Logo YouVersion
Icona Cerca

Geremia 11:1-23

Geremia 11:1-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE: «Ascoltate le parole di questo patto e parlate agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme! Di’ loro: “Così parla il SIGNORE, Dio d’Israele: Maledetto l’uomo che non ascolta le parole di questo patto, che io comandai ai vostri padri il giorno che li feci uscire dal paese d’Egitto, dalla fornace di ferro, dicendo: ‘Ascoltate la mia voce e fate tutto quello che vi comanderò; voi sarete mio popolo e io sarò vostro Dio, affinché io possa mantenere il giuramento che feci ai vostri padri, di dar loro un paese dove scorrono il latte e il miele’, come oggi si vede”». Allora io risposi: «Amen, SIGNORE!» Il SIGNORE mi disse: «Proclama tutte queste parole nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, dicendo: “Ascoltate le parole di questo patto e mettetele in pratica! Io infatti ho scongiurato i vostri padri dal giorno che li feci uscire dal paese d’Egitto fino a questo giorno, li ho scongiurati fin dal mattino, dicendo: ‘Ascoltate la mia voce!’ Ma essi non l’hanno ascoltata, non hanno prestato orecchio e hanno camminato seguendo ciascuno la caparbietà del loro cuore malvagio; perciò io ho fatto venire su di loro tutto quello che avevo detto in quel patto che io avevo comandato loro di osservare, e che essi non hanno osservato”». Poi il SIGNORE mi disse: «Esiste una congiura tra gli uomini di Giuda e fra gli abitanti di Gerusalemme. Sono tornati alle iniquità dei loro padri antichi, i quali rifiutarono di ascoltare le mie parole; sono andati anch’essi dietro ad altri dèi, per servirli. La casa d’Israele e la casa di Giuda hanno rotto il patto che io avevo fatto con i loro padri. Perciò così parla il SIGNORE: “Ecco, io faccio venire su di loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò. Allora le città di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme andranno a gridare agli dèi a cui offrono profumi; ma essi non li salveranno nel tempo della calamità! Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante sono le tue città; e quante sono le strade di Gerusalemme, tanti sono gli altari che avete eretti alla vergogna, altari per offrire profumi a Baal”. Tu non pregare per questo popolo, non ti mettere a gridare né a fare suppliche per loro; perché io non li esaudirò quando grideranno a me a causa della calamità che li avrà colpiti. “Che ha da fare l’amato mio nella mia casa, quando vi si commettono molte scelleratezze? Forse che della carne consacrata allontanerà da te la calamità, perché tu possa rallegrarti?”». Il SIGNORE ti aveva chiamato Ulivo verdeggiante, adorno di bei frutti. Al rumore di un gran tumulto egli vi appicca il fuoco, e i rami ne sono danneggiati. Il SIGNORE degli eserciti che ti aveva piantato pronuncia del male contro di te, a causa della malvagità commessa a loro danno dalla casa d’Israele e dalla casa di Giuda, quando hanno provocato la mia ira offrendo profumi a Baal. Il SIGNORE me l’ha fatto sapere, e io l’ho saputo; allora tu mi hai mostrato le loro azioni. Io ero come un docile agnello che si conduce al macello; io non sapevo che tramavano macchinazioni contro di me, dicendo: «Distruggiamo l’albero con il suo frutto, sterminiamolo dalla terra dei viventi, affinché il suo nome non sia più ricordato». Ma, o SIGNORE degli eserciti, giusto giudice, che scruti le reni e il cuore, io vedrò la tua vendetta su di loro, poiché a te io rimetto la mia causa. Perciò così parla il SIGNORE riguardo a quelli di Anatot che cercano la tua vita e dicono: «Non profetizzare nel nome del SIGNORE, se non vuoi morire per mano nostra». Perciò così parla il SIGNORE degli eserciti: «Ecco, io sto per punirli; i giovani moriranno per la spada, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame. Non resterà di loro nessun residuo, poiché io farò venire la calamità su quelli di Anatot, l’anno in cui li visiterò».

