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Geremia 50:1-46

Geremia 50:1-46 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Ecco la parola che il SIGNORE pronunciò riguardo a Babilonia, riguardo al paese dei Caldei, per mezzo del profeta Geremia: «Annunciatelo fra le nazioni, proclamatelo, issate una bandiera, proclamatelo, non tenetelo nascosto! Dite: “Babilonia è presa! Bel è coperto di vergogna, Merodac è infranto! Le sue immagini sono coperte di vergogna; i suoi idoli, infranti!” Infatti dal settentrione marcia contro di lei una nazione che ne ridurrà il paese in un deserto e non vi sarà più nessuno che abiti in lei; uomini e bestie fuggiranno, se ne andranno. In quei giorni, in quel tempo», dice il SIGNORE, «i figli d’Israele e i figli di Giuda torneranno insieme; cammineranno piangendo, cercheranno il SIGNORE, il loro Dio. Domanderanno qual è la via di Sion, volgeranno le loro facce in direzione d’essa e diranno: “Venite, unitevi al SIGNORE con un patto eterno, che non si dimentichi più!” Il mio popolo era un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate sui monti dell’infedeltà; esse andavano di monte in colle, avevano dimenticato il luogo del loro riposo. Tutti quelli che le trovavano, le divoravano; i loro nemici dicevano: “Noi non siamo colpevoli, poiché essi hanno peccato contro il SIGNORE! Territorio di giustizia e speranza dei loro padri è il SIGNORE”. Fuggite di mezzo a Babilonia, uscite dal paese dei Caldei, siate come dei capri davanti al gregge! Poiché, ecco, io suscito e faccio marciare contro Babilonia una moltitudine di grandi nazioni dal paese del settentrione; esse si schiereranno contro di lei e da quel lato sarà conquistata. Le loro frecce sono come quelle di un valente arciere; nessuna di esse ritorna a vuoto. La Caldea sarà saccheggiata; tutti quelli che la saccheggeranno saranno saziati», dice il SIGNORE. «Sì, gioite, sì, esultate, voi che avete saccheggiato la mia eredità; sì, saltate come una giovenca che trebbia il grano, nitrite come forti destrieri! Vostra madre è tutta coperta di vergogna, colei che vi ha partoriti, arrossisce; ecco, essa è l’ultima delle nazioni, un deserto, una terra arida, una solitudine. A causa dell’ira del SIGNORE non sarà più abitata, sarà una completa solitudine; chiunque passerà presso Babilonia rimarrà stupito e fischierà per tutte le sue piaghe. Schieratevi contro Babilonia tutto intorno, o voi tutti che tirate d’arco! Tirate contro di lei, non risparmiate le frecce! poiché essa ha peccato contro il SIGNORE. Alzate contro di lei il grido di guerra, tutto intorno; essa si arrende; le sue colonne cadono, le sue mura crollano, perché questa è la vendetta del SIGNORE! Vendicatevi di lei! Comportatevi con lei come essa si è comportata! Sterminate da Babilonia colui che semina e colui che maneggia la falce al tempo della mietitura. Per scampare alla spada micidiale ritorni ciascuno al suo popolo, fugga ciascuno verso il proprio paese! Israele è una pecora smarrita, a cui i leoni hanno dato la caccia; il re d’Assiria, per primo, l’ha divorata, e quest’ultimo, Nabucodonosor, re di Babilonia, le ha frantumato le ossa». Perciò così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: «Ecco, io punirò il re di Babilonia e il suo paese, come ho punito il re d’Assiria. Ricondurrò Israele ai suoi pascoli; egli pascolerà sul Carmelo e in Basan, si sazierà sui colli di Efraim e in Galaad. In quei giorni, in quel tempo», dice il SIGNORE, «si cercherà l’iniquità d’Israele, ma essa non sarà più, si cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno; poiché io perdonerò a quelli che avrò lasciati come residuo. Marcia contro il paese di Merataim e contro gli abitanti di Pecod! Inseguili con la spada, votali allo sterminio», dice il SIGNORE, «e fa’ esattamente come io ti ho comandato! Si ode nel paese un grido di guerra, e grande è il disastro. Come mai si è rotto, si è spezzato il martello di