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Geremia 48:1-47

Geremia 48:1-47 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Riguardo a Moab. Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: «Guai a Nebo, poiché è devastata; Chiriataim è coperta di vergogna e conquistata; Misgab è coperta di vergogna e sbigottita. Il vanto di Moab non è più; in Chesbon tramano del male contro di lui: “Venite, distruggiamolo, e non sia più nazione”. Tu pure, o Madmen, sarai ridotta al silenzio; la spada t’inseguirà. Delle grida vengono da Coronaim: “Devastazione e gran rovina!” Moab è infranto, i suoi piccini fanno udire le loro grida. Infatti su per la salita di Luit si piange, si sale piangendo, perché giù per la discesa di Coronaim si ode il grido angoscioso della gente in fuga. Fuggite, salvate le vostre persone, siate come la città di Aroer nel deserto! Infatti, siccome ti sei confidato nelle tue opere e nei tuoi tesori, anche tu sarai preso; Chemos sarà deportato con i suoi sacerdoti e con i suoi capi. Il devastatore verrà contro tutte le città, nessuna città scamperà; la valle perirà e la pianura sarà distrutta, come il SIGNORE ha detto. Date delle ali a Moab, poiché bisogna che voli via; le sue città diventeranno una desolazione, nessuno le abiterà. Maledetto colui che fa l’opera del SIGNORE fiaccamente, maledetto colui che trattiene la spada dallo spargere il sangue! Moab era tranquillo fin dalla sua giovinezza, riposava come vino sulla sua feccia, non è stato travasato da vaso a vaso, non è andato in esilio; per questo ha conservato il suo sapore, il suo profumo non si è alterato. Perciò ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io gli manderò dei travasatori che lo travaseranno; vuoteranno i suoi vasi, frantumeranno le sue anfore. Moab avrà vergogna di Chemos, come la casa d’Israele ha avuto vergogna di Betel, in cui aveva riposto la sua fiducia. Come potete dire: “Noi siamo uomini prodi, valorosi in battaglia”? Moab è devastato; le sue città salgono in fumo, il fiore dei suoi giovani scende al macello», dice il re, che si chiama il SIGNORE degli eserciti. «La calamità di Moab sta per giungere, la sua sciagura giunge veloce. Compiangetelo voi tutti che lo circondate; voi tutti, che conoscete il suo nome, dite: “Come ha fatto a spezzarsi quel forte scettro, quel magnifico bastone?” O figlia che abiti in Dibon, scendi dalla tua gloria, siedi sul suolo riarso, poiché il devastatore di Moab marcia contro di te, distrugge le tue fortezze. O tu che abiti in Aroer, fèrmati per la strada e guarda; interroga il fuggiasco e colei che scampa, e di’: “Che cos’è successo?” Moab è coperto di vergogna, perché è infranto; lanciate urla, gridate! Annunciate sull’Arnon che Moab è devastato! Un castigo è venuto sul paese della pianura, sopra Colon, sopra Iaas, su Mefaat, su Dibon, su Nebo, su Bet-Diblataim, su Chiriataim, su Bet-Gamul, su Bet-Meon, su Cheriot, su Bosra, su tutte le città del paese di Moab vicine e lontane. La forza di Moab è abbattuta, il suo braccio è spezzato», dice il SIGNORE. «Ubriacatelo, poiché egli si è innalzato contro il SIGNORE; si rotoli Moab nel suo vomito e diventi anch’egli un oggetto di scherno! Israele non è forse stato per te un oggetto di scherno? Era forse stato trovato fra i ladri, che ogni volta che parli di lui tu scuoti il capo? Abbandonate le città e andate a sistemarvi nelle rocce, o abitanti di Moab! Siate come le colombe che fanno il loro nido sull’orlo dei precipizi. Noi abbiamo udito l’orgoglio di Moab, l’orgogliosissimo popolo, la sua arroganza, la sua superbia, la sua fierezza, l’alterigia del suo cuore. Io conosco la sua tracotanza», dice il SIGNORE; «le sue vanterie non hanno approdato a nulla di stabile. Perciò io alzo un lamento su Moab, io