Geremia 11:1-23 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore: «Ascoltate le parole di questo patto, e parlate agli uomini di *Giuda e agli abitanti di *Gerusalemme! Di' loro: Cosí parla il Signore, Dio d'*Israele: “Maledetto l'uomo che non ascolta le parole di questo patto, che io comandai ai vostri padri il giorno che li feci uscire dal paese d'Egitto, dalla fornace di ferro”, dicendo: “Ascoltate la mia voce e fate tutto quello che vi comanderò, voi sarete mio popolo e io sarò vostro Dio, affinché io possa mantenere il giuramento che feci ai vostri padri, di dar loro un paese dove scorre il latte e il miele”, come oggi si vede». Allora io risposi: «Amen, Signore!» Il Signore mi disse: «Proclama tutte queste parole nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, dicendo: “Ascoltate le parole di questo patto, e mettetele in pratica! Io infatti ho scongiurato i vostri padri dal giorno che li feci uscire dal paese d'Egitto fino a questo giorno, li ho scongiurati fin dal mattino, dicendo: «Ascoltate la mia voce!» Ma essi non l'hanno ascoltata, non hanno prestato orecchio, e hanno camminato seguendo ciascuno la caparbietà del loro cuore malvagio; perciò io ho fatto venir su di loro tutto quello che avevo detto in quel patto che io avevo comandato loro di osservare, e che essi non hanno osservato”». Poi il Signore mi disse: «Esiste una congiura tra gli uomini di Giuda e fra gli abitanti di Gerusalemme. Sono tornati alle *iniquità dei loro padri antichi, i quali rifiutarono di ascoltare le mie parole; sono andati anch'essi dietro ad altri dèi, per servirli; la casa d'Israele e la casa di Giuda hanno rotto il patto che io avevo fatto con i loro padri. Perciò, cosí parla il Signore: “Ecco, io faccio venir su di loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò. Allora le città di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme andranno a gridare agli dèi a cui offrono profumi; ma essi non li salveranno, nel tempo della calamità! Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante sono le tue città; e quante sono le strade di Gerusalemme, tanti sono gli altari che avete eretti alla vergogna, altari per offrir profumi a *Baal”. «Tu non pregare per questo popolo, non ti mettere a gridare né a far suppliche per loro; perché io non li esaudirò quando grideranno a me a causa della calamità che li avrà colpiti. Che ha da fare l'amato mio nella mia casa? Lei ha commesso molte scelleratezze. Forse che dei voti e della carne consacrata allontaneranno da te la calamità, perché tu possa rallegrarti?» Il Signore ti aveva chiamato Ulivo verdeggiante, adorno di bei frutti. Al rumore di un gran tumulto, egli vi appicca il fuoco, e i rami ne sono danneggiati. Il Signore degli eserciti che ti aveva piantato pronunzia del male contro di te, a causa della malvagità commessa a loro danno dalla casa d'Israele e dalla casa di Giuda, quando hanno provocato la mia ira, offrendo profumi a Baal. Il Signore me l'ha fatto sapere, e io l'ho saputo; allora tu mi hai mostrato le loro azioni. Io ero come un docile agnello che si conduce al macello; io non sapevo che tramavano macchinazioni contro di me dicendo: «Distruggiamo l'albero con il suo frutto, sterminiamolo dalla terra dei viventi; affinché il suo nome non sia piú ricordato». Ma, o Signore degli eserciti, giusto giudice, che scruti le reni e il cuore, io vedrò la tua vendetta su di loro, poiché a te io rimetto la mia causa. «Perciò, cosí parla il Signore riguardo a quelli di Anatot che cercano la tua vita e dicono: “Non *profetare nel nome del Signore, se non vuoi morire per mano nostra”. Perciò, cosí parla il Signore degli eserciti: “Ecco, io sto per punirli; i giovani moriranno per la spada, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame; non resterà di loro nessun residuo; poiché io farò venire la calamità su quelli di Anatot, l'anno in cui li visiterò”».