tutta la terra? Come mai Babilonia è diventata una desolazione fra le nazioni? Io ti ho teso un laccio e tu, Babilonia, vi sei stata presa senza che te ne accorgessi; sei stata trovata e fermata, perché ti sei messa in guerra contro il SIGNORE. Il SIGNORE ha aperto la sua armeria, ha tirato fuori le armi della sua indignazione; poiché questa è un’opera che il Signore, DIO degli eserciti, ha da compiere nel paese dei Caldei. Venite contro di lei da tutte le parti, aprite i suoi granai, ammucchiatela come tante mannelle, votatela allo sterminio, che nulla ne resti! Uccidete tutti i suoi tori, fateli scendere al macello! Guai a loro! poiché il loro giorno è giunto, il giorno della loro punizione. Si ode la voce di quelli che fuggono, che scampano dal paese di Babilonia per annunciare a Sion la vendetta del SIGNORE, del nostro Dio, la vendetta del suo tempio. Convocate contro Babilonia gli arcieri, tutti quelli che tirano d’arco; accampatevi contro di lei tutto intorno, nessuno ne scampi. Rendetele secondo le sue opere, fate interamente a lei come essa ha fatto; poiché essa è stata arrogante contro il SIGNORE, contro il Santo d’Israele. Perciò i suoi giovani cadranno nelle sue piazze, tutti i suoi uomini di guerra periranno in quel giorno», dice il SIGNORE. «Eccomi a te, o arrogante», dice il Signore, DIO degli eserciti; «poiché il tuo giorno è giunto, il tempo della tua punizione. L’arrogante vacillerà, cadrà e non vi sarà chi lo rialzi; io appiccherò il fuoco alle sue città, esso divorerà tutti i suoi dintorni». Così parla il SIGNORE degli eserciti: «I figli d’Israele e i figli di Giuda sono oppressi insieme; tutti quelli che li hanno deportati li tengono e rifiutano di lasciarli andare. Il loro vendicatore è forte, si chiama SIGNORE degli eserciti; certo egli difenderà la loro causa, dando riposo alla terra e gettando lo scompiglio fra gli abitanti di Babilonia. La spada è sospesa sopra i Caldei», dice il SIGNORE, «sopra gli abitanti di Babilonia, sui suoi capi e sui suoi saggi. La spada è sospesa sopra i millantatori, che risulteranno insensati; la spada è sospesa sopra i suoi prodi, che saranno atterriti. La spada è sospesa sopra i suoi cavalli, i suoi carri, sopra tutta l’accozzaglia di gente che è in mezzo a lei, la quale diventerà come tante donne; la spada è sospesa sopra i suoi tesori, che saranno saccheggiati. La siccità è sospesa sopra le sue acque, che saranno prosciugate; poiché è un paese d’immagini scolpite, vanno in delirio per quegli spauracchi dei loro idoli. Perciò gli animali del deserto, con gli sciacalli, l’abiteranno, e vi si stabiliranno gli struzzi; nessuno vi abiterà più per sempre, non sarà più popolata di generazione in generazione. Come avvenne quando Dio distrusse Sodoma, Gomorra e le città circostanti», dice il SIGNORE, «nessuno più vi abiterà, non vi risiederà più nessun figlio d’uomo. Ecco, un popolo viene dal settentrione; una grande nazione e molti re sorgono dalle estremità della terra. Essi impugnano l’arco e la freccia, sono crudeli e non hanno pietà; la loro voce è come il muggito del mare e montano cavalli. Sono pronti a combattere come un solo guerriero, contro di te, o figlia di Babilonia! Il re di Babilonia ne ode la fama e le sue mani diventano fiacche; l’angoscia lo coglie, un dolore come di donna che partorisce. Ecco, egli sale come un leone dalle rive lussureggianti del Giordano contro il forte territorio; io ne farò fuggire all’improvviso gli abitanti e stabilirò su di esso colui che io ho scelto. Poiché chi è simile a me? Chi mi ordinerà di comparire in giudizio? Qual è il pastore che possa starmi di fronte?» Perciò ascoltate il disegno che il SIGNORE ha concepito contro Babilonia, i pensieri che medita contro il paese dei Caldei! Certo saranno trascinati via come i più piccoli del gregge; certo il loro territorio sarà devastato. Al rumore della conquista di Babilonia trema la terra e se ne ode il grido fra le nazioni.

