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Daniele 8:1-14

Daniele 8:1-14 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

«Nel terzo anno del regno del re Baldassar, io, Daniele, ebbi una visione dopo quella che avevo avuto prima. Quando ebbi la visione ero a Susa, la residenza reale che è nella provincia di Elam, ma nella visione mi trovavo presso il fiume Ulai. Alzai gli occhi, guardai, ed ecco in piedi davanti al fiume un montone che aveva due corna. Erano alte, ma un corno era più alto dell’altro; il più alto era cresciuto dopo. Vidi il montone che cozzava a occidente, a settentrione e a mezzogiorno. Nessun animale poteva resistergli e non c’era nessuno che potesse liberare dal suo potere; esso faceva quello che voleva e diventò grande. Mentre stavo considerando questo, ecco venire dall’occidente un capro, che percorreva tutta la terra senza toccare il suolo; questo capro aveva un grosso corno fra gli occhi. Il capro si avvicinò al montone dalle due corna, che avevo visto in piedi davanti al fiume, e gli si avventò addosso, con tutta la sua forza. Lo vidi avvicinarsi al montone, infierire contro di lui, colpirlo e spezzargli le due corna. Il montone non ebbe la forza di resistergli, e il capro lo gettò a terra e lo calpestò; non ci fu nessuno che potesse liberare il montone dal potere di quello. Il capro si irrobustì ma, quando fu al culmine della sua potenza, il suo gran corno si spezzò; al suo posto spuntarono quattro grandi corna verso i quattro venti del cielo. Da uno di essi uscì un piccolo corno, che si ingrandì enormemente in direzione del mezzogiorno, dell’oriente e del paese splendido. Crebbe fino a raggiungere l’esercito del cielo; fece cadere a terra una parte di quell’esercito e delle stelle, e le calpestò. Si innalzò fino al capo di quell’esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e sconvolse il luogo del suo santuario. Un esercito fu abbandonato, così pure il sacrificio quotidiano, a causa dell’iniquità, e la verità venne gettata a terra; ma esso prosperò nelle sue imprese. Poi udii un santo che parlava. E un altro santo chiese a quello che parlava: «Fino a quando durerà la visione del sacrificio quotidiano, dell’iniquità devastatrice, del luogo santo e dell’esercito abbandonati per essere calpestati?» Egli mi rispose: “Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato”.

Daniele 8:1-14 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Nel terzo anno del regno del re *Baldassar, io, *Daniele, ebbi una visione dopo quella che avevo avuto prima. Quando ebbi la visione ero a Susa, la residenza reale che è nella provincia di *Elam, ma nella visione mi trovavo presso il fiume Ulai. Alzai gli occhi, guardai, ed ecco in piedi davanti al fiume, un montone che aveva due corna; erano alte, ma un corno era piú alto dell'altro; il piú alto era cresciuto dopo. Vidi il montone che cozzava a occidente, a settentrione e a mezzogiorno. Nessun animale poteva resistergli e non c'era nessuno che potesse liberare dal suo potere; esso faceva quello che voleva e diventò grande. Mentre stavo considerando questo, ecco venire dall'occidente un capro, che percorreva tutta la terra senza toccare il suolo; questo capro aveva un grosso corno fra gli occhi. Il capro si avvicinò al montone dalle due corna, che avevo visto in piedi davanti al fiume, e gli si avventò addosso, con tutta la sua forza. Lo vidi avvicinarsi al montone, infierire contro di lui, colpirlo e spezzargli le due corna; il montone non ebbe la forza di resistergli e il capro lo gettò a terra e lo calpestò; non ci fu nessuno che potesse liberare il montone dal potere di quello. Il capro si irrobustí ma, quando fu al culmine della sua potenza, il suo gran corno si spezzò; al suo posto spuntarono quattro grandi corna verso i quattro venti del cielo. Da uno di essi uscí un piccolo corno, che si ingrandí enormemente in direzione del mezzogiorno, dell'oriente e del paese splendido. Crebbe fino a raggiungere l'esercito del cielo; fece cadere a terra una parte di quell'esercito e delle stelle, e le calpestò. Si innalzò fino al capo di quell'esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e sconvolse il luogo del suo *santuario. Un esercito fu abbandonato, cosí pure il sacrificio quotidiano, a causa dell'*iniquità; la verità venne gettata a terra; ma esso prosperò nelle sue imprese. Poi udii un santo che parlava. E un altro santo chiese a quello che parlava: «Fino a quando durerà la visione del sacrificio quotidiano, dell'iniquità devastatrice, del luogo santo e dell'esercito abbandonati per essere calpestati?» Egli mi rispose: «Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato».