prorompo in grida per tutto Moab; perciò si geme per quelli di Chir-Eres. O vigna di Sibma, io piango per te più ancora che per Iazer; i tuoi rami andavano oltre il mare, arrivavano fino al mare di Iazer; il devastatore è piombato sui tuoi frutti d’estate e sulla tua vendemmia. La gioia e l’esultanza sono scomparse dalla fertile campagna e dal paese di Moab. Io ho fatto mancare il vino nei tini, non si pigia più l’uva con grida di gioia; il grido che si ode non è più il grido di gioia. Gli alti lamenti di Chesbon giungono fino a Eleale; si fanno udire fin verso Iaas, da Soar fino a Coronaim, e fino a Eglat-Selisia; perfino le acque di Nimrim sono prosciugate. Io farò venir meno in Moab», dice il SIGNORE, «chi sale sull’alto luogo e chi offre profumi ai suoi dèi. Perciò il mio cuore geme per Moab come gemono i flauti, il mio cuore geme come gemono i flauti per quelli di Chir-Eres, perché tutto quello che avevano ammassato è perduto. Infatti tutte le teste sono rasate, tutte le barbe sono tagliate, su tutte le mani ci sono incisioni, e sacchi sui fianchi. Su tutti i tetti di Moab e nelle sue piazze, dappertutto è lamento; poiché io ho frantumato Moab come un vaso considerato di nessun valore», dice il SIGNORE. «Com’è stato infranto! Urlate! Come Moab ha voltato vergognosamente le spalle! Come Moab è diventato lo scherno e lo spavento di tutti quelli che gli stanno intorno!» Infatti così parla il SIGNORE: «Ecco, il nemico fende l’aria come l’aquila, spiega le sue ali verso Moab. Cheriot è presa, le fortezze sono occupate; il cuore dei prodi di Moab, in quel giorno, è come il cuore di una donna in doglie di parto. Moab sarà distrutto, non sarà più popolo, perché si è innalzato contro il SIGNORE. Spavento, fossa, laccio ti sovrastano, o abitante di Moab!» dice il SIGNORE. «Chi fugge davanti allo spavento cade nella fossa, chi risale dalla fossa rimane preso al laccio; perché io faccio venire su di lui, su Moab, l’anno in cui dovrà render conto», dice il SIGNORE. «All’ombra di Chesbon i fuggiaschi si fermano, spossati; ma un fuoco esce da Chesbon, una fiamma di mezzo a Sicon, che divora le tempie di Moab, la cima del capo dei figli del tumulto. Guai a te, Moab! Il popolo di Chemos è perduto! poiché i tuoi figli sono portati via in schiavitù, e le tue figlie in esilio. Ma io farò tornare Moab dalla deportazione negli ultimi giorni», dice il SIGNORE. Fin qui il giudizio su Moab.

Geremia 48:1-47 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Riguardo a *Moab. Cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'*Israele: «Guai a Nebo! poiché è devastata; Chiriataim è coperta di vergogna e conquistata; Misgab è coperta di vergogna e sbigottita. Il vanto di Moab non è piú; in Chesbon tramano del male contro di lui: “Venite, distruggiamolo, e non sia piú nazione”. Tu pure, o Madmen, sarai ridotta al silenzio; la spada t'inseguirà. Delle grida vengono da Coronaim: “Devastazione e gran rovina!” Moab è infranto, i suoi piccini fanno udire i loro gridi. Infatti su per la salita di Luit si piange, si sale piangendo perché giú per la discesa di Coronaim si ode il grido angoscioso della gente in fuga. Fuggite, salvate le vostre persone, siate come la città di Aroer nel de- serto! Infatti, siccome ti sei confidato nelle tue opere e nei tuoi tesori, anche tu sarai preso; *Chemos sarà deportato con i suoi sacerdoti e con i suoi capi. Il devastatore verrà contro tutte le città, nessuna città scamperà; la valle perirà e la pianura sarà distrutta, come il Signore ha detto. Date delle ali a Moab, poiché bisogna che voli via; le sue città diventeranno una desolazione, nessuno le abiterà. Maledetto colui che fa l'opera del Signore fiaccamente, maledetto colui che trattiene la spada dallo spargere il sangue! Moab era tranquillo