Geremia 50:1-46 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Ecco la parola che il Signore pronunziò riguardo a *Babilonia, riguardo al paese dei *Caldei, per mezzo del *profeta *Geremia: «Annunziatelo fra le nazioni, proclamatelo, issate una bandiera, proclamatelo, non tenetelo nascosto! Dite: “Babilonia è presa! *Bel è coperto di vergogna, Merodac è infranto! Le sue immagini sono coperte di vergogna; i suoi idoli, infranti!” Infatti dal settentrione marcia contro di lei una nazione che ne ridurrà il paese in un deserto e non vi sarà piú nessuno che abiti in lei; uomini e bestie fuggiranno, se ne andranno. In quei giorni, in quel tempo», dice il Signore, «i figli d'*Israele e i figli di *Giuda torneranno insieme; cammineranno piangendo, cercheranno il Signore, il loro Dio. Domanderanno qual è la via di *Sion, volgeranno le loro facce in direzione d'essa, e diranno: “Venite, unitevi al Signore con un patto eterno, che non si dimentichi piú!” Il mio popolo era un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate sui monti dell'infedeltà; esse andavano di monte in colle, avevano dimenticato il luogo del loro riposo. Tutti quelli che le trovavano, le divoravano; i loro nemici dicevano: “Noi non siamo colpevoli, poiché essi hanno peccato contro il Signore! Territorio di giustizia e speranza dei loro padri è il Signore”. Fuggite di mezzo a Babilonia, uscite dal paese dei Caldei, siate come dei capri davanti al gregge! Poiché, ecco, io suscito e faccio marciare contro Babilonia una moltitudine di grandi nazioni dal paese del settentrione; esse si schiereranno contro di lei e da quel lato sarà conquistata. Le loro frecce sono come quelle di un valente arciere; nessuna di esse ritorna a vuoto. La Caldea sarà saccheggiata; tutti quelli che la saccheggeranno saranno saziati», dice il Signore. «Sí, gioite, sí, esultate, voi che avete saccheggiato la mia eredità; sí, saltate come una giovenca che trebbia il grano, nitrite come forti destrieri! Vostra madre è tutta coperta di vergogna, colei che vi ha partoriti, arrossisce; ecco, essa è l'ultima delle nazioni, un deserto, una terra arida, una solitudine. A causa dell'ira del Signore non sarà piú abitata, sarà una completa solitudine; chiunque passerà presso Babilonia rimarrà stupito, e fischierà per tutte le sue piaghe. Schieratevi contro Babilonia tutto intorno, o voi tutti che tirate d'arco! Tirate contro di lei, non risparmiate le frecce! poiché essa ha peccato contro il Signore. Alzate contro di lei il grido di guerra, tutto intorno; essa si arrende; le sue colonne cadono, le sue mura crollano, perché questa è la vendetta delSignore! Vendicatevi di lei! Comportatevi con lei come essa si è comportata! Sterminate da Babilonia colui che semina e colui che maneggia la falce al tempo della mietitura. Per scampare alla spada micidiale ritorni ciascuno al suo popolo, fugga ciascuno verso il proprio paese! Israele è una pecora smarrita, a cui i leoni hanno dato la caccia; il re di Assiria, per primo, l'ha divorata; e quest'ultimo, Nabucodonosor, re di Babilonia, le ha frantumato le ossa». Perciò cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: «Ecco, io punirò il re di Babilonia e il suo paese, come ho punito il re di Assiria. Ricondurrò Israele ai suoi pascoli; egli pascolerà sul *Carmelo e in *Basan, si sazierà sui colli di *Efraim e in *Galaad. In quei giorni, in quel tempo», dice il Signore, «si cercherà l'*iniquità d'Israele, ma essa non sarà piú, si cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno; poiché io perdonerò a quelli che avrò lasciati come residuo. Marcia contro il paese di Merataim e contro gli abitanti di Pecod! Inseguili con la spada, votali allo sterminio», dice il Signore, «e fa' esattamente come io ti ho comandato! Si ode nel paese un grido di guerra, e grande è il disastro. Come mai si è rotto, si è spezzato il martello di tutta la terra? Come mai