Logo YouVersion
Icona Cerca

GEREMIA 11:1-23

GEREMIA 11:1-23 DB1885

LA parola che fu dal Signore indirizzata a Geremia, dicendo: Ascoltate le parole di questo patto, e parlate agli uomini di Giuda, ed agli abitanti di Gerusalemme. E tu di' loro: Così ha detto il Signore Iddio d'Israele: Maledetto l'uomo, che non ascolterà le parole di questo patto; il quale io comandai a' padri vostri di osservare, quando li trassi fuor del paese di Egitto, della fornace di ferro, dicendo: Ascoltate la mia voce, e fate queste cose, secondo tutto quello che io vi comando; e voi mi sarete popolo, ed io vi sarò Dio. Acciocchè io metta ad effetto il giuramento che io feci a' vostri padri, di dar loro un paese stillante latte e miele; come si vede al dì d'oggi. Ed io risposi, e dissi: Amen, Signore. Appresso il Signore mi disse: Predica tutte queste parole nelle città di Giuda, e nelle piazze di Gerusalemme: dicendo: Ascoltate le parole di questo patto, e mettetele ad effetto. Conciossiachè io abbia fatte di gran protestazioni a' vostri padri, dal dì che io li trassi fuor del paese di Egitto, infino a questo giorno, protestando loro ogni giorno, fin dalla mattina, e dicendo: Ascoltate la mia voce. Ma essi non l'hanno ascoltata, e non hanno porto l'orecchio loro, e son camminati ciascuno secondo la durezza del cuor suo malvagio; laonde io ho fatte venir sopra loro tutte le parole di questo patto, il quale io avea lor comandato di osservare; ma non l'hanno osservato. Poi il Signore mi disse: Ei si trova una congiura fra gli uomini di Giuda, e fra gli abitanti di Gerusalemme. Son tornati alle iniquità de' lor padri antichi, i quali ricusarono di ascoltar le mie parole; e sono anch'essi andati dietro ad altri dii, per servirli; la casa d'Israele e la casa di Giuda hanno rotto il mio patto, che io avea fatto co' lor padri. Perciò, cosi ha detto il Signore: Ecco, io fo venir sopra loro un male, del quale non potranno uscire, e grideranno a me, ma io non li ascolterò. Allora le città di Giuda, e gli abitanti di Gerusalemme, andranno, e grideranno agl'iddii, a' quali fanno profumi; ma essi non li salveranno in modo alcuno, nel tempo della loro avversità. Perciocchè, o Giuda, tu hai avuti tanti dii, quanto è il numero delle tue città; e voi avete rizzati tanti altari alla cosa vergognosa, quanto è il numero delle strade di Gerusalemme; altari da far profumi a Baal. Tu adunque non pregar per questo popolo, e non prendere a gridare, nè a fare orazion per loro; perciocchè io non li esaudirò, quando grideranno a me per la loro avversità. Che ha da far più il mio caro amico nella mia Casa, piochè i maggiori l'impiegano a scelleratezza? Or le carni sacre trapasseranno via da te; perciocchè allora che tu commetti il tuo male, tu festeggi. Il Signore avea chiamato il tuo nome: Ulivo verdeggiante, bello in vaghi frutti; ma, al suono di un grande stormo, egli ha acceso d'intorno a quello un fuoco, e i suoi rami sono stati consumati. E il Signor degli eserciti, che ti avea piantata, ha pronunziato contro a te del male, per la malvagità della casa d'Israele, e della casa di Giuda, che han commessa per dispettarmi, facendo profumi a Baal. OR il Signore mi ha fatti conoscere i lor fatti, ed io li ho conosciuti; allora, Signore, tu me li hai mostrati. Ed io sono stato come un agnello, od un bue, che si mena al macello; ed io non sapeva che facessero delle macchinazioni contro a me, dicendo: Attossichiamo il suo cibo, e sterminiamolo dalla terra de' viventi, e non sia il suo nome più ricordato. Ma, o Signor degli eserciti, giusto Giudice, che provi le reni, e il cuore, fa'che io vegga la tua vendetta sopra loro; perciocchè io ti dichiaro la mia ragione. Perciò, così ha detto il Signore intorno a que' di Anatot, che cercano l'anima tua, dicendo: Non profetizzar nel Nome del Signore, che tu non muoia per le nostre mani; perciò così ha detto il Signor degli eserciti: Ecco, io ne farò punizione sopra loro; i giovani morranno per la spada; e i lor figliuoli e le lor figliuole morranno di fame. E non resterà di loro alcun rimanente; perciocchè io farò venire del male sopra que' di Anatot, l'anno della lor visitazione.