fin dalla sua giovinezza, riposava come vino sulla sua feccia, non è stato travasato da vaso a vaso, non è andato in esilio; per questo ha conservato il suo sapore, il suo profumo non si è alterato. Perciò ecco, i giorni vengono», dice il Signore, «in cui io gli manderò dei travasatori, che lo travaseranno; vuoteranno i suoi vasi, frantumeranno le sue ànfore. Moab avrà vergogna di Chemos, come la casa d'Israele ha avuto vergogna di *Betel, in cui aveva riposto la sua fiducia. Come potete dire: “Noi siamo uomini prodi, valorosi in battaglia?” Moab è devastato; le sue città salgono in fumo, il fiore dei suoi giovani scende al macello», dice il re, che si chiama il Signore degli eserciti. «La calamità di Moab sta per giungere, la sua sciagura giunge veloce. Compiangetelo voi tutti che lo circondate; voi tutti, che conoscete il suo nome, dite: “Come ha fatto a spezzarsi quel forte scettro, quel magnifico bastone?” O figlia che abiti in Dibon, scendi dalla tua gloria, siedi sul suolo riarso, poiché il devastatore di Moab marcia contro di te, distrugge le tue fortezze. O tu che abiti in Aroer, férmati per la strada, e guarda; interroga il fuggiasco e colei che scampa, e di': “Che cos'è successo?” Moab è coperto di vergogna, perché è infranto; lanciate urla, gridate! annunziate sull'Arnon che Moab è devastato! Un castigo è venuto sul paese della pianura, sopra Colon, sopra Iaas, su Mefaat, su Dibon, su Nebo, su Bet-Diblataim, su Chiriataim, su Bet-Gamul, su Bet-Meon, su Cheriot, su Bosra, su tutte le città del paese di Moab vicine e lontane. La forza di Moab è abbattuta, il suo braccio è spezzato», dice il Signore. «Ubriacatelo, poich'egli si è innalzato contro il Signore, si rotoli Moab nel suo vomito e diventi anch'egli un oggetto di scherno! Israele non è forse stato per te un oggetto di scherno? Era forse stato trovato fra i ladri, che ogni volta che parli di lui tu scuoti il capo? Abbandonate le città e andate a sistemarvi nelle rocce, o abitanti di Moab! Siate come le colombe che fanno il loro nido sull'orlo dei precipizi. Noi abbiamo udito l'orgoglio di Moab, l'orgogliosissimo popolo, la sua arroganza, la sua superbia, la sua fierezza, l'alterigia del suo cuore. Io conosco la sua tracotanza», dice il Signore; «le sue vanterie non hanno approdato a nulla di stabile. Perciò, io alzo un lamento su Moab, io prorompo in grida per tutto Moab; perciò si geme per quelli di Chir-Eres. O vigna di Sibma, io piango per te piú ancora che per Iazer; i tuoi rami andavano oltre il mare, arrivavano fino al mare di Iazer; il devastatore è piombato sui tuoi frutti d'estate e sulla tua vendemmia. La gioia e l'esultanza sono scomparse dalla fertile campagna e dal paese di Moab; io ho fatto mancare il vino nei tini; non si pigia piú l'uva con grida di gioia; il grido che si ode non è piú il grido di gioia. Gli alti lamenti di Chesbon giungono fino a Eleale; si fanno udire fin verso Iaas; da Soar fino a Coronaim, fino a Eglat-Selisia; perfino le acque di Nimrim sono prosciugate. Io farò venir meno in Moab», dice il Signore, «chi sale sull'alto luogo e chi offre profumi ai suoi dèi. Perciò il mio cuore geme per Moab come gemono i flauti, il mio cuore geme come gemono i flauti per quelli di Chir-Eres, perché tutto quello che avevano ammassato è perduto. Infatti tutte le teste sono rasate, tutte le barbe sono tagliate, su tutte le mani ci sono incisioni, e sacchi sui fianchi. Su tutti i *tetti di Moab e nelle sue piazze, dappertutto, è lamento; poiché io ho frantumato Moab, come un vaso considerato di nessun valore», dice il Signore. «Com'è stato infranto! Urlate! Come Moab ha voltato vergognosamente le spalle! Come Moab è diventato lo scherno e lo spavento di tutti quelli che gli stanno intorno!» Infatti cosí parla il