Babilonia è diventata una desolazione fra le nazioni? Io ti ho teso un laccio, e tu, Babilonia, vi sei stata presa, senza che te ne accorgessi; sei stata trovata e fermata, perché ti sei messa in guerra contro il Signore. Il Signore ha aperto la sua armeria, ha tirato fuori le armi della sua indignazione; poiché questa è un'opera che il Signore, Dio degli eserciti, ha da compiere nel paese dei Caldei. Venite contro di lei da tutte le parti, aprite i suoi granai, ammucchiatela come tante mannelle, votatela allo sterminio, che nulla ne resti! Uccidete tutti i suoi tori, fateli scendere al macello! Guai a loro! poiché il loro giorno è giunto, il giorno della loro punizione. Si ode la voce di quelli che fuggono, che scampano dal paese di Babilonia per annunziare a Sion, la vendetta del Signore, del nostro Dio, la vendetta del suo *tempio. Convocate contro Babilonia gli arcieri, tutti quelli che tirano d'arco; accampatevi contro di lei tutto intorno, nessuno ne scampi; rendetele secondo le sue opere, fate interamente a lei come essa ha fatto; poiché essa è stata arrogante contro il Signore, contro il Santo d'Israele. Perciò i suoi giovani cadranno nelle sue piazze, tutti i suoi uomini di guerra periranno in quel giorno», dice il Signore. «Eccomi a te, o arrogante», dice il Signore, Dio degli eserciti; «poiché il tuo giorno è giunto, il tempo della tua punizione. L'arrogante vacillerà, cadrà, e non vi sarà chi lo rialzi; io appiccherò il fuoco alle sue città, esso divorerà tutti i suoi dintorni». Cosí parla il Signore degli eserciti: «I figli d'Israele e i figli di Giuda sono oppressi insieme; tutti quelli che li hanno deportati li tengono e rifiutano di lasciarli andare. Il loro vendicatore è forte; si chiama Signore degli eserciti; certo egli difenderà la loro causa, dando riposo alla terra e gettando lo scompiglio fra gli abitanti di Babilonia. La spada è sospesa sopra i Caldei», dice il Signore, «sopra gli abitanti di Babilonia, sui suoi capi e saggi. La spada è sospesa sopra i millantatori, che risulteranno insensati; la spada è sospesa sopra i suoi prodi, che saranno atterriti; La spada è sospesa sopra i suoi cavalli, i suoi carri, sopra tutta l'accozzaglia di gente che è in mezzo a lei, la quale diventerà come tante donne; la spada è sospesa sopra i suoi tesori, che saranno saccheggiati. La siccità è sospesa sopra le sue acque, che saranno prosciugate; poiché è un paese d'immagini scolpite, vanno in delirio per quegli spauracchi dei loro idoli. Perciò gli animali del deserto, con gli sciacalli, l'abiteranno, e vi si stabiliranno gli struzzi; nessuno vi abiterà piú per sempre, non sarà piú popolata di generazione in generazione. Come avvenne quando Dio distrusse *Sodoma, *Gomorra, e le città circostanti», dice il Signore, «nessuno piú vi abiterà, non vi risiederà piú nessun figlio d'uomo. Ecco, un popolo viene dal settentrione; una grande nazione e molti re sorgono dalle estremità della terra. Essi impugnano l'arco e la freccia; sono crudeli, non hanno pietà; la loro voce è come il muggito del mare; montano cavalli; sono pronti a combattere come un solo guerriero, contro di te, o figlia di Babilonia! Il re di Babilonia ne ode la fama, e le sue mani diventano fiacche; l'angoscia lo coglie, un dolore come di donna che partorisce. Ecco, egli sale come un leone dalle rive lussureggianti del *Giordano contro il forte territorio; io ne farò fuggire all'improvviso gli abitanti e stabilirò su di esso colui che io ho scelto. Poiché chi è simile a me? Chi mi ordinerà di comparire in giudizio? Qual è il pastore che possa starmi di fronte?» Perciò, ascoltate il disegno che il Signore ha concepito contro Babilonia, i pensieri che medita contro il paese dei Caldei! Certo, saranno trascinati via come i piú piccoli del gregge; certo, il loro territorio sarà devastato. Al rumore della conquista di Babilonia trema la terra e se ne ode il grido fra le nazioni.

