamo trovato nessuno dentro». Quando il capitano del tempio e i capi dei *sacerdoti udirono queste cose, rimasero perplessi sul conto loro, non sapendo cosa ciò potesse significare. Ma sopraggiunse uno che disse loro: «Ecco, gli uomini che voi metteste in prigione, sono nel tempio, e stanno insegnando al popolo». Allora il capitano, con le guardie, andò e li condusse via, senza far loro violenza, perché temevano di essere lapidati dal popolo. Dopo averli portati via, li presentarono al sinedrio; e il sommo sacerdote li interrogò, dicendo: «Non vi abbiamo forse espressamente vietato di insegnare nel nome di costui? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina, e volete far ricadere su di noi il sangue di quell'uomo». Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesú che voi uccideste appendendolo al legno e lo ha innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele, e perdono dei peccati. Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono». Ma essi, udendo queste cose fremevano d'ira, e si proponevano di ucciderli. Ma un *fariseo, di nome Gamaliele, *dottore della legge, onorato da tutto il popolo, alzatosi in piedi nel sinedrio, comandò che gli apostoli venissero un momento allontanati. Poi disse loro: «Uomini d'Israele, badate bene a quello che state per fare circa questi uomini. Poiché, prima d'ora, sorse Teuda, dicendo di essere qualcuno; presso di lui si raccolsero circa quattrocento uomini; egli fu ucciso, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi e ridotti a nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, ai giorni del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch'egli perí, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi. E ora vi dico: tenetevi lontani da loro, e ritiratevi da questi uomini; perché, se questo disegno o quest'opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non potrete distruggerli, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio». Essi furono da lui convinti; e chiamati gli apostoli, li batterono, ingiunsero loro di non parlare nel nome di Gesú e li lasciarono andare. Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesú. E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesú è il Cristo.
Atti degli Apostoli 5:17-42 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Allora il *sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè quelli del partito dei *sadducei, pieni di gelosia, fecero arrestare gli *apostoli e li gettarono in prigione. Ma durante la notte un *angelo del Signore aprì le porte della prigione, li fece uscire e disse loro: «Andate nel *Tempio e predicate al popolo tutto quello che riguarda la nuova vita». Gli apostoli ubbidirono: di buon mattino andarono nel Tempio e si misero a insegnare. Nel frattempo, il sommo sacerdote e quelli che erano con lui convocarono i capi del popolo ebraico per una seduta di tutto il loro tribunale. Intanto diedero ordine che gli apostoli fossero portati fuori del carcere dinanzi a loro. Ma quando le guardie arrivarono nella prigione non li trovarono. Allora tornarono subito indietro e riferirono: «La prigione noi l’abbiamo trovata ben chiusa e le guardie stavano al loro posto davanti alle porte. Ma quando abbiamo aperto le porte, dentro non c’era nessuno». Nel sentire queste cose il comandante delle guardie del Tempio e i capi dei sacerdoti non sapevano cosa pensare e si domandavano cosa poteva essere accaduto. Allora si presentò un uomo e disse: «Ascoltate: quegli uomini che voi avete messo in prigione, ora si trovano nel Tempio e stanno insegnando al popolo». Il comandante delle guardie partì subito con i suoi uomini per arrestare di nuovo gli apostoli, ma senza violenza, perché temevano di essere presi a sassate dalla gente. Li portarono via e li fecero comparire davanti al tribunale. Il sommo sacerdote cominciò ad accusarli: «Noi vi avevamo severamente proibito di insegnare nel nome di quell’uomo, e voi invece avete diffuso il vostro insegnamento per tutta Gerusalemme. Per di più, volete far cadere su di noi la responsabilità della sua morte». Ma Pietro e gli apostoli risposero: «Si deve ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini. Ora, il Dio dei nostri padri ha fatto risorgere Gesù, quello che voi avete fatto morire inchiodandolo a una croce. Dio lo ha innalzato accanto a sé, come nostro capo e Salvatore per offrire al popolo d'Israele l’occasione di cambiare vita e di ricevere il perdono dei peccati. «Noi siamo testimoni di questi fatti: noi e lo *Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono». I giudici del tribunale ebraico, sentendo queste cose, furibondi volevano eliminare gli apostoli. Ma tra di loro vi era un *fariseo, un certo Gamalièle: egli era un *maestro della Legge, molto stimato dal popolo. Si alzò in mezzo al tribunale e chiese che gli apostoli fossero condotti momentaneamente fuori della sala. Poi disse: «Voi, Israeliti, pensate bene a quello che avete intenzione di fare con questi uomini. Non molto tempo fa, ricordate, fece gran chiasso un certo Tèuda il quale diceva di essere un uomo importante, e aveva circa quattrocento seguaci. Ma poi egli fu ucciso e quelli che lo avevano seguito si dispersero fino a scomparire del tutto. Dopo di lui, all’epoca del censimento, si presentò un certo Giuda, oriundo della Galilea. Egli persuase un gran numero di persone a seguirlo, ma anche lui fu ucciso, e tutti quelli che lo avevano seguito si dispersero. Per quanto riguarda il caso di oggi, ecco quello che vi dico: non occupatevi più di questi uomini, lasciateli andare: perché se la loro pretesa e la loro attività sono cose solamente umane scompariranno da sé; se invece Dio è dalla loro parte, non sarete certamente voi a mandarli in rovina. Non correte il rischio di dovere combattere contro Dio». Quelli del tribunale ebraico seguirono il parere di Gamalièle. Fecero richiamare gli apostoli e li punirono facendoli frustare; poi comandarono loro di non parlare più nel nome di Gesù e finalmente li lasciarono liberi. Gli apostoli uscirono dal tribunale e se ne andarono contenti, perché avevano avuto l’onore di essere maltrattati a causa del nome di Gesù. Ogni giorno, nel Tempio o nelle case, continuavano a insegnare e ad annunziare che Gesù è il *Messia.