Signore: «Ecco, il nemico fende l'aria come l'aquila, spiega le sue ali verso Moab. Cheriot è presa, le fortezze sono occupate; il cuore dei prodi di Moab, in quel giorno, è come il cuore d'una donna in doglie di parto. Moab sarà distrutto, non sarà piú popolo, perché si è innalzato contro il Signore. Spavento, fossa, laccio ti sovrastano, o abitante di Moab!» dice il Signore. «Chi fugge davanti allo spavento, cade nella fossa; chi risale dalla fossa, rimane preso al laccio; perché io faccio venire su di lui, su Moab, l'anno in cui dovrà render conto», dice il Signore. «All'ombra di Chesbon i fuggiaschi si fermano, spossati; ma un fuoco esce da Chesbon, una fiamma di mezzo a Sicon, che divora le tempie di Moab, la cima del capo dei figli del tumulto. Guai a te, Moab! Il popolo di Chemos è perduto! poiché i tuoi figli sono portati via in schiavitú, e le tue figlie in esilio. Ma io farò tornare Moab dalla deportazione negli ultimi giorni», dice il Signore. Fin qui il giudizio su Moab.

Geremia 48:1-47 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Questo messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele, riguarda Moab: «Grande sciagura, per gli abitanti di Nebo: la loro città è distrutta! Kiriatàim è stata conquistata, la grande fortezza è crollata, e i suoi difensori sono pieni di vergogna. Era il vanto di Moab: ora non c’è più! Hanno preparato i piani per conquistare la città di Chesbon e far sparire la nazione di Moab. La città di Madmen è ridotta al silenzio: i suoi abitanti in fuga sono inseguiti dai nemici. Da Coronàim la gente grida per chiedere aiuto: “È la rovina, è un enorme disastro!”. Moab ormai è distrutto: si sentono le grida dei suoi bambini. I fuggiaschi in lacrime si arrampicano verso la salita di Luchìt. Lungo la discesa di Coronàim gli inseguitori odono le grida di gente sconfitta: “Scappate! Si salvi chi può! Correte nel deserto come asini selvatici!”. Moab, ti eri fidato della tua forza e delle tue ricchezze ma ora anche tu sei stato conquistato. Perfino il tuo dio Camos deve andare in esilio con i suoi sacerdoti e i suoi capi. Nessuna delle tue città potrà evitare il devastatore: tutto sarà spazzato via nelle valli e sull’altipiano. Così ha ordinato il Signore: Preparate la tomba per Moab perché la sua rovina è completa. Le sue città saranno abbandonate in rovina, senza più nessun abitante». Maledetto chi è pigro nell’eseguire l’incarico che il Signore gli ha affidato! Maledetto chi trattiene la spada dallo spargere sangue! Fin dalla sua giovinezza, Moab è sempre vissuto tranquillo e non è mai stato deportato in esilio. Era come un vino lasciato riposare mai travasato da un recipiente all’altro. Perciò gli era rimasto il sapore ed aveva conservato tutto il suo aroma. «Ora — dice il Signore — verranno i giorni in cui manderò contro di lui i nemici che lo travaseranno. Vuoteranno i suoi vasi e faranno a pezzi le sue anfore. Allora gli abitanti di Moab si vergogneranno di aver avuto fiducia nel loro dio Camos, come gli abitanti d'Israele si sono vergognati della loro fiducia in Betel». Avranno ancora il coraggio di proclamarsi i più forti, i più valorosi in battaglia? Moab è distrutto, le sue città sono assalite, i suoi giovani più robusti sono condotti al macello. Il Re, che si chiama ‘Signore dell'universo’ dichiara: «Sta per giungere la rovina di Moab; una sciagura piomba su di lui. Ormai le nazioni vicine che avevano rapporti stretti con lui possono compiangerlo e dire: “È incredibile! Era tanto grande e potente ed ora anche lui è stato spezzato!”