Geremia 50:1-46 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Il Signore affidò al profeta Geremia questo messaggio che riguarda la città di Babilonia e il territorio dei Babilonesi. «Da’ la notizia alle nazioni, fallo sapere con il segnale stabilito, non nascondere nulla e annunzia: Babilonia è stata conquistata! Il suo dio e signore, Marduc, è stato frantumato in modo vergognoso, i suoi idoli ripugnanti sono distrutti e calpestati. Contro Babilonia è venuto dal nord un popolo che ridurrà la sua regione in un deserto dove nessuno potrà più abitare: uomini e animali fuggiranno lontano». «Quando queste cose accadranno — dice il Signore — la gente d'Israele e di Giuda tornerà insieme verso la sua terra. Cammineranno piangendo e cercheranno me, il Signore, loro Dio. Domanderanno la strada per Sion, la mèta del loro viaggio, e diranno: “Venite, stringiamo con il Signore un’alleanza per sempre e non dimentichiamola più”. Il mio popolo era come un gregge sperduto, sviato sui monti dai suoi pastori e poi abbandonato a se stesso. Le pecore andavano da un monte all’altro e avevano dimenticato il proprio ovile. Chiunque le trovava le poteva sbranare. I loro nemici dicevano: “Non siamo colpevoli a trattarli così! Essi hanno peccato contro il Signore che era la vera ricchezza e la speranza dei loro antenati”. Fuggite da Babilonia e dalla regione dei Babilonesi, abbandonate subito questo paese, siate i primi, come i capri davanti al gregge! Perché io sto radunando nel nord molti popoli potenti e li manderò contro Babilonia: si schiereranno contro di essa e la conquisteranno. Raggiungeranno certamente il loro scopo, come le frecce di un abile arciere non mancano mai il bersaglio. Saccheggeranno tutta la regione e porteranno via quel che vorranno». Così dice il Signore. Il Signore afferma: «Gente di Babilonia, avete schiacciato il popolo che mi appartiene. Fate pure festa, saltate di gioia, come vitelli su un prato, come stalloni che nitriscono. Ma ora colei che vi ha messo al mondo, vostra madre, è coperta di disonore e di vergogna. Babilonia diventerà l’ultima delle nazioni, ridotta in un deserto, in un’arida steppa. L’ho privata dei suoi abitanti e l’ho completamente distrutta, perché ero molto indignato contro di lei. Chi passerà vicino a Babilonia rimarrà sconvolto dall’orrore di fronte alle sue rovine. Disponetevi tutti attorno a Babilonia, voi soldati armati di arco. Scagliate contro di lei frecce a volontà, perché si è resa colpevole contro di me, il Signore. Lanciate urla di guerra contro di lei da ogni parte. I Babilonesi già escono per arrendersi perché le loro torri sono crollate e le mura sono state abbattute. È questa la vendetta voluta da me, il Signore: vendicatevi pure contro Babilonia, trattatela com’essa ha fatto con gli altri! Non lasciate in vita a Babilonia nessuno che semini o che mieta. Ogni straniero che vive in essa ritorni tra i suoi, nella sua patria, per sfuggire gli orrori della guerra». Il Signore afferma: «Israele era ridotto come un gregge disperso, inseguito dai leoni. Il re di Assiria lo raggiunse per primo, e lo divorò. Poi sopraggiunse anche Nabucodònosor, re di Babilonia, che completò la strage. Perciò io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, punirò il re di Babilonia e tutto il suo territorio come ho già punito il re di Assiria. Ricondurrò invece Israele come un gregge nel suo pascolo. Troverà di che sfamarsi sul monte Carmelo e nella fertile regione di Basan; mangerà a sazietà anche nelle zone montagnose di Èfraim e di Gàlaad. Quando questo accadrà non si troverà più nessuna traccia dei peccati d'Israele e delle colpe di Giuda perché io perdonerò quelli che lascerò in vita. Lo dico io, il Signore». Il Signore comanda: «Muovete all’attacco contro gli abitanti di Meratàim e di Pekod, distruggeteli, annientateli fino all’ultimo, eseguite tutti i miei ordini. C’è rumore di guerra, in quella regione! Tutto è distrutto! Com’è possibile? Babilonia era come un martello che