Lamentazioni 3:1-66
Lamentazioni 3:1-66 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Io sono l’uomo che ha visto l’afflizione sotto la verga del suo furore. Egli mi ha condotto, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Sì, contro di me di nuovo volge la sua mano tutto il giorno. Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha spezzato le mie ossa. Ha costruito contro di me e mi ha circondato di veleno e di affanno. Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi, come quelli che sono morti da lungo tempo. Mi ha circondato di un muro, perché non esca; mi ha caricato di pesanti catene. Anche quando grido e chiamo aiuto, egli chiude l’accesso alla mia preghiera. Egli mi ha sbarrato la via con blocchi di pietra, ha sconvolto i miei sentieri. È stato per me come un orso in agguato, come un leone in luoghi nascosti. Mi ha sviato dal mio cammino e mi ha squarciato, mi ha reso desolato. Ha teso il suo arco, mi ha posto come bersaglio delle sue frecce. Mi ha fatto penetrare nelle reni le frecce della sua faretra. Io sono diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno. Egli mi ha saziato di amarezza, mi ha abbeverato di assenzio. Mi ha spezzato i denti con la ghiaia, mi ha affondato nella cenere. Tu mi hai allontanato dalla pace, io ho dimenticato il benessere. Io ho detto: «È sparita la mia fiducia, non ho più speranza nel SIGNORE!» Ricòrdati della mia afflizione, della mia vita raminga, dell’assenzio e del veleno! Io me ne ricordo sempre, e ne sono intimamente prostrato. Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite, si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! «Il SIGNORE è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui». Il SIGNORE è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE. È bene per l’uomo portare il giogo della sua giovinezza. Si sieda solitario e stia in silenzio quando il SIGNORE glielo impone! Metta la sua bocca nella polvere! Forse c’è ancora speranza. Porga la guancia a chi lo percuote, si sazi pure di offese! Il Signore infatti non respinge per sempre, ma se affligge, ha pure compassione, secondo la sua immensa bontà; poiché non è volentieri che egli umilia e affligge i figli dell’uomo. Quando uno schiaccia sotto i piedi tutti i prigionieri della terra, quando uno vìola i diritti di un uomo in presenza dell’Altissimo, quando si fa torto a qualcuno nella sua causa, il Signore non lo vede forse? Chi mai dice una cosa che si avveri, se il Signore non l’ha comandato? Il male e il bene non procedono forse dalla bocca dell’Altissimo? Perché si rammarica la creatura vivente? L’uomo vive malgrado i suoi peccati! Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al SIGNORE! Eleviamo le mani e i nostri cuori a Dio nei cieli! «Noi abbiamo peccato, siamo stati ribelli, e tu non hai perdonato. Ti sei avvolto nella tua ira e ci hai inseguiti; tu hai ucciso senza pietà. Ti sei avvolto in una nuvola, perché la preghiera non potesse raggiungerti; tu hai fatto di noi delle spazzature, dei rifiuti, in mezzo ai popoli. Tutti i nostri nemici aprono larga la bocca contro di noi. Ci sono toccati il terrore, la fossa, la desolazione e la rovina». I miei occhi si sciolgono in fiumi di lacrime per la rovina della figlia del mio popolo. L’occhio mio piange senza posa, senza alcun riposo, finché dal cielo il SIGNORE non guardi e non veda il nostro stato. L’occhio mio mi tormenta per tutte le figlie della mia città. Quelli che mi sono nemici senza motivo mi hanno dato la caccia come a un uccello. Hanno voluto annientare la mia vita nella fossa, mi hanno gettato pietre addosso. Le acque salivano fin sopra il mio capo; io dicevo: «È finita per me!» Io ho invocato il tuo nome, o SIGNORE, dal fondo della fossa. Tu hai udito la mia voce; non chiudere l’orecchio al mio sospiro, al mio grido! Nel giorno che io ti ho invocato ti sei avvicinato; tu hai detto: «Non temere!» O Signore, tu hai difeso la mia causa, tu hai redento la mia vita. O SIGNORE, tu vedi il torto che mi è fatto, giudica tu la mia causa! Tu vedi tutto il loro rancore, tutte le loro macchinazioni contro di me. Tu odi i loro insulti, SIGNORE, tutte le loro macchinazioni contro di me, il linguaggio dei miei avversari e ciò che meditano contro di me tutto il giorno! Guarda! Quando si siedono, quando si alzano, io sono la loro canzone. Tu li retribuirai, SIGNORE, secondo l’opera delle loro mani. Darai loro indurimento di cuore, la tua maledizione. Li inseguirai nella tua ira e li sterminerai sotto i cieli del SIGNORE.
