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Vangelo secondo Matteo 18:21-35

Vangelo secondo Matteo 18:21-35 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Perciò il regno dei cieli può essere paragonato ad un re che volle fare i conti con i suoi servi. Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto”. Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: “Paga quello che devi!” Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava, dicendo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò”. Ma l’altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l’accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu avere pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” E il suo signore, adirato, lo diede in mano agli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello».

Vangelo secondo Matteo 18:21-35 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Allora *Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesú a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila *talenti. E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto”. Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento *denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: “Paga quello che devi!” Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me, e ti pagherò”. Ma l'altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l'accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Cosí vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello».

Vangelo secondo Matteo 18:21-35 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Allora Pietro si avvicinò a Gesù e gli domandò: — Signore, quante volte dovrò perdonare a un mio fratello che mi fa del male? Fino a sette volte? Rispose Gesù: — No, non dico fino a sette volte, ma fino a settanta volta sette! «Perché il *regno di Dio è così. «Un re decise di controllare i servi che avevano amministrato i suoi beni. Stava facendo i suoi conti, quando gli portarono un servitore che doveva pagargli un’enorme somma di denaro. «Ma costui non poteva pagare, e per questo il re ordinò di venderlo come schiavo e di vendere anche sua moglie, i suoi figli e ciò che possedeva, per fargli pagare il debito. «Allora il servitore si inginocchiò davanti al re e si mise a pregarlo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto!”. «Il re ebbe pietà di lui: cancellò il suo debito e lo lasciò andare. «Appena uscito, quel servitore incontrò un suo compagno che doveva pagargli una piccola somma di denaro. Lo prese per il collo e lo stringeva fino a soffocarlo mentre diceva: — Paga quel che mi devi! «L’altro cadde ai suoi piedi e si mise a supplicarlo: — Abbi pazienza con me e ti pagherò. «Ma costui non volle saperne, anzi lo fece mettere in prigione fino a quando non avesse pagato tutto il debito. «Gli altri servitori videro queste cose e rimasero molto dispiaciuti. Andarono dal re e gli raccontarono tutto quel che era accaduto. Allora il re chiamò di nuovo quel servitore e gli disse: “Servo crudele! Io ti ho perdonato quel debito enorme perché tu mi hai supplicato. Dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te”. «Poi, pieno di collera, lo fece mettere in prigione fino a quando non avesse pagato tutto il debito». E Gesù aggiunse: «Così il Padre mio che è in cielo farà con ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

Vangelo secondo Matteo 18:21-35 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Allora Pietro, accostatoglisi, disse: Signore, quante volte, peccando il mio fratello contro a me, gli perdonerò io? fino a sette volte? Gesù gli disse: Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Perciò, il regno de' cieli è assomigliato ad un re, il qual volle far ragione co' suoi servitori. Ed avendo cominciato a far ragione, gli fu presentato uno, ch'era debitore di diecimila talenti. E non avendo egli da pagare, il suo signore comandò ch'egli, e la sua moglie, e i suoi figliuoli, e tutto quanto avea, fosse venduto, e che il debito fosse pagato. Laonde il servitore, gettatosi a terra, si prostese davanti a lui, dicendo: Signore, abbi pazienza inverso me, ed io ti pagherò tutto. E il signor di quel servitore, mosso da compassione, lo lasciò andare, e gli rimise il debito. Ma quel servitore, uscito fuori, trovò uno de' suoi conservi, il qual gli dovea cento denari: ed egli lo prese, e lo strangolava, dicendo: Pagami ciò che tu mi devi. Laonde il suo conservo, gettatoglisi a' piedi, lo pregava, dicendo: Abbi pazienza inverso me, ed io ti pagherò tutto. Ma egli non volle, anzi andò, e lo cacciò in prigione, finchè avesse pagato il debito. Or i suoi conservi, veduto il fatto, ne furono grandemente contristati, e vennero al lor signore, e gli dichiararono tutto il fatto. Allora il suo signore lo chiamò a sè, e gli disse: Malvagio servitore, io ti rimisi tutto quel debito, perciocchè tu me ne pregasti. Non ti si conveniva egli altresì aver pietà del tuo conservo, siccome io ancora avea avuta pietà di te? E il suo signore, adiratosi, lo diede in man de' sergenti, da martoriarlo, infino a tanto ch'egli avesse pagato tutto ciò che gli era dovuto. Così ancora vi farà il vostro Padre celeste, se voi non rimettete di cuore ognuno al suo fratello i suoi falli.