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Zaccaria 11:1-17

Zaccaria 11:1-17 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Libano, apri le tue porte, e il fuoco divori i tuoi cedri! Urla, cipresso, perché il cedro è caduto e gli alberi magnifici sono devastati! Urlate, querce di Basan, perché la foresta impenetrabile è abbattuta! Si odono i lamenti dei pastori, perché la loro gloria è distrutta; si ode il ruggito dei leoncelli, perché le rive lussureggianti del Giordano sono devastate. Così parla il SIGNORE, il mio Dio: «Pasci le mie pecore destinate al macello, quelle che i compratori uccidono senza rendersi colpevoli, delle quali i venditori dicono: “Sia benedetto il SIGNORE, io mi arricchisco!”, quelle che i loro pastori non risparmiano affatto. Poiché io non risparmierò più gli abitanti del paese», dice il SIGNORE, «anzi, ecco, io abbandonerò gli uomini, ognuno in balìa del suo prossimo e in balìa del suo re; essi schiacceranno il paese e io non libererò nessuno dalle loro mani». Allora io mi misi a pascolare le pecore destinate al macello, perciò le più misere del gregge. Mi presi due bastoni; chiamai l’uno Favore e l’altro Vincoli, e mi misi a pascolare il gregge. Io soppressi tre pastori in un mese; persi la pazienza con loro e anche loro si erano disgustati di me. Io dissi: «Non vi porterò più al pascolo; la moribonda muoia, quella che sta per perire perisca, e quelle che restano divorino l’una la carne dell’altra». Presi allora il mio bastone Favore e lo spezzai, per annullare il patto che avevo stretto con tutti i popoli. Quello fu annullato in quel giorno, e le pecore più misere del gregge, che mi osservavano, conobbero che quella era la parola del SIGNORE. Io dissi loro: «Se vi sembra giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare». Ed essi mi pesarono il mio salario: trenta sicli d’argento. Il SIGNORE mi disse: «Gettalo per il vasaio, questo magnifico prezzo con cui mi hanno valutato!» Io presi i trenta sicli d’argento e li gettai nella casa del SIGNORE per il vasaio. Poi spezzai l’altro bastone, Vincoli, per rompere la fratellanza fra Giuda e Israele. Il SIGNORE mi disse: «Prenditi anche gli arnesi di un pastore stolto. Perché, ecco, io susciterò nel paese un pastore che non si curerà delle pecore che periscono, non cercherà le disperse, non guarirà le ferite, non nutrirà quelle che stanno in piedi, ma mangerà la carne delle grasse e strapperà loro perfino le unghie. Guai al pastore stolto che abbandona il gregge! La spada gli colpirà il braccio e l’occhio destro. Il braccio gli si seccherà del tutto e l’occhio destro gli si spegnerà completamente».

Zaccaria 11:1-17 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Libano, apri le tue porte, e il fuoco divori i tuoi cedri! Urla, cipresso, perché il cedro è caduto e gli alberi magnifici sono devastati! Urlate, querce di *Basan, perché la foresta impenetrabile è abbattuta! Si odono i lamenti dei pastori, perché la loro gloria è distrutta; si ode il ruggito dei leoncelli, perché le rive lussureggianti del *Giordano sono devastate. Cosí parla il Signore, il mio Dio: «Pasci le mie pecore destinate al macello, quelle che i compratori uccidono senza rendersi colpevoli, delle quali i venditori dicono: “Sia benedetto il Signore, io mi arricchisco!” quelle che i loro pastori non risparmiano affatto. Poiché io non risparmierò piú gli abitanti del paese», dice il Signore, «anzi, ecco, io abbandonerò gli uomini, ognuno in balía del suo prossimo e in balía del suo re; essi schiacceranno il paese e io non libererò nessuno dalle loro mani». Allora io mi misi a pascolare le pecore destinate al macello e, perciò, le piú misere del gregge; mi presi due bastoni; chiamai l'uno Favore e l'altro Vincoli e mi misi a pascolare il gregge. Io soppressi tre pastori in un mese; persi la pazienza con loro e anche loro si erano disgustati di me. Io dissi: «Non vi porterò piú al pascolo, la moribonda muoia, quella che sta per perire perisca, e quelle che restano divorino l'una la carne dell'altra». Presi allora il mio bastone Favore e lo spezzai, per annullare il patto che avevo stretto con tutti i popoli. Quello fu annullato in quel giorno e le pecore piú misere del gregge, che mi osservavano, conobbero che quella era la parola del Signore. Io dissi loro: «Se vi sembra giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare». Ed essi mi pesarono il mio salario: trenta *sicli d'argento. Il Signore mi disse: «Gettalo per il vasaio, questo magnifico prezzo con cui mi hanno valutato!» Io presi i trenta sicli d'argento e li gettai nella casa del Signore per il vasaio. Poi spezzai l'altro bastone Vincoli, per rompere la fratellanza fra *Giuda e *Israele. Il Signore mi disse: «Prenditi anche gli arnesi di un pastore stolto. Perché, ecco, io susciterò nel paese un pastore che non si curerà delle pecore che periscono, non cercherà le disperse, non guarirà le ferite, non nutrirà quelle che stanno in piedi, ma mangerà la carne delle grasse e strapperà loro perfino le unghie. Guai al pastore stolto che abbandona il gregge! La spada gli colpirà il braccio e l'occhio destro. Il braccio gli si seccherà del tutto e l'occhio destro gli si spegnerà completamente».

