Genesi 15:5-21
Genesi 15:5-21 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda il cielo e conta le stelle, se le puoi contare». E soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al SIGNORE, che gli contò questo come giustizia. Il SIGNORE gli disse ancora: «Io sono il SIGNORE che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti questo paese, perché tu lo possegga». Abramo chiese: «Signore, DIO, da che cosa posso conoscere che ne avrò il possesso?» Il SIGNORE gli rispose: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di tre anni, una tortora e un piccione». Egli prese tutti questi animali, li divise nel mezzo e pose ciascuna metà di fronte all’altra; ma non divise gli uccelli. Or degli uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma Abramo li scacciò. Al tramonto del sole, un profondo sonno cadde su Abramo; ed ecco uno spavento, un’oscurità profonda cadde su di lui. Il SIGNORE disse ad Abramo: «Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro: saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni; ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati servi e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze. Quanto a te, te ne andrai in pace presso i tuoi padri e sarai sepolto dopo una prospera vecchiaia. Alla quarta generazione essi torneranno qua; perché l’iniquità degli Amorei non è giunta finora al colmo». Or come il sole fu tramontato e venne la notte scura, ecco una fornace fumante e una fiamma di fuoco passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il SIGNORE fece un patto con Abramo, dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; i Chenei, i Chenizei, i Cadmonei, gli Ittiti, i Ferezei, i Refaim, gli Amorei, i Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei.
Genesi 15:5-21 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda il cielo e conta le stelle se le puoi contare». E soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che gli contò questo come giustizia. Il Signore gli disse ancora: «Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da *Ur dei *Caldei per darti questo paese, perché tu lo possegga». Abramo chiese: «Dio, Signore, da che cosa posso conoscere che ne avrò il possesso?» Il Signore gli rispose: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di tre anni, una tortora e un piccione». Egli prese tutti questi animali, li divise nel mezzo e pose ciascuna metà di fronte all'altra; ma non divise gli uccelli. Or degli uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma Abramo li scacciò. Al tramonto del sole, un profondo sonno cadde su Abramo; ed ecco uno spavento, una oscurità profonda cadde su di lui. Il Signore disse ad Abramo: «Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro: saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni; ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati servi e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze. Quanto a te, te ne andrai in pace presso i tuoi padri e sarai sepolto dopo una prospera vecchiaia. Alla quarta generazione essi torneranno qua; perché l'*iniquità degli *Amorei non è giunta finora al colmo». Or come il sole fu tramontato e venne la notte scura, ecco una fornace fumante e una fiamma di fuoco passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore fece un patto con Abramo, dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal fiume d'Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; i Chenei, i Chenizei, i Cadmonei, gli Ittiti, i Ferezei, i *Refaim, gli Amorei, i *Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei.
Genesi 15:5-21 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Poi lo condusse all’aperto e gli disse: «Contempla il cielo e conta le stelle, se le puoi contare!». E aggiunse: «I tuoi discendenti saranno altrettanto numerosi». Abram ebbe fiducia nel Signore e per questo il Signore lo considerò giusto. Il Signore disse ad Abram: — Io sono il Signore; io ti ho fatto uscire da Ur, città dei Caldei, per darti questa terra. — Signore Dio! — rispose Abram. — Come posso sapere che questa terra sarà mia? Il Signore gli rispose: — Procurami una vitella, una capra, un montone, tutti di tre anni, una tortora e un piccione giovane. Abram si procurò tutti questi animali, li tagliò in due e mise ogni metà di fronte all’altra. Ma non divise gli uccelli. Alcuni rapaci si precipitarono su quelle bestie morte, ma Abram li scacciò. Al tramonto del sole Abram si sentì afferrare da un sonno profondo e da una grande angoscia. Allora il Signore gli disse: «I tuoi discendenti abiteranno come stranieri in una terra che non sarà la loro. Saranno ridotti in schiavitù e oppressi per quattrocento anni. Ma io giudicherò quel popolo che li terrà schiavi e allora usciranno da quella terra con molte ricchezze. Dopo quattro generazioni i tuoi discendenti torneranno. Solo allora infatti io scaccerò gli Amorrei, che abitano in questa terra, perché saranno tanto malvagi che meriteranno d'essere scacciati. Tu, invece, vivrai una felice vecchiaia, morirai in pace e riceverai degna sepoltura». Dopo il tramonto seguì una notte molto buia. Ed ecco un braciere fumante e una torcia accesa passarono tra le metà degli animali uccisi. In quel giorno il Signore concluse un’alleanza con Abram. Gli disse: «Io prometto di dare a te e ai tuoi discendenti questa terra che si estende dal fiume dell'Egitto sino al grande fiume, l’Eufrate. Ora però è abitata da Keniti, Kenizziti, Kadmoniti, Ittiti, Perizziti, Refaìm, Amorrei, Cananei, Gergesei e Gebusei».
Genesi 15:5-21 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Poi lo menò fuori, e gli disse: Riguarda ora verso il cielo, ed annovera le stelle, se pur tu le puoi annoverare. Poi gli disse: Così sarà la tua progenie. Ed esso credette al Signore; e il Signore gl'imputò ciò a giustizia. E gli disse: Io sono il Signore che ti ho fatto uscire di Ur de' Caldei, per darti questo paese, acciocchè tu lo possegga. Ed Abramo rispose: Signore Iddio, a che conoscerò io che io lo possederò? E il Signore gli disse: Pigliami una giovenca di tre anni, ed una capra di tre anni, ed un montone di tre anni, ed una tortora ed un pippione. Ed egli prese tutte quelle cose, e le partì per lo mezzo, e pose ciascuna metà dirimpetto all'altra; ma non partì gli uccelli. Or certi uccelli discesero sopra quei corpi morti, ed Abramo, sbuffando, li cacciò. Ed in sul tramontar del sole, un profondo sonno cadde sopra Abramo; ed ecco, uno spavento ed una grande oscurità cadde sopra lui. E il Signore disse ad Abramo: Sappi pure che la tua progenie dimorerà come straniera in un paese che non sarà suo, e servirà alla gente di quel paese, la quale l'affliggerà; e ciò sarà per lo spazio di quattrocent'anni. Ma altresì io farò giudicio della gente alla quale avrà servito; poi essi se ne usciranno con gran ricchezze. E tu te ne andrai a' tuoi padri in pace, e sarai seppellito in buona vecchiezza. E nella quarta generazione, essi ritorneranno qua; perciocchè fino ad ora l'iniquità degli Amorrei non è compiuta. Ora, come il sole si fu coricato, venne una caligine; ed ecco, un forno fumante, ed un torchio acceso, il qual passò per mezzo quelle parti di quegli animali. In quel giorno il Signore fece patto con Abramo, dicendo: Io ho dato alla tua progenie questo paese, dal fiume di Egitto fino al fiume grande, ch' è il fiume Eufrate; il paese de' Chenei, e de' Chenizzei, e de' Cadmonei; e degl'Hittei, e de' Ferezei, e de' Rafei; e degli Amorrei, e de' Cananei, e de' Ghirgasei, e de' Gebusei.