Geremia 11:1-23 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Il Signore mi affidò un messaggio per gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme: «Ascoltate i termini dell’alleanza! Io, il Signore Dio d'Israele, maledico chiunque non li mette in pratica. È la stessa alleanza che io prescrissi ai vostri antenati quando li feci uscire dall’Egitto, dove stavano come in una fornace per fondere il ferro. Allora dissi: “Se ubbidite alla mia voce e mettete in pratica quel che io vi comando, diventerete il mio popolo e io sarò il vostro Dio, cosicché possa mantenere il giuramento fatto ai vostri antenati di dare loro una terra dove scorre latte e miele, proprio quella che voi ora abitate”». Io risposi: «Va bene, Signore, porterò il tuo messaggio». Allora il Signore mi disse: «Va’ nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Proclama il mio messaggio, esorta il popolo ad ascoltare i termini di questa alleanza e a metterli in pratica. Da quando ho fatto uscire i loro antenati dall’Egitto fino a oggi, ho scongiurato ripetutamente il popolo di ubbidire alle mie parole. Ma essi non hanno ascoltato e non hanno ubbidito. Ognuno ha continuato ad essere testardo e ostinato nel fare il male. Io avevo ordinato di osservare gli impegni di questa alleanza, ma essi non lo hanno fatto: perciò ho applicato contro di loro le sanzioni previste». Il Signore mi disse ancora: «Ho visto che gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme hanno fatto una congiura. Sono tornati a commettere i peccati dei loro antenati. Anch’essi hanno rifiutato di ubbidire alle mie parole, hanno seguito gli dèi stranieri e li hanno adorati. Così gli abitanti d'Israele e di Giuda hanno rotto l’alleanza che avevo concluso con i loro antenati. Per questo — dice il Signore — manderò una sciagura e non potranno evitarla. Essi mi chiameranno a gran voce perché li aiuti, ma io non li ascolterò. Allora gli abitanti di Gerusalemme e delle altre città di Giuda andranno a implorare aiuto agli dèi ai quali hanno offerto incenso. Ma quando arriverà il disastro, gli dèi non potranno in nessun modo salvarli. La gente di Giuda ha ormai tanti dèi quante sono le sue città. Per offrire incenso a quel vergognoso idolo di Baal gli abitanti di Gerusalemme hanno costruito più altari che strade. Geremia, non pregare per questo popolo, non piangere e non supplicarmi in suo favore. Quando saranno colpiti dalla sciagura e cercheranno il mio aiuto, non li ascolterò». Dice il Signore: «Il popolo che io amo ha commesso azioni malvagie. Che cosa viene a fare ora nel mio tempio? Pensa forse di allontanare il disastro con promesse e con sacrifici di animali? Pensa forse di farla franca? Io avevo fatto diventare il mio popolo forte e ricco come un ulivo carico di frutti, ma ora gli darò fuoco, le sue foglie bruceranno con grande rumore e spezzerò i suoi rami. «Io, il Signore dell'universo, lo avevo piantato. Ma ora ho deciso di far venire una sciagura sul mio popolo, Israele e Giuda, per il male che hanno commesso. Mi hanno offeso: hanno offerto incenso in onore di Baal». Il Signore mi ha fatto vedere gli intrighi che i miei nemici tramavano contro di me e allora ho aperto gli occhi. Io ero come un agnello docile portato al macello e non capivo che tutti quegli intrighi erano a mio danno. Essi dicevano di me: «Abbattiamo l’albero mentre è nel suo pieno vigore; uccidiamolo, e sia dimenticato il suo nome». Allora pregai così: «Signore dell'universo, tu sei un giudice giusto e conosci i sentimenti e i pensieri segreti dell'uomo. Io ho affidato a te la mia causa: sono certo che vedrò come tu punirai i miei nemici». Gli abitanti di Anatòt minacciano di uccidermi e dicono che mi ammazzeranno se continuo ad annunziare il messaggio del Signore. Perciò il Signore dell'universo dice: «Io li punirò! I loro giovani saranno uccisi in guerra, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame. Nessuno di essi si salverà quando castigherò gli abitanti di Anatòt con la sciagura che manderò su di loro».