Lamentazioni 3:1-66 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Io sono l'uomo che ha visto l'afflizione sotto la verga del suo furore. Egli mi ha condotto, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Sí, contro di me di nuovo volge la sua mano tutto il giorno. Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha spezzato le mie ossa. Ha costruito contro di me e mi ha circondato di veleno e di affanno. Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi, come quelli che sono morti da lungo tempo. Mi ha circondato di un muro, perché non esca; mi ha caricato di pesanti catene. Anche quando grido e chiamo aiuto, egli chiude l'accesso alla mia preghiera. Egli mi ha sbarrato la via con blocchi di pietra, ha sconvolto i miei sentieri. È stato per me come un orso in agguato, come un leone in luoghi nascosti. Mi ha sviato dal mio cammino, e mi ha squarciato, mi ha reso desolato. Ha teso il suo arco, mi ha posto come bersaglio delle sue frecce. Mi ha fatto penetrare nelle reni le frecce della sua faretra. Io sono diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno. Egli mi ha saziato d'amarezza, mi ha abbeverato d'assenzio. Mi ha spezzato i denti con la ghiaia, mi ha affondato nella cenere. Tu mi hai allontanato dalla pace, io ho dimenticato il benessere. Io ho detto: «È sparita la mia fiducia, non ho piú speranza nel Signore!» Ricòrdati della mia afflizione, della mia vita raminga, dell'assenzio e del veleno! Io me ne ricordo sempre, e ne sono intimamente prostrato. Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! «Il Signore è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui». Il Signore è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore. È bene per l'uomo portare il giogo della sua giovinezza. Si sieda solitario e stia in silenzio quando il Signore glielo impone! Metta la sua bocca nella polvere! forse c'è ancora speranza. Porga la guancia a chi lo percuote, si sazi pure di offese! Il Signore infatti non respinge per sempre; ma, se affligge, ha pure compassione, secondo la sua immensa bontà; poiché non è volentieri che egli umilia e affligge i figli dell'uomo. Quando uno schiaccia sotto i piedi tutti i prigionieri della terra, quando uno víola i diritti di un uomo in presenza dell'Altissimo, quando si fa torto a qualcuno nella sua causa, il Signore non lo vede forse? Chi mai dice una cosa che si avveri, se il Signore non l'ha comandato? Il male e il bene non procedono forse dalla bocca dell'Altissimo? Perché si rammarica la creatura vivente? L'uomo vive malgrado i suoi peccati! Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al Signore! Eleviamo le mani e i nostri cuori a Dio nei cieli! «Noi abbiamo peccato, siamo stati ribelli, e tu non hai perdonato. Ti sei avvolto nella tua ira, e ci hai inseguiti; tu hai ucciso senza pietà; ti sei avvolto in una nuvola, perché la preghiera non potesse raggiungerti; tu hai fatto di noi delle spazzature, dei rifiuti, in mezzo ai popoli. Tutti i nostri nemici aprono larga la bocca contro di noi. Ci sono toccati il terrore, la fossa, la desolazione e la rovina». I miei occhi si sciolgono in fiumi di lacrime per la rovina della figlia del mio popolo. L'occhio mio piange senza posa, senza alcun riposo, finché dal cielo il Signore non guardi e non veda il nostro stato. L'occhio mio mi tormenta per tutte le figlie della mia città. Quelli che mi sono nemici senza motivo mi hanno dato la caccia come a un uccello. Hanno voluto annientare la mia vita nella fossa, mi hanno gettato pietre addosso. Le acque salivano fin sopra il mio capo; io dicevo: «È finita per me!» Io ho invocato il tuo nome, o Signore, dal fondo della fossa; tu hai udito la mia voce; non chiudere l'orecchio al mio sospiro, al mio grido! Nel giorno che io ti ho invocato ti sei avvicinato; tu hai detto: «Non temere!» O Signore, tu hai difeso la mia causa, tu hai redento la mia vita. O Signore, tu vedi il torto che mi è fatto, giudica tu la mia causa! Tu vedi tutto il loro rancore, tutte le loro macchinazioni contro di me. Tu odi i loro insulti, Signore, tutte le loro macchinazioni contro di me, il linguaggio dei miei avversari e ciò che meditano contro di me tutto il giorno! Guarda! quando si siedono, quando si alzano, io sono la loro canzone. Tu li retribuirai, Signore, secondo l'opera delle loro mani. Darai loro indurimento di cuore, la tua maledizione. Li inseguirai nella tua ira, e li sterminerai sotto i cieli del Signore.