. Abitanti di Dibon, che occupate luoghi superbi, scendete di lassù e sistematevi in una regione deserta perché chi ha distrutto Moab viene ora contro di voi per abbattere le vostre fortezze. Abitanti di Aroèr, fermatevi lungo la strada e aspettate: quando arriveranno gli scampati al disastro, domandate loro che cosa è accaduto. “Che vergogna! — vi diranno. — Moab è distrutto! Piangete, urlate! Fate sapere lungo le rive dell'Arnon che Moab è stato annientato”». Il Signore ha pronunziato la condanna contro le città dell'altipiano di Moab: Colon, Iaas, Mefàat, Dibon, Nebo, Bet-Diblatàim, Kiriatàim, Bet-Gamul, Bet-Meon, Keriòt e Bosra. Ha condannato tutte le città della regione, quelle vicine e quelle lontane. «È finita la potenza di Moab, la sua forza è stata annientata». Questa è la sentenza del Signore. Moab si è ribellato contro il Signore: perciò sarà costretto a bere fino a diventare ubriaco e a rotolarsi nel vomito. Allora la gente si prenderà gioco anche di lui, come egli faceva con Israele: ne parlava, sempre con grandi cenni di disapprovazione, come se si fosse trattato di un delinquente. Abitanti di Moab, abbandonate le città e andate a vivere tra le rocce! Fate come le colombe che costruiscono il nido sull’orlo dei precipizi. Abbiamo sentito parlare dell'orgoglio smisurato di Moab, della sua superbia, arroganza e presunzione. «Anch’io lo so, — dice il Signore. — A parole, egli è tanto prepotente e forte, ma in pratica è un buono a nulla!». Per questo mi lamento a gran voce: compiango tutta la gente di Moab e gli abitanti di Kir-Cheres. Piangerò per gli abitanti di Sibma più che per quelli di Iazer. I vigneti di Sibma si estendevano fino al Mar Morto, i loro tralci giungevano fino a Iazer. Ma ora sono piombati i nemici e hanno distrutto raccolti e vendemmia. Sono scomparse le feste chiassose dalle vigne e dai campi di Moab. Non si versa più il vino dai tini, nessuno pigia più l’uva, sono finite le grida di gioia. Le grida di aiuto provenienti da Chesbon arrivano fino ad Elalè. Si odono grida fino a Iaas, da Soar fino a Coronàim e a Eglat-Selisià, perché anche l’oasi di Nimrìm è stata inghiottita dal deserto. Il Signore afferma: «Farò sparire da Moab quelli che si recano ai luoghi sacri per offrire incenso alle loro divinità». Perciò sono sconvolto per la sorte di Moab e per quella degli abitanti di Kir-Cheres. Il mio lamento è triste come un canto funebre, perché essi hanno perduto tutto il loro raccolto. In segno di lutto si sono tagliati tutti i capelli e si sono rasata la barba, hanno le braccia piene di incisioni e vanno vestiti di sacco. Tutta le gente di Moab grida e si lamenta sulle terrazze di casa e nelle piazze. Infatti il Signore ha detto: «Ho fatto a pezzi Moab, come si fa con un vaso che non serve più a niente». In che condizione è ridotto Moab! Urlate! È scappato di fronte al nemico: che vergogna! I suoi vicini lo tratteranno con ribrezzo e con scherno. Il Signore afferma: «Il nemico arriva su Moab, come un’aquila con le grandi ali distese». Le città sono occupate, e le fortezze conquistate. I soldati di Moab, anche i più forti, sono sfiniti, come una donna nel parto. Moab è distrutto, resta senza popolazione, perché si è ribellato contro il Signore. Il Signore proclama: «Abitanti di Moab, terrore, fossa e trappole sono in agguato per voi. Chi riuscirà a sfuggire al terrore cadrà nella fossa. Chi riuscirà a risalire dalla fossa sarà preso in trappola. Infatti ho deciso di punire Moab in questo modo quando interverrò contro di lui». Così dice il Signore. I fuggiaschi, sfiniti, cercano rifugio a Chesbon, ma la città è in fiamme, l’incendio divampa dal palazzo del re Sicon. Distrugge le tempie di Moab, il cranio della gente in tumulto. Che sciagura per te, Moab, sei finito, popolo del dio Camos! I tuoi figli e le tue figlie sono deportati lontano, in esilio. «Negli ultimi giorni, però, ribalterò la sorte di Moab», afferma il Signore. Qui termina la sentenza che il Signore ha pronunziato contro Moab.