fracassava ogni cosa in tutta la terra: ora lei stessa è ridotta in mille pezzi, è diventata oggetto di orrore tra le nazioni. Babilonia, ti sei messa contro di me, il Signore, e io ti ho preparato una trappola. Tu ci sei cascata, senza accorgertene, e sei rimasta prigioniera. Ho tirato fuori dai miei depositi le armi per sfogare il mio sdegno, perché devo compiere una grande impresa nella regione di Babilonia, io, il Signore, Dio dell'universo. Accorrete da ogni parte contro di lei, sfondate i suoi granai, ammucchiate il bottino e distruggetelo tutto: non lasciate nemmeno una briciola! Uccidete i suoi forti soldati, conduceteli come tori al macello! È arrivato il momento in cui ho deciso di punirli: per loro è finita! I profughi, fuggiti dalla regione di Babilonia, arrivano nella città di Sion per portare la grande notizia: “Il Signore nostro Dio l’ha punita! Ha vendicato la distruzione del suo tempio!”. Fate venire contro Babilonia tutti i soldati armati di arco: circondino la città e non lascino fuggire nessuno. Le facciano pagare il male commesso, la trattino come essa ha fatto con gli altri perché è stata arrogante con me, il Signore, il Santo d'Israele. Quel giorno i suoi giovani migliori cadranno morti per strada e tutti i soldati saranno sterminati, lo dico io, il Signore». Il Signore, Dio dell'universo, dichiara: «A noi due, Babilonia arrogante! È arrivata la tua ora e io ti punirò. Eri così sicura di te, ma ora barcolli e cadi a terra, nessuno ti dà una mano. Incendierò le tue città e anche i loro dintorni saranno distrutti». Così dice il Signore dell'universo: «Il popolo d'Israele e quello di Giuda sono tutt’e due oppressi dai loro nemici: questi li hanno deportati, li trattengono con la forza e non vogliono più lasciarli partire. Ma io sono forte e li libererò. Il mio nome è: il Signore dell'universo. Interverrò io stesso in loro difesa per rendere tranquilla la terra, e per sconvolgere la gente di Babilonia». Il Signore proclama: «Spada contro i Babilonesi, contro gli abitanti della capitale, contro i suoi capi e i consiglieri. Spada contro i suoi indovini bugiardi, ed essi impazziranno; spada contro i suoi forti soldati, ed essi tremeranno di paura. Spada contro i suoi cavalli, i suoi carri, i soldati stranieri che combattono per lei: essi diventeranno come donnicciole. Spada contro i suoi tesori: saranno abbandonati al saccheggio. La siccità colpirà i suoi fiumi ed essi si prosciugheranno. Babilonia è la patria degli idoli: questi oggetti orribili mandano in delirio quelli che li adorano. Perciò a Babilonia faranno la tana bestie selvatiche, sciacalli e struzzi. Gli uomini non l’abiteranno mai più: essa resterà disabitata per sempre! Io stesso la distruggerò come ho fatto con Sòdoma, Gomorra e le altre città vicine. Nessun uomo potrà mai più abitare in essa. Lo dico io, il Signore». «Attenzione! Un popolo sta arrivando dal nord, una grande nazione: re potenti si mettono in marcia dagli estremi confini della terra. Sono armati di archi e di lance, sono crudeli e senza pietà. Quando vanno a cavallo, il loro frastuono è come quello del mare in tempesta. Sono pronti, come un sol uomo, a combattere contro di te, Babilonia. Il re di Babilonia ha udito la loro fama e gli sono cadute le braccia: è spossato dal dolore e dall’angoscia come una donna durante il parto. Come un leone balza fuori dalla boscaglia del Giordano e getta lo scompiglio tra le pecore che pascolano nei prati, così io, il Signore, scaccerò i Babilonesi dalla loro terra. Metterò a governare su Babilonia chi vorrò io: infatti, chi può confrontarsi con me? chi può sfidarmi? c’è un pastore che può resistere di fronte a me? Io, il Signore, ho fatto un progetto contro Babilonia, ho studiato un piano contro tutta quella regione. Ascoltatemi bene: farò portar via anche i loro bambini come fossero agnelli e tutta la loro terra sarà devastata. Il crollo di Babilonia farà tremare la terra, le sue grida di aiuto giungeranno fino ai popoli più lontani».

