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Lamentazioni 5:1-22

Lamentazioni 5:1-22 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Ricòrdati, SIGNORE, di quello che ci è avvenuto! Guarda e vedi la nostra infamia! La nostra eredità è passata agli stranieri, le nostre case agli estranei. Noi siamo diventati orfani, senza padre, le nostre madri sono come vedove. Noi beviamo la nostra acqua dietro pagamento, la nostra legna noi la compriamo. Con il giogo sul collo, siamo inseguiti; siamo spossati, non abbiamo riposo. Abbiamo teso la mano verso l’Egitto e verso l’Assiria, per saziarci di pane. I nostri padri hanno peccato e non sono più; noi portiamo la pena delle loro iniquità. Degli schiavi dominano su di noi e non c’è chi ci liberi dalle loro mani. Noi raccogliamo il nostro pane a rischio della nostra vita, affrontando la spada del deserto. La nostra pelle brucia come un forno per l’arsura della fame. Essi hanno disonorato le donne a Sion, le vergini delle città di Giuda. I capi sono stati impiccati dalle loro mani, la persona anziana non è stata rispettata. I giovani hanno portato le macine, i ragazzini hanno vacillato sotto il carico della legna. I vecchi hanno abbandonato la porta della città, i giovani la musica dei loro strumenti. La gioia è scomparsa dai nostri cuori, le nostre danze sono mutate in lutto. La corona ci è caduta dal capo; guai a noi, perché abbiamo peccato! Per questo langue il nostro cuore, per questo si oscurano i nostri occhi: perché il monte di Sion è desolato e vi passeggiano le volpi. Ma tu, SIGNORE, regni per sempre; il tuo trono dura d’età in età. Perché dovresti dimenticarci per sempre e abbandonarci per lungo tempo? Facci tornare a te, o SIGNORE, e noi torneremo! Ridonaci dei giorni come quelli di un tempo! Ci hai forse rigettati davvero? Sei tu adirato fortemente contro di noi?

Lamentazioni 5:1-22 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Ricòrdati, Signore, di quello che ci è avvenuto! Guarda e vedi la nostra infamia! La nostra eredità è passata agli stranieri, le nostre case, agli estranei. Noi siamo diventati orfani, senza padre, le nostre madri sono come vedove. Noi beviamo la nostra acqua dietro pagamento, la nostra legna noi la compriamo. Con il giogo sul collo, siamo inseguiti; siamo spossati, non abbiamo riposo. Abbiamo teso la mano verso l'Egitto e verso l'Assiria, per saziarci di pane. I nostri padri hanno peccato, e non sono piú; noi portiamo la pena delle loro *iniquità. Degli schiavi dominano su di noi e non c'è chi ci liberi dalle loro mani. Noi raccogliamo il nostro pane a rischio della nostra vita, affrontando la spada del deserto. La nostra pelle brucia come un forno per l'arsura della fame. Essi hanno disonorato le donne a *Sion, le vergini delle città di *Giuda. I capi sono stati impiccati dalle loro mani, la persona anziana non è stata rispettata. I giovani hanno portato le *macine, i ragazzini hanno vacillato sotto il carico della legna. I vecchi hanno abbandonato la *porta della città, i giovani la musica dei loro strumenti. La gioia è scomparsa dai nostri cuori, le nostre danze sono mutate in lutto. La corona ci è caduta dal capo; guai a noi, perché abbiamo peccato! Per questo langue il nostro cuore, per questo si oscurano i nostri occhi: perché il monte di Sion è desolato e vi passeggiano le volpi. Ma tu, Signore, regni per sempre; il tuo trono dura d'età in età. Perché dovresti dimenticarci per sempre e abbandonarci per lungo tempo? Facci tornare a te, o Signore, e noi torneremo! Ridonaci dei giorni come quelli di un tempo! Ci hai forse rigettati davvero? Sei tu adirato fortemente contro di noi?

