Salvami, o Dio: l’acqua mi arriva alla gola. Affondo in un mare di fango, non ho più un punto d'appoggio; sono caduto in acque profonde, la corrente mi trascina via! Sono sfinito a forza di gridare, ho la gola in fiamme; i miei occhi si sono consumati nell’attesa del mio Dio. Sono più dei capelli del mio capo quelli che mi odiano senza motivo; sono potenti i miei persecutori, i miei bugiardi nemici. Se non ho rubato, come posso restituire? O Dio, tu conosci la mia stoltezza, le mie colpe non ti restano nascoste. Non vengano disonorati per colpa mia quelli che sperano in te, Signore dell'universo; per causa mia non siano umiliati quelli che cercano te, Dio d'Israele. Per amor tuo, ho subito umiliazioni, il mio volto si è coperto di vergogna. Per i miei fratelli sono diventato un estraneo, un forestiero per i miei familiari. È la passione per il tuo tempio che mi consuma, gli insulti di chi t’insulta mi ricadono addosso. Mi sono logorato nei digiuni e non ho avuto che insulti; mi sono vestito a lutto, ma sono diventato la favola di tutti.
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