Geremia 48:1-47 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

QUANT'è a Moab, così ha detto il Signor degli eserciti, l'Iddio d'Israele: Guai a Nebo! perciocchè è stata guasta; Chiriataim è stata confusa, e presa; la rocca è stata confusa, e spaventata. Non vi è più vanto per Moab in Hesbon; è stato macchinato contro a quella del male, dicendo: Venite, e distruggiamola, che non sia più nazione; anche tu, Madmen, perirai; la spada ti perseguiterà. Una voce di grido viene di Horonaim, voce di guasto, e di gran rotta. Moab è rotto, i suoi piccoli figliuoli hanno dati di gran gridi. Perciocchè un continuo pianto sale per la salita di Luhit; imperocchè hanno uditi i nemici, un grido di rotta, nella discesa di Horonaim. Fuggite, scampate le vostre persone, e sieno come un tamerice nel deserto. Perciocchè, perchè tu ti sei confidata nelle tue opere, e ne' tuoi tesori, tu ancora sarai presa; e Chemos andrà in cattività, co' suoi sacerdoti, e co' suoi principi. E il guastatore entrerà in tutte le città, e niuna città scamperà; e la valle perirà, e la pianura sarà distrutta; perciocchè il Signore l'ha detto. Date dell'ale a Moab, ch'egli se ne voli via ratto; le sue città saranno messe in desolazione, senza che vi abiti più alcuno. Maledetto sia colui che farà l'opera del Signore rimessamente, e maledetto sia colui che divieterà la sua spada di spandere il sangue. Moab è stato in tranquillità fin dalla sua fanciullezza, e si è riposato sopra la sua feccia, e non è stato mai travasato, e non è andato in cattività; perciò il suo sapore gli è restato, e il suo odore non si è mutato. Perciò, ecco i giorni vengono, dice il Signore, che io gli manderò de' tramutatori, che lo tramuteranno di stanza, e vuoteranno i suoi vaselli, e spezzeranno i suoi barili. E Moab sarà confuso di Chemos, come la casa d'Israele è stata confusa di Betel, lor confidanza. Come dite voi: Noi siam forti, ed uomini di valore per la guerra? Moab è deserto, e le sue città son perite, e la scelta de' suoi giovani è scesa all'uccisione, dice il Re, il cui Nome è: Il Signor degli eserciti. La calamità di Moab è presta a venire, e il suo male si affretta molto. Condoletevi con lui, voi suoi circonvicini tutti; e voi tutti, che conoscete il suo nome, dite: Come è stato rotto lo scettro di fortezza, la verga di gloria? O figliuola abitatrice di Dibon, scendi del seggio di gloria, e siedi in luogo arido; perciocchè il guastatore di Moab è salito contro a te, egli ha disfatte le tue fortezze. O abitatrice di Aroer, fermati in su la strada, e riguarda; domanda colui che fugge, e colei che scampa; di': Che cosa è avvenuto? Moab è confuso, perciocchè è stato rotto; urlate, e gridate; annunziate in su l'Arnon che Moab è stato guasto; e che il giudicio è venuto sopra la contrada della pianura, sopra Holon, e sopra Iasa, e sopra Mefaat; e sopra Dibon, e sopra Nebo, e sopra Bet-diblataim; e sopra Chiriataim, e sopra Bet-gamul, e sopra Bet-meon; e sopra Cheriot, e sopra Bosra, e sopra tutte le città del paese di Moab, lontane e vicine. Il corno di Moab è stato troncato, ed il suo braccio è stato rotto, dice il Signore. Inebbriatelo, perciocchè egli si è innalzato contro al Signore; e dibattasi Moab nel suo vomito, e sia in derisione anch'egli. Israele non ti è egli stato in derisione? è