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EPISTOLA DI S. PAOLO A'~GALATI 3:11-22

EPISTOLA DI S. PAOLO A'~GALATI 3:11-22 DB1885

Ora, che per la legge niuno sia giustificato presso Iddio, è manifesto, perciocchè: Il giusto viverà di fede. Ma la legge non è di fede; anzi: L'uomo che avrà fatte queste cose viverà per esse. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo per noi fatto maledizione (perciocchè egli è scritto: Maledetto è chiunque è appiccato al legno); acciocchè la benedizione di Abrahamo avvenga alle nazioni in Cristo Gesù; affinchè per la fede riceviamo la promessa dello Spirito. Fratelli, io parlo nella maniera degli nomini: se un patto è fermato, benchè sia un patto d'uomo, niuno l'annulla, o vi sopraggiunge cosa alcuna. Or le promesse furono fatte ad Abrahamo, ed alla sua progenie; non dice: Ed alle progenie, come parlando di molte; ma come d'una: Ed alla tua progenie, che è Cristo. Or questo dico io: La legge, venuta quattrocentrent'anni appresso, non annulla il patto fermato prima da Dio in Cristo, per ridurre al niente la promessa. Perciocchè, se l'eredità è per la legge, non è più per la promessa. Or Iddio donò quella ad Abrahamo per la promessa. Perchè dunque fu data la legge? fu aggiunta per le trasgressioni, finchè fosse venuta la progenie, alla quale era stata fatta la promessa; essendo pubblicata dagli angeli, per mano d'un mediatore. Or il mediatore non è d'uno; ma Iddio è uno. La legge è ella dunque stata data contro alle promesse di Dio? Così non sia; perciocchè, se fosse stata data la legge, che potesse vivificare, veramente la giustizia sarebbe per la legge. Ma la scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, acciocchè la promessa fosse data a' credenti per la fede di Gesù Cristo.