Lamentazioni 3:1-66 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Io sono l’uomo che ha conosciuto la miseria sotto il bastone dell'ira del Signore. Egli mi ha fatto camminare nelle tenebre, non nella luce. Continua a colpirmi un giorno dopo l’altro. Mi ha ridotto a uno scheletro e ha spezzato le mie ossa. Tutto intorno mi ha innalzato un muro di amarezze e difficoltà. Mi ha fatto abitare nelle tenebre come chi è morto da lungo tempo. Mi ha chiuso tra quattro mura, mi ha legato con pesanti catene. Anche se grido e chiedo aiuto, egli soffoca la mia preghiera. Mi ha sbarrato ogni strada con blocchi di pietra, mi ha chiuso ogni sentiero. Egli è stato per me un orso nascosto, un leone sempre in agguato. Mi ha reso la strada impossibile, mi ha fatto a pezzi e mi ha lasciato sconsolato. Ha teso il suo arco e mi ha preso come bersaglio, ha trapassato le mie reni con tutte le sue frecce. Tutti ridono di me, ogni giorno mi canzonano. Mi ha fatto mangiare erbe amare, e mi ha dato da bere assenzio. Mi ha fatto sbattere i denti sulla ghiaia, e mi ha schiacciato nella polvere. Mi ha tolto la pace, ho dimenticato che cosa vuol dire star bene. Non c’è più forza in me, è finita la speranza che mi veniva dal Signore. Il ricordo del mio dolore, del mio vagabondaggio è assenzio e veleno. Ricordo, ricordo tutto e mi sento abbattuto. Questo, però, voglio richiamare alla mente, per riavere la speranza: la bontà del Signore non è finita, il suo amore non è esaurito, la sua bontà si rinnova ogni mattino, la sua fedeltà è grande. Sono sicuro: il Signore è il mio tesoro, per questo io spero in lui. Il Signore è buono con chi spera in lui, con tutti quelli che lo cercano. È bene aspettare in silenzio la salvezza che il Signore manderà. È bene che l’uomo si abitui a portare il giogo fin dalla giovinezza. Deve stare solo e in silenzio quando il Signore glielo impone. Si inchini con la bocca nella polvere, perché forse c’è ancora speranza. A chi lo colpisce porga la guancia e accetti le offese senza reagire. Perché il Signore non respinge per sempre: anche se fa soffrire, ha compassione nella sua grande bontà. Non prova piacere quando fa soffrire e umilia gli uomini. Quando si schiacciano sotto i piedi tutti i prigionieri di una terra, quando si sfida il Dio Altissimo violando i diritti di un uomo, quando si commettono ingiustizie nei processi, forse che il Signore non lo vede? Chi può con la sua parola far accadere qualcosa se il Signore non l’ha ordinato? Non è forse la parola del Dio Altissimo che provoca benessere e sventure? Di che cosa si lamenta, allora, l’uomo se, malgrado i suoi peccati, è ancora in vita? Esaminiamo con attenzione il nostro comportamento e torniamo al Signore. Preghiamo con tutto il nostro cuore alzando le mani a Dio che è nel cielo. Siamo stati peccatori e ribelli e tu, Signore, non ci hai perdonato. Chiuso nella tua ira, ci hai perseguitati e massacrati senza pietà. Ti sei nascosto dietro una nuvola per non essere raggiunto dalle nostre preghiere. Ci hai ridotto come spazzatura, come rifiuti in mezzo agli altri popoli. Tutti i nostri nemici contro di noi spalancano la bocca. Il terrore, il