Daniele 8:1-14 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

«Il terzo anno del regno di Baldassàr, io, Daniele, ebbi un’altra visione, dopo quella già avuta prima. Ecco quel che vidi: Mi trovavo a Susa, città fortificata nella provincia di Elam, sulle rive del canale Ulài. Mentre guardavo, vidi un montone in piedi di fronte al canale. Aveva due grandi corna: però, quello spuntato dopo, era più grande del primo. Vidi che il montone dava cornate verso occidente, settentrione e mezzogiorno. Nessun’altra bestia gli poteva resistere, nessuno poteva liberare chi era in suo potere. Faceva quel che gli pareva e la sua potenza aumentava sempre più. «Mentre riflettevo su quello che avevo visto, ecco arrivare dall’occidente un capro; percorreva tutta la terra senza toccare il suolo. Tra gli occhi, questo capro aveva un grosso corno. Arrivò vicino al montone con le due corna, che avevo visto in piedi di fronte al canale, e si precipitò su di lui con tutte le sue forze. Lo vidi assalire il montone e infierire contro di lui. Poi lo afferrò e gli spezzò le due corna. Lo gettò a terra e lo calpestò. Il montone non riusciva a resistergli. Nessuno poteva liberarlo dal suo potere. Il capro divenne molto forte. Ma al culmine della potenza il suo grande corno si spezzò e al suo posto spuntarono altre quattro grosse corna rivolte verso i quattro angoli dell'orizzonte. «Da uno di essi, il più piccolo, spuntò un nuovo corno che estese la sua smisurata potenza verso il mezzogiorno, verso l’oriente e verso un territorio molto bello. Esso si innalzò anche contro gli esseri celesti, ne gettò a terra parecchi insieme a molte stelle e se le mise sotto i piedi. Assalì anche il Capo degli esseri celesti, soppresse il sacrificio che gli veniva offerto ogni giorno e profanò il suo santuario. Così la moltitudine commise il peccato, invece di offrire il sacrificio quotidiano. Il vero culto fu calpestato. E il corno riuscì in ogni sua impresa. «Sentii allora un angelo santo che parlava e un altro che gli domandava: “Quanto tempo dureranno gli avvenimenti annunziati in questa visione? Per quanto tempo sarà abolito il sacrificio quotidiano, trionferà l’ingiustizia, il santuario e gli esseri celesti saranno calpestati?”. Il primo angelo gli rispose: “Dovranno passare duemilatrecento sere e mattine. Poi il santuario verrà di nuovo consacrato”».

Daniele 8:1-14 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

NELL'anno terzo del regno del re Belsasar, una visione apparve a me, Daniele, dopo quella che mi era apparita al principio. Io adunque riguardava in visione (or io era, quando vidi quella visione, in Susan, stanza reale, ch'è nella provincia di Elam); riguardava, dico, in visione, essendo in sul fiume Ulai. Ed alzai gli occhi, e riguardai, ed ecco un montone stava in piè dirincontro al fiume, il quale avea due corna, e quelle due corna erano alte; me l'uno era più alto dell'altro, e il più alto saliva l'ultimo. Io vidi che quel montone cozzava verso l'Occidente, verso il Settentrione, e verso il Mezzodì; e niuna bestia poteva durar davanti a lui; e non vi era alcuno che riscotesse di man sua, e faceva ciò che gli piaceva, e divenne grande. Ed io posi mente, ed ecco un becco veniva d'Occidente, sopra la faccia di tutta la terra, e non toccava punto la terra; e questo becco avea un corno ritorto in mezzo degli occhi. Ed esso venne fino al montone che avea quelle due corna, il quale io avea veduto stare in piè, dirincontro al fiume; e corse sopra lui nel furor della sua forza. Ed io vidi che, essendo presso del montone, egli infellonì contro a lui, e cozzò il montone, e fiaccò le sue due corna, e non vi fu forza nel montone da durar davanti a lui; laonde lo gettò per terra, e lo calpestò; e non vi fu chi scampasse il montone di man sua. E il becco divenne sommamente grande; ma come egli si fu fortificato, quel gran corno fu rotto; e in luogo di quello, sorsero quattro altre corna ritorte, verso i quattro venti del cielo. E dell'uno d'essi uscì un piccol corno, il quale divenne molto grande verso il Mezzodì, e verso il Levante, e verso il paese della bellezza; e divenne grande fino all'esercito del cielo, ed abbattè in terra una parte di quell'esercito, e delle stelle, e le calpestò. Anzi si fece grande fino al capo dell'esercito; e da quel corno fu tolto via il sacrificio continuo e fu gettata a basso la stanza del santuario d'esso. E l'esercito fu esposto a misfatto contro al sacrificio continuo; ed egli gettò la verità in terra, ed operò, e prosperò. Ed io udii un santo, che parlava; e un altro santo disse a quel tale che parlava: Fino a quando durerà la visione intorno al servigio continuo, ed al misfatto che devasta? infino a quando saranno il santuario, e l'esercito, esposti ad esser calpestati? Ed egli mi disse: Fino a duemila trecento giorni di sera, e mattina; poi il santuario sarà giustificato.