Geremia 50:1-46 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

LA parola che il Signore pronunziò contro a Babilonia, contro al paese de' Caldei, per lo profeta Geremia. Annunziate fra le genti, e bandite, ed alzate la bandiera; banditelo, nol celate; dite: Babilonia è stata presa, Bel è confuso, Merodac è rotto in pezzi; le sue immagini sono confuse, i suoi idoli son rotti in pezzi. Perciocchè una nazione è salita contro a lei dal Settentrione, la quale metterà il paese di quella in desolazione, e non vi sarà più alcuno che abiti in lei; uomini, e bestie si son dileguati, se ne sono andati via. In que' giorni, ed in quel tempo, dice il Signore, i figliuoli d'Israele, ed i figliuoli di Giuda verranno, tutti insieme, e andranno piangendo, e ricercheranno il Signore Iddio loro. Domanderanno di Sion; per la via avranno volte là le facce; diranno: Venite, e congiungetevi al Signore per un patto eterno, che giammai non si dimentichi. Il mio popolo è stato a guisa di pecore smarrite; i lor pastori le hanno fatte andare errando, le han traviate su per li monti; sono andate di monte in colle, hanno dimenticata la lor mandra. Tutti coloro che le hanno trovate le han divorate; e i lor nemici hanno detto: Noi non saremo colpevoli di misfatto; conciossiachè abbiano peccato contro al Signore, abitacolo di giustizia, e contro al Signore, speranza de' lor padri. Fuggite del mezzo di Babilonia, ed uscite del paese de' Caldei; e siate come becchi dinanzi alla greggia. Perciocchè, ecco, io eccito, e fo levare contro a Babilonia una raunanza di grandi nazioni del paese di Settentrione; ed esse ordineranno la battaglia contro a lei, e sarà presa; le lor saette saranno come d'un valente, ed intendente saettatore che non ritorna a vuoto. E la Caldea sarà in preda; tutti quelli che la prederanno saranno saziati, dice il Signore. Perciocchè voi vi siete rallegrati; perciocchè voi avete trionfato, rubando la mia eredità; perciocchè voi avete ruzzato a guisa di vitella che pastura fra l'erbetta tenera, e avete annitrito come destrieri. La madre vostra è grandemente confusa; quella che vi ha partoriti è svergognata; ecco, è l'ultima delle nazioni, un deserto, un luogo arido, ed una solitudine. Per l'indegnazione del Signore, ella non sarà più abitata, anzi sarà tutta desolata; chiunque passerà presso di Babilonia sarà attonito, e zufolerà, per tutte le sue piaghe. Ordinate l'assalto contro a Babilonia d'ogni intorno, o voi arcieri tutti; saettate contro a lei, non risparmiate le saette; perciocchè ella ha peccato contro al Signore. Date di gran gridi contro a lei d'ogn'intorno; ella porge le mani; i suoi fondamenti caggiono, e le sue mura son diroccate; perciocchè questa è la vendetta del Signore; prendete vendetta di lei; fatele siccome ella ha fatto. Sterminate di Babilonia il seminatore, e colui che tratta la falce nel tempo della mietitura; ritorni ciascuno al suo popolo, e fuggasene ciascuno al suo paese, d'innanzi alla spada dello sforzatore. Israele è stato una pecorella smarrita, i leoni l'hanno cacciata; il primo che la divorò fu il re d'Assiria; ma quest'ultimo, cioè, Nebucadnesar, re di Babilonia, le ha tritate le ossa. Perciò, il Signor degli eserciti, l'Iddio d'Israele, ha detto così: Ecco, io farò punizione del re di Babilonia, e del suo paese, siccome ho fatta punizione del re di Assiria. E ricondurrò Israele alla sua mandra, ed egli pasturerà in Carmel, ed in Basan; e l'anima sua sarà saziata nel monte di Efraim, e di Galaad. In quei giorni, e in quel tempo, dice il Signore, si cercherà l'iniquità d'Israele, ma non sarà più; e i peccati di Giuda, ma non si ritroveranno più: perciocchè io perdonerò a quelli che avrò lasciati di resto. Sali contro al paese di Merataim, e contro agli abitanti di Pecod; deserta, e distruggi ogni cosa dietro a loro, dice il Signore; e fa' secondo tutto ciò che io ti ho comandato. Vi è un grido di guerra nel paese, ed una gran rotta. Come è stato mozzato, e rotto il martello di tutta la terra? come è stata Babilonia ridotta in