Lamentazioni 5:1-22 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Signore, ricordati di quel che ci è accaduto guarda, vedi il nostro obbrobrio. I nostri beni sono passati a estranei, le nostre case a stranieri. I nostri padri sono morti: siamo rimasti orfani e le nostre madri vedove. Per bere l’acqua dei nostri pozzi dobbiamo pagare, dobbiamo comprare la legna dei nostri boschi. I nostri persecutori ci sono addosso; siamo sfiniti, non abbiamo riposo. Abbiamo teso la mano all’Egitto e all’Assiria per saziare la nostra fame. I nostri padri hanno peccato. Ora non ci sono più, ma noi portiamo il peso delle loro colpe. Gli schiavi sono nostri padroni, nessuno ci libera dalle loro mani. Per procurarci da mangiare rischiamo la vita contro le bande armate del deserto. Per i morsi della fame la nostra pelle brucia come un forno. Hanno violentato le donne di Sion, le ragazze delle città di Giuda. Hanno impiccato i nobili con le loro mani, non hanno avuto rispetto per gli anziani. Hanno messo i giovani alla macina del mulino, i ragazzi son caduti sotto il peso della legna. Gli anziani hanno smesso di riunirsi alla porta, i giovani di suonare le loro musiche. La gioia si è spenta nei nostri cuori, la nostra danza si è mutata in lutto. La corona è caduta dalla nostra testa. Guai a noi che abbiamo peccato! Per questo soffre il nostro cuore, per questo si sono ottenebrati i nostri occhi: perché il monte Sion è diventato un deserto, un posto abitato da volpi. Ma tu, Signore, regni per sempre, il tuo trono è perenne. Perché dovresti dimenticarci per sempre e abbandonarci per tutta la vita? Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo. Dacci di nuovo dei giorni come quelli di prima. Ci hai forse respinti per sempre? Non c’è limite alla tua ira?

Lamentazioni 5:1-22 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

RICORDATI, Signore, di quello che ci è avvenuto; Riguarda, e vedi li nostro vituperio. La nostra eredità è stata trasportata agli stranieri, E le nostre case a' forestieri. Noi siam divenuti orfani, senza padre; E le nostre madri come donne vedove. Noi abbiam bevuta la nostra acqua per danari, Le nostre legne ci sono state vendute a prezzo. Noi abbiam sofferta persecuzione sopra il nostro collo; Noi ci siamo affannati, e non abbiamo avuto alcun riposo. Noi abbiam porta la mano agli Egizi, Ed agli Assiri, per saziarci di pane. I nostri padri hanno peccato, e non sono più; Noi abbiam portate le loro iniquità. De' servi ci hanno signoreggiati; Non vi è stato alcuno che ci abbia riscossi di man loro. Noi abbiamo addotta la nostra vittuaglia A rischio della nostra vita, per la spada del deserto. La nostra pelle è divenuta bruna come un forno, Per l'arsure della fame. Le donne sono state sforzate in Sion, E le vergini nelle città di Giuda. I principi sono stati impiccati per man di coloro; Non si è avuta riverenza alle facce de' vecchi. I giovani hanno portata la macinatura, E i fanciulli son caduti per le legne. I vecchi hanno abbandonato le porte, E i giovani i loro suoni. La gioia del nostro cuore è cessata, I nostri balli sono stati cangiati in duolo. La corona del nostro capo è caduta; Guai ora a noi! perciocchè abbiam peccato. Per questo il cuor nostro è languido; Per queste cose gli occhi nostri sono scurati. Egli è perchè il monte di Sion è deserto, Sì che le volpi vi passeggiano. Tu, Signore, dimori in eterno; Il tuo trono è stabile per ogni età. Perchè ci dimenticheresti in perpetuo? Perchè ci abbandoneresti per lungo tempo? O Signore, convertici a te, e noi sarem convertiti: Rinnova i nostri giorni, come erano anticamente. Perciocchè, ci hai tu del tutto riprovati? Sei tu adirato contro a noi fino all'estremo?