baratro, la devastazione e la rovina sono la nostra sorte. Torrenti di lacrime scendono dai miei occhi per la rovina del mio popolo. I miei occhi piangono senza interruzione, non trovo sollievo. Ma aspetto che il Signore ci guardi dall’alto e ci veda. Il miei occhi mi affliggono mostrandomi quel che accade alle donne della mia città. Quelli che mi sono nemici senza motivo, mi hanno dato la caccia come a un uccello. Mi hanno buttato vivo in una fossa e mi hanno coperto di pietre. L’acqua mi ha sommerso e mi sono detto: «Per me è finita!». Dalla fossa profonda, Signore, ti ho invocato. Tu mi hai sentito gridare: «Non restare sordo ai miei lamenti e sospiri». Quando ti ho invocato, ti sei avvicinato e mi hai detto: «Non temere». Signore, tu hai difeso la mia causa e hai salvato la mia vita. Signore, tu hai visto il torto che mi hanno fatto: rendimi giustizia. Hai visto come si sono vendicati di me, hai visto i loro intrighi. Signore, hai sentito i loro insulti, hai visto le loro trame contro di me. Tutti i giorni i miei nemici parlano e complottano contro di me. Osservali: seduti o alzati, non fanno che canzonarmi. Ripagali, Signore, per come si sono comportati. Rendili incapaci di reagire: sia questa la tua maledizione su di loro. Siano perseguitati dalla tua ira, Signore, eliminati di sotto il cielo.
Lamentazioni 3:1-66 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
IO son l'uomo che ha veduta afflizione, Per la verga dell'indegnazion del Signore. Egli mi ha condotto, e fatto camminar nelle tenebre, E non nella luce. Certo, egli mi ritorna addosso, E rivolge la sua mano contro a me tuttodì. Egli ha fatta invecchiar la mia carne, e la mia pelle; Egli mi ha fiaccate le ossa. Egli ha fatti degli edificii contro a me, E mi ha intorniato di tosco e di affanno. Egli mi ha fatto dimorare in luoghi tenebrosi, A guisa di quelli che son morti già da lungo tempo. Egli mi ha assiepato d'ogn'intorno, sì che non posso uscire; Egli ha aggravati i miei ceppi. Eziandio quando grido e sclamo, Egli chiude il passo alla mia orazione, Egli ha chiuse le mie vie di pietre conce a scarpello, Ha rinvolti i miei sentieri. Egli mi è stato un orso all'agguato, Un leone ne' suoi nascondimenti. Egli ha traviate le mie vie, Mi ha tagliato a pezzi, mi ha renduto desolato. Egli ha teso l'arco suo, E mi ha posto come un bersaglio incontro alle saette. Egli mi ha fitti nelle reni Gli strali del suo turcasso. Io sono in derisione a tutti i popoli, E son la lor canzone tuttodì. Egli mi ha saziato di amaritudini, Mi ha inebbriato di assenzio. Egli mi ha stritolati i denti con della ghiaia, Mi ha voltolato nella cenere. E tu hai allontanata l'anima mia dalla pace, Ed io ho dimenticato il bene. E ho detto: Il Signore ha fatta perire la mia forza, E la mia speranza. Ricordati della mia afflizione, E del mio esilio; del tosco e dell'assenzio. L'anima mia se ne ricorda del continuo, E se ne abbatte in me. Questo mi torna alla mente, Perciò spererò ancora. Se non siamo stati del tutto consumati, È per le benignità del Signore; Perciocchè le sue misericordi non son venute meno; Si rinnovano ogni mattina; La tua lealtà è grande. Il