Zaccaria 11:1-17 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Apri le porte, Libano, così il fuoco divorerà i tuoi cedri. Gemete, cipressi, i cedri sono abbattuti, quegli alberi maestosi sono distrutti. Gemete, querce della regione di Basan, la vostra foresta impenetrabile è stata rasa al suolo. Si sentono gemere i pastori dei popoli, la loro gloriosa potenza è distrutta. Si sentono ruggire i leoni, la rigogliosa boscaglia lungo il Giordano è devastata. Un giorno il Signore, mio Dio, mi ordinò: «Tu devi diventare il pastore di quelle pecore destinate al macello. Quelli che le comprano, le sgozzano senza ritenersi colpevoli, quelli che le vendono dicono: “Ringraziamo il Signore, siamo diventati ricchi!”. Gli stessi loro pastori non ne hanno pietà. Io, il Signore, dichiaro che neppure io avrò pietà degli abitanti di questa regione. Abbandonerò ogni uomo in mano al suo vicino e al suo re. I re devasteranno questa terra e non libererò nessuno dalle loro mani». Diventai il pastore di quelle pecore destinate al macello per conto dei commercianti. Presi due bastoni; ne chiamai uno ‘Amicizia’ e l’altro ‘Unione’, e mi misi a pascolare il gregge. In un solo mese eliminai tre pastori, ma mi adirai con le pecore perché non volevano più saperne di me. Allora dissi: «Non sarò più il vostro pastore. Chi deve morire muoia, chi deve essere eliminato, lo sia! I sopravvissuti si divorino l’un l’altro!». Presi il bastone chiamato ‘Amicizia’ e lo spezzai. Così ruppi il patto d'amicizia che il Signore aveva concluso con tutti i popoli. Il patto fu rotto in quello stesso giorno, e i commercianti di pecore che mi osservavano compresero che il Signore parlava attraverso le mie azioni. Dissi loro: «Se vi sembra giusto, datemi il mio salario, altrimenti lasciate stare». Essi contarono trenta pezzi d'argento e me li diedero come salario. Il Signore mi disse: «Guarda quanto poco mi hanno valutato! Porta quella enorme somma al fonditore!». Presi quei soldi e li diedi al fonditore nel tempio. Poi spezzai il secondo bastone chiamato ‘Unione’. Così ruppi la fratellanza tra la gente di Giuda e quella d'Israele. Il Signore mi disse ancora: «Comportati adesso come un cattivo pastore. Infatti io manderò un pastore che non si curerà delle pecore che stanno per essere eliminate. Non cercherà quelle disperse, non curerà quelle ferite, non nutrirà quelle ancor sane. Invece egli mangerà la carne delle più grasse e strapperà loro le unghie». Guai al pastore cattivo che abbandona il gregge! La spada distrugga la forza delle sue braccia, la vivacità dei suoi occhi. Le sue braccia restino paralizzate, i suoi occhi diventino ciechi.

Zaccaria 11:1-17 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

APRI, o Libano, le tue porte, e il fuoco consumerà i tuoi cedri. Urlate, abeti; perciocchè i cedri son caduti, e gli alberi nobili sono stati guasti; urlate, querce di Basan; perciocchè la selva chiusa è stata abbattuta. Vi è un grido d'urlo de' pastori, perciocchè la lor gloria è stata guasta; vi è un grido di ruggito de' leoncelli, perciocchè l'altezza del Giordano è stata guasta. Così ha detto il Signore Iddio mio: Pastura le pecore esposte ad uccisione; i cui comperatori le uccidono, e non ne son tenuti colpevoli; ed i cui venditori dicono: Benedetto sia il Signore; io son pure arricchito; ed i cui pastori non le risparmiano punto. Perciocchè io non risparmierò più gli abitanti del paese, dice il Signore; anzi ecco, io farò cader gli uomini nelle mani l'un dell'altro, e nelle mani del loro re; ed essi metteranno il paese in conquasso, ed io non li riscoterò dalle lor mani. Io adunque pasturai le pecore esposte ad uccisione, che son veramente le più povere della greggia; e mi presi due verghe; all'una posi nome: Piacevolezza, e all'altra posi nome: Vincoli; e pasturai la greggia. Ed io sterminai tre pastori in un mese; ma l'anima mia si accorò per essi, ed anche l'anima loro mi ebbe a sdegno. Ed io dissi: Io non vi pasturerò più; quella che muore muoia, quella che perisce perisca, e quelle che rimangono mangino la carne l'una dell'altra. Ed io presi la mia verga, detta Piacevolezza, e la spezzai; annullando il mio patto, che io avea fatto con tutti i popoli. E quello fu annullato in quel giorno, e i poveri d'infra la greggia che mi osservavano conobbero che ciò era parola del Signore. Ed io dissi loro: Se così vi piace, datemi il mio premio; se no, rimanetevene. Ed essi mi pesarono trenta sicli d'argento per lo mio premio. E il Signore mi disse: Gettali via, perchè sien dati ad un vasellaio; quest'è il prezzo onorevole, nel quale io sono stato da loro apprezzato. Io presi adunque i trenta sicli d'argento, e li gettai nella Casa del Signore, per esser dati ad un vasellaio. Poi ruppi la mia seconda verga, detta Vincoli, rompendo la fratellanza fra Giuda ed Israele. E il Signore mi disse: Prenditi ancora gli arnesi d'un pazzo pastore. Perciocchè, ecco, io farò sorgere nel paese un pastore, il qual non avrà cura delle pecore che periranno; egli non cercherà le disperse, e non risanerà le fiaccate, e non sostenterà quelle che stanno ancora in piè; anzi mangerà la carne delle grasse, e schianterà loro le unghie. Guia al pastore da nulla, che abbandona la greggia; la spada soprasta al suo braccio, ed al suo occhio destro; il suo braccio si seccherà del tutto, ed il suo occhio destro sarà del tutto oscurato.