Atti degli Apostoli 5:17-42 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
OR il sommo sacerdote si levò, insieme con tutti coloro ch' erano con lui, ch'era la setta de' Sadducei, essendo ripieni d'invidia; e misero le mani sopra gli apostoli, e li posero nella prigion pubblica. Ma un angelo del Signore di notte aperse le porte della prigione; e, condottili fuori, disse loro: Andate, e presentatevi nel tempio, e ragionate al popolo tutte le parole di questa vita. Ed essi, avendo ciò udito, entrarono in su lo schiarir del dì nel tempio, ed insegnavano. Or il sommo sacerdote, e coloro che erano con lui, vennero e raunarono il concistoro, e tutti gli anziani de' figliuoli d'Israele, e mandarono nella prigione, per far menar davanti a loro gli apostoli. Ma i sergenti, giunti alla prigione, non ve li trovarono; laonde ritornarono, e fecero il lor rapporto, dicendo: Noi abbiam ben trovata la prigione serrata con ogni diligenza, e le guardie in piè avanti le porte; ma, avendole aperte, non vi abbiamo trovato alcuno dentro. Ora, come il sommo sacerdote, e il capo del tempio, e i principali sacerdoti ebbero udite queste cose, erano in dubbio di loro, che cosa ciò potesse essere. Ma un certo uomo sopraggiunse, il qual rapportò, e disse loro: Ecco, quegli uomini che voi metteste in prigione, son nel tempio, e stanno quivi, ammaestrando il popolo. Allora il capo del tempio, co' sergenti, andò là, e li menò, non però con violenza; perciocchè temevano il popolo, che non fossero lapidati. E, avendoli menati, li presentarono al concistoro; e il sommo sacerdote li domandò, dicendo: Non vi abbiam noi del tutto vietato d'insegnare in cotesto nome? e pure ecco, voi avete ripiena Gerusalemme della vostra dottrina, e volete trarci addosso il sangue di cotesto uomo. Ma Pietro, e gli altri apostoli, rispondendo, dissero: Conviene ubbidire anzi a Dio che agli uomini. L'Iddio de' padri nostri ha suscitato Gesù, il qual voi uccideste, avendolo appiccato al legno. Ma Iddio l'ha esaltato con la sua destra, e l'ha fatto Principe e Salvatore, per dar ravvedimento ad Israele, e remission de' peccati. E noi gli siam testimoni di queste cose che diciamo; ed anche lo Spirito Santo, il quale Iddio ha dato a coloro che gli ubbidiscono. Ma essi, avendo udite queste cose, scoppiavano d'ira, e consultavano d'ucciderli. Ma un certo Fariseo, chiamato per nome Gamaliele, dottor della legge, onorato presso tutto il popolo, levatosi in piè nel concistoro, comandò che gli apostoli fosser un poco messi fuori. Poi disse a que' del concistoro: Uomini Israeliti, prendete guardia intorno a questi uomini, che cosa voi farete. Perciocchè, avanti questo tempo sorse Teuda, dicendosi esser qualche gran cosa, presso al quale si accolsero intorno a quattrocento uomini; ed egli fu ucciso, e tutti coloro che gli aveano prestata fede furon dissipati, e ridotti a nulla. Dopo lui sorse Giuda il Galileo, a' dì della rassegna, il quale sviò dietro a sè molto popolo; ed egli ancora perì, e tutti coloro che gli aveano prestata fede furon dispersi. Ora dunque, io vi dico, non vi occupate più di questi uomini, e lasciateli; perciocchè, se questo consiglio, o quest'opera è dagli uomini, sarà dissipata; ma, se pure è da Dio, voi non la potete dissipare; e guardatevi che talora non siate ritrovati combattere eziandio con Dio. Ed essi gli acconsentirono. E, chiamati gli apostoli, li batterono, ed ingiunsero loro che non parlassero nel nome di Gesù; poi li lasciarono andare. Ed essi se ne andarono dalla presenza del concistoro, rallegrandosi d'essere stati reputati degni d'esser vituperati per lo nome di Gesù. Ed ogni giorno, nel tempio, e per le case, non restavano d'insegnare, e d'evangelizzar Gesù Cristo.