Signore è la mia parte, ha detto l'anima mia; Perciò spererò in lui. Il Signore è buono a quelli che l'aspettano, All'anima che lo ricerca. Buona cosa è di aspettare in silenzio La salute del Signore. Buona cosa è all'uomo di portare il giogo Nella sua giovanezza. Sieda egli pur solitario, ed in silenzio, Se Dio gliel'ha imposto! Metta pur la sua bocca nella polvere! Forse, ci sarà ancora speranza; Porga pur la guancia a chi lo percuote; Si sazî pur di vituperio! Poichè il Signore non rigetta in perpetuo; Anzi, se affligge, ha altresì compassione, Secondo la moltitudine delle sue benignità. Perciocchè s'egli affligge, E addolora i figliuoli degli uomini, Non lo fa volentieri. Mentre altri trita sotto i suoi piedi Tutti i prigioni della terra; Mentre altri pervertisce la ragion dell'uomo, Nel cospetto dell'Altissimo; Mentre altri fa torto all'uomo nella sua lite; Il Signore nol vede egli? Chi è colui che abbia detta qualche cosa, e quella sia avvenuta, Che il Signore non l'abbia comandata? Non procedono i mali ed i beni Dalla bocca dell'Altissimo? Perchè si rammarica l'uomo vivente? Perchè si rammarica l'uomo della pena del suo peccato? Esaminiamo le nostre vie, E ricerchiamole e convertiamoci al Signore. Alziamo i nostri cuori, e le palme delle mani, A Dio ne' cieli, dicendo: Noi abbiam misfatto, e siamo stati ribelli; E tu non hai perdonato. Tu ci hai coperti d'ira, e ci hai perseguitati; Tu hai ucciso e non hai risparmiato. Tu hai distesa una nuvola intorno a te, Acciocchè l'orazione non passasse. Tu ci hai fatti essere spazzature, Ed abbominio, per mezzo i popoli. Tutti i nostri nemici hanno aperta la bocca contro a noi. Noi siamo incorsi in ispavento, ed in fossa; In desolazione, ed in fiaccamento. L'occhio mio cola in rivi d'acque, Per lo fiaccamento della figliuola del mio popolo. L'occhio mio stilla, senza posa, E non ha alcuna requie; Finchè il Signore non riguarda, E non vede dal cielo. L'occhio mio affanna l'anima mia, Per tutte le figliuole della mia città. Quelli che senza cagione, mi son nemici, Mi han cacciato del continuo, come un uccelletto; Hanno troncata la vita mia, e l'hanno messa nella fossa; Ed hanno gettate delle pietre sopra me. Le acque mi hanno inondato fin sopra il capo; Io ho detto: Io son riciso. Io ho invocato il tuo Nome, o Signore, Dalla fossa de' luoghi bassissimi. Tu hai udita la mia voce; Non nascondere il tuo orecchio al mio sospiro, ed al mio grido. Tu ti sei accostato al giorno che io ti ho invocato; Tu hai detto: Non temere. O Signore, tu hai dibattute le querele dell'anima mia; Tu hai riscossa la vita mia. O Signore, tu vedi il torto che mi è fatto; Giudica la mia causa. Tu vedi tutte le lor vendette, Tutti i lor pensieri contro a me. Tu odi, Signore, i loro obbrobri, Tutte le lor macchinazioni contro a me; Le parole di quelli che mi si levano incontro, Ed i ragionamenti che tengono contro a me tuttodì. Riguarda, quando si seggono, e quando si levano; Io sono la lor canzone. O Signore, rendi loro la retribuzione, Secondo le opere delle lor mani. Da' loro ingombramento di cuore, La tua maledizione. Perseguili in ira, E disperdili di sotto al cielo del Signore.