Geremia 11:1-23 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

LA parola che fu dal Signore indirizzata a Geremia, dicendo: Ascoltate le parole di questo patto, e parlate agli uomini di Giuda, ed agli abitanti di Gerusalemme. E tu di' loro: Così ha detto il Signore Iddio d'Israele: Maledetto l'uomo, che non ascolterà le parole di questo patto; il quale io comandai a' padri vostri di osservare, quando li trassi fuor del paese di Egitto, della fornace di ferro, dicendo: Ascoltate la mia voce, e fate queste cose, secondo tutto quello che io vi comando; e voi mi sarete popolo, ed io vi sarò Dio. Acciocchè io metta ad effetto il giuramento che io feci a' vostri padri, di dar loro un paese stillante latte e miele; come si vede al dì d'oggi. Ed io risposi, e dissi: Amen, Signore. Appresso il Signore mi disse: Predica tutte queste parole nelle città di Giuda, e nelle piazze di Gerusalemme: dicendo: Ascoltate le parole di questo patto, e mettetele ad effetto. Conciossiachè io abbia fatte di gran protestazioni a' vostri padri, dal dì che io li trassi fuor del paese di Egitto, infino a questo giorno, protestando loro ogni giorno, fin dalla mattina, e dicendo: Ascoltate la mia voce. Ma essi non l'hanno ascoltata, e non hanno porto l'orecchio loro, e son camminati ciascuno secondo la durezza del cuor suo malvagio; laonde io ho fatte venir sopra loro tutte le parole di questo patto, il quale io avea lor comandato di osservare; ma non l'hanno osservato. Poi il Signore mi disse: Ei si trova una congiura fra gli uomini di Giuda, e fra gli abitanti di Gerusalemme. Son tornati alle iniquità de' lor padri antichi, i quali ricusarono di ascoltar le mie parole; e sono anch'essi andati dietro ad altri dii, per servirli; la casa d'Israele e la casa di Giuda hanno rotto il mio patto, che io avea fatto co' lor padri. Perciò, cosi ha detto il Signore: Ecco, io fo venir sopra loro un male, del quale non potranno uscire, e grideranno a me, ma io non li ascolterò. Allora le città di Giuda, e gli abitanti di Gerusalemme, andranno, e grideranno agl'iddii, a' quali fanno profumi; ma essi non li salveranno in modo alcuno, nel tempo della loro avversità. Perciocchè, o Giuda, tu hai avuti tanti dii, quanto è il numero delle tue città; e voi avete rizzati tanti altari alla cosa vergognosa, quanto è il numero delle strade di Gerusalemme; altari da far profumi a Baal. Tu adunque non pregar per questo popolo, e non prendere a gridare, nè a fare orazion per loro; perciocchè io non li esaudirò, quando grideranno a me per la loro avversità. Che ha da far più il mio caro amico nella mia Casa, piochè i maggiori l'impiegano a scelleratezza? Or le carni sacre trapasseranno via da te; perciocchè allora che tu commetti il tuo male, tu festeggi. Il Signore avea chiamato il tuo nome: Ulivo verdeggiante, bello in vaghi frutti; ma, al suono di un grande stormo, egli ha acceso d'intorno a quello un fuoco, e i suoi rami sono stati consumati. E il Signor degli eserciti, che ti avea piantata, ha pronunziato contro a te del male, per la malvagità della casa d'Israele, e della casa di Giuda, che han commessa per dispettarmi, facendo profumi a Baal. OR il Signore mi ha fatti conoscere i lor fatti, ed io li ho conosciuti; allora, Signore, tu me li hai mostrati. Ed io sono stato come un agnello, od un bue, che si mena al macello; ed io non sapeva che facessero delle macchinazioni contro a me, dicendo: Attossichiamo il suo cibo, e sterminiamolo dalla terra de' viventi, e non sia il suo nome più ricordato. Ma, o Signor degli eserciti, giusto Giudice, che provi le reni, e il cuore, fa'che io vegga la tua vendetta sopra loro; perciocchè io ti dichiaro la mia ragione. Perciò, così ha detto il Signore intorno a que' di Anatot, che cercano l'anima tua, dicendo: Non profetizzar nel Nome del Signore, che tu non muoia per le nostre mani; perciò così ha detto il Signor degli eserciti: Ecco, io ne farò punizione sopra loro; i giovani morranno per la spada; e i lor figliuoli e le lor figliuole morranno di fame. E non resterà di loro alcun rimanente; perciocchè io farò venire del male sopra que' di Anatot, l'anno della lor visitazione.