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EVANGELO DI S. LUCA 19:3-48

EVANGELO DI S. LUCA 19:3-48 DB1885

e cercava di veder Gesù, per saper chi egli era; ma non poteva per la moltitudine, perciocchè egli era piccolo di statura. E corse innanzi, e salì sopra un sicomoro, per vederlo; perciocchè egli avea da passare per quella via. E come Gesù fu giunto a quel luogo, alzò gli occhi, e lo vide, e gli disse: Zaccheo, scendi giù prestamente, perciocchè oggi ho ad albergare in casa tua. Ed egli scese prestamente, e lo ricevette con allegrezza. E tutti, veduto ciò, mormoravano, dicendo: Egli è andato ad albergare in casa d'un uomo peccatore. E Zaccheo, presentatosi al Signore, gli disse: Signore, io dono la metà di tutti i miei beni a' poveri; e se ho frodato alcuno, io gliene fo la restituzione a quattro doppi. E Gesù gli disse: Oggi è avvenuta salute a questa casa; poichè anche costui è figliuol d'Abrahamo. Perciocchè il Figliuol dell'uomo è venuto per cercare, e per salvare ciò ch'era perito. OR ascoltando essi queste cose, Gesù soggiunse, e disse una parabola; perciocchè egli era vicino a Gerusalemme, ed essi stimavano che il regno di Dio apparirebbe subito in quello stante. Disse adunque: Un uomo nobile andò in paese lontano, per prender la possession d'un regno, e poi tornare. E chiamati a sè dieci suoi servitori, diede loro dieci mine, e disse loro: Trafficate, finchè io venga. Or i suoi cittadini l'odiavano, e gli mandarono dietro un'ambasciata, dicendo: Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi. Ed avvenne che quando egli fu ritornato, dopo aver presa la possessione del regno, comandò che gli fosser chiamati que' servitori, a' quali avea dati i denari, acciocchè sapesse quanto ciascuno avea guadagnato trafficando. E il primo si presentò, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate altre dieci. Ed egli gli disse: Bene sta, buon servitore; perciocchè tu sei stato leale in cosa minima, abbi podestà sopra dieci città. Poi venne il secondo, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate cinque. Ed egli disse ancora a costui: E tu sii sopra cinque città. Poi ne venne un altro, che disse: Signore, ecco la tua mina, la quale io ho tenuta riposta in uno sciugatoio. Perciocchè io ho avuto tema di te, perchè tu sei uomo aspro, e togli ciò che non hai messo, e mieti ciò che non hai seminato. E il suo signore gli disse: Io ti giudicherò per la tua propria bocca, malvagio servitore; tu sapevi che io sono uomo aspro, che tolgo ciò che non ho messo, e mieto ciò che non ho seminato; perchè dunque non desti i miei denari a' banchieri, ed io, al mio ritorno, li avrei riscossi con frutto? Allora egli disse a coloro ch'erano ivi presenti: Toglietegli la mina, e datela a colui che ha le dieci mine. (Ed essi gli dissero: Signore, egli ha dieci mine). Perciocchè io vi dico, che a chiunque ha sarà dato; ma, a chi non ha, eziandio quel ch'egli ha gli sarà tolto. Oltre a ciò, menate qua que' miei nemici, che non hanno voluto che io regnassi sopra loro, e scannateli in mia presenza. ORA, avendo dette queste cose, egli andava innanzi, salendo in Gerusalemme. E come egli fu vicin di Betfage, e di Betania, presso al monte detto degli Ulivi, mandò due de' suoi discepoli, dicendo: Andate nel castello, che è qui di rincontro; nel quale essendo entrati, troverete un puledro d'asino legato, sopra il quale niun uomo giammai montò; scioglietelo, e menatemelo. E se alcun vi domanda perchè voi lo sciogliete, ditegli così: Perciocchè il Signore ne ha bisogno. E coloro ch'erano mandati andarono, e trovarono come egli avea lor detto. E come essi scioglievano il puledro, i padroni d'esso dissero loro: Perchè sciogliete voi quel puledro? Ed essi dissero: Il Signore ne ha bisogno. E lo menarono a Gesù; e gettaron le lor vesti sopra il puledro, e vi fecero montar Gesù sopra. E mentre egli camminava, stendevan le lor veste nella via. E come egli già era presso della scesa del monte degli Ulivi, tutta la moltitudine de' discepoli con allegrezza prese a lodare Iddio con gran voce, per tutte le potenti operazioni che avean vedute; dicendo: Benedetto sia il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo, e gloria ne' luoghi altissimi! Ed alcuni de' Farisei d'infra la moltitudine gli dissero: Maestro, sgrida i tuoi discepoli! Ed egli, rispondendo, disse loro: Io vi dico che se costoro si tacciono, le pietre grideranno. E come egli fu presso della città, veggendola, pianse sopra lei, dicendo: Oh! se tu ancora, almeno in questo giorno, avessi riconosciute le cose appartenenti alla tua pace! ma ora, esse son nascoste agli occhi tuoi. Perciocchè ti sopraggiungeranno giorni, ne' quali i tuoi nemici ti faranno degli argini attorno, e ti circonderanno, e ti assedieranno d'ogn'intorno. Ed atterreranno te, e i tuoi figliuoli dentro di te; e non lasceranno in te pietra sopra pietra; perciocchè tu non hai riconosciuto il tempo della tua visitazione. POI, entrato nel tempio, prese a cacciare coloro che vendevano, e che comperavano in esso; dicendo loro: Egli è scritto: La casa mia è casa di orazione; ma voi ne avete fatta una spelonca di ladroni. Ed ogni giorno egli insegnava nel tempio. Ed i principali sacerdoti, e gli Scribi, e i capi del popolo cercavano di farlo morire. E non trovavano che cosa potesser fare, perciocchè tutto il popolo pendeva dalla sua bocca, ascoltandolo.