desolazione fra le genti? Io ti ho incapestrata, o Babilonia, e tu sei stata presa, senza che tu l'abbia saputo; tu sei stata trovata, ed anche colta; perciocchè tu hai combattuto col Signore. Il Signore ha aperta la sua armeria, ed ha tratte fuori l'armi della sua indegnazione; perciocchè questa è un'opera, che il Signore Iddio degli eserciti vuole eseguire nel paese dei Caldei. Venite contro a lei dall'estremità del mondo, aprite le sue aie; calcatela come delle manelle di biade, e distruggetela; non restine alcun rimanente. Ammazzate con la spada tutti i suoi giovenchi, scendano al macello; guai a loro! perciocchè il giorno loro è venuto, il tempo della lor visitazione. Vi è una voce di genti che fuggono, e scampano dal paese di Babilonia, per annunziare in Sion la vendetta del Signore Iddio nostro, la vendetta del suo Tempio. Radunate a grida gran numero di genti contro a Babilonia; voi tutti che tirate dell'arco, accampatevi contro a lei d'ogn'intorno; niuno ne scampi; rendetele la retribuzione delle sue opere; secondo tutto ciò ch'ella ha fatto, fatele altresì; perciocchè ella è superbita contro al Signore, contro al Santo d'Israele. Perciò i suoi giovani caderanno nelle sue piazze, e tutti i suoi guerrieri saranno distrutti in quel giorno, dice il Signore. Eccomiti, o superba, dice il Signore Iddio degli eserciti; perciocchè il tuo giorno è venuto, il tempo che io ti visiterò. E la superbia traboccherà, e caderà, e non vi sarà alcuno che la rilevi; ed io accenderò un fuoco nelle sue città, che consumerà tutti i suoi luoghi circonvicini. Così ha detto il Signor degli eserciti: I figluoli d'Israele, e i figliuoli di Giuda, sono tutti quanti oppressati; tutti quelli che li hanno menati prigioni li ritengono, hanno ricusato di lasciarli andare. Il lor Redentore è forte, il suo Nome è: Il Signor degli eserciti; egli di certo dibatterà la lor querela, per commuovere la terra, e per mettere in turbamento gli abitatori di Babilonia. La spada soprasta a' Caldei, dice il Signore, ed agli abitatori di Babilonia, ed a' suoi principi, ed a' suoi savi. La spada soprasta a' bugiardi indovini d'essa, e ne smanieranno; la spada soprasta agli uomini prodi di essa, e ne saranno spaventati. La spada, soprasta a' suoi cavalli, ed a' suoi carri, ed a tutto il popolo mischiato, che è in mezzo di essa, e diverranno come donne; la spada soprasta a' suoi tesori, e saranno predati. Disseccamento soprasta alle sue acque, e saranno asciutte, perciocchè ella è un paese di sculture, ed essi sono insensati intorno agl'idoli. Perciò, le fiere, de' deserti avranno in essa la loro stanza, insieme co' gufi; e l'ulule vi dimoreranno; e non sarà giammai più abitata; e giammai, per niuna età, non vi si dimorerà più. Siccome Iddio sovvertì Sodoma, Gomorra, e le città lor vicine, dice il Signore; così non abiterà più quivi uomo alcuno, e niun figliuol d'uomo vi dimorerà più. Ecco, un popolo viene di Settentrione, ed una gran nazione; e re possenti si muovono dal fondo della terra. Impugneranno l'arco e la lancia; sono crudeli, senza pietà; la voce loro romoreggerà come il mare, e cavalcheranno sopra cavalli; saranno in ordine, a guisa d'uomini prodi, per la battaglia, contro a te, o figliuola di Babilonia. Il re di Babilonia ne ha udito il grido, e le sue mani ne son divenute fiacche; angoscia l'ha occupato; dolore, come di donna che partorisce. Ecco, colui salirà a guisa di leone, più violentemente che la piena del Giordano, contro all'abitacolo forte; perciocchè io lo farò correre sopra essa; e chi è valent'uomo scelto? ed io lo rassegnerò contro ad essa. Perciocchè, chi è pari a me? e chi mi sfiderà? e chi è il pastore che possa star fermo davanti a me? Perciò, ascoltate il consiglio del Signore, ch'egli ha preso contro a Babilonia; e i pensieri ch'egli ha divisati contro al paese de' Caldei: Se i più piccoli della greggia non li trascinano; se la lor mandra non è deserta insieme con loro. La terra ha tremato per lo romore della presa di Babilonia, e il grido se n'è udito fra le genti.