egli forse stato ritrovato fra i ladri, che ogni volta che tu parli di lui, tu ti commuovi tutto? Lasciate le città, ed abitate nella rocca, abitatori di Moab; e siate come una colomba, che si annida nel didentro della foce d'una grotta. Noi abbiamo intesa la superbia di Moab, grandemente superbo; il suo orgoglio, la sua superbia, e la sua alterezza, e l'innalzamento del suo cuore. Io ho conosciuto, dice il Signore, il suo furore; ma non sarà cosa ferma; le sue menzogne non produrranno nulla di stabile. Perciò, io urlerò per cagion di Moab, darò di gran gridi per cagion di tutto quanto Moab; ei si gemerà per que' di Chir-heres. Io vi piangerò, o vigne di Sibma, del pianto di Iazer; le tue propaggini passavan di là dal mare, ed arrivavano infino al mare di Iazer; il guastatore si è avventato sopra i tuoi frutti di state, e sopra la tua vendemmia. E la letizia, e la festa è tolta dal campo fertile, e dal paese di Moab; ed io ho fatto venir meno il vino ne' tini; non si pigerà più con grida da inanimare; le grida non saranno più grida da inanimare. Per lo grido di Hesbon, che è pervenuto infino ad Eleale, hanno messi i lor gridi infino a Iahas, e da Soar infino ad Horonaim, come una giovenca di tre anni; perciocchè anche le acque di Nimrim sono state ridotte in luoghi deserti. Ed io farò venir meno a Moab, dice il Signore, ogni uomo che offerisca sacrificio nell'alto luogo, e che faccia profumi a' suoi dii. Per tanto, il mio cuore romoreggerà per Moab, a guisa di flauti; il mio cuore romoreggerà per la gente di Chir-heres, a guisa di flauti; perciò ancora il loro avanzo, ch'aveano fatto, perirà. Perciocchè ogni testa sarà pelata, ed ogni barba sarà rasa; sopra tutte le mani vi saranno delle tagliature, e de' sacchi sopra i lombi. Sopra tutti i tetti di Moab, e nelle sue piazze, non vi sarà altro che cordoglio; perciocchè io ho rotto Moab, come un vaso del quale non si fa stima alcuna, dice il Signore. Urleranno, dicendo: Moab come è egli stato messo in rotta? come ha egli volte le spalle? egli è stato confuso, ed è stato in derisione, e in ispavento, a tutti quelli che sono d'intorno a lui. Perciocchè, così ha detto il Signore: Ecco, colui volerà come un'aquila, e spiegherà le sue ale contro a Moab. Cheriot è stata presa, e le fortezze sono state occupate; in quel giorno il cuor degli uomini prodi di Moab sarà come il cuore d'una donna, che è nella distrette del parto. E Moab sarà distrutto, talchè non sarà più popolo; perciocchè egli si è innalzato contro al Signore. Spavento, fossa, e laccio, ti soprastanno, o abitatore di Moab, dice il Signore. Chi fuggirà per lo spavento caderà nella fossa; e chi salirà fuor della fossa sarà preso col laccio; perciocchè io farò venir sopra lui, sopra Moab, l'anno della lor visitazione, dice il Signore. Quelli che fuggivano si son fermati all'ombra di Hesbon, perchè le forze son lor mancate; ma un fuoco è uscito di Hesbon, ed una fiamma di mezzo della città di Sihon, che ha consumati i principi di Moab, e la sommità del capo degli uomini di tumulto. Guai a te, Moab! il popolo di Chemos è perito; perciocchè i tuoi figliuoli sono andati in cattività, e le tue figliuole in servitù. Ma pure ancora io ritrarrò Moab di cattività negli ultimi giorni, dice il Signore. Fino a qui è il giudicio di Moab.