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Vangelo secondo Luca 19:3-48

Vangelo secondo Luca 19:3-48 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora, per vederlo, corse avanti e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abraamo; perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto». Mentre essi ascoltavano queste cose, Gesù aggiunse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio stesse per manifestarsi immediatamente. Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l’investitura di un regno e poi tornare. Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Or i suoi concittadini lo odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: “Non vogliamo che costui regni su di noi”. Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l’investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci”. Il re gli disse: “Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città”. Poi venne il secondo, dicendo: “La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine”. Egli disse anche a questo: “E tu sii a capo di cinque città”. Poi ne venne un altro che disse: “Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, perché ho avuto paura di te che sei un uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato e mieti quello che non hai seminato”. Il re gli disse: “Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l’interesse?” Poi disse a coloro che erano presenti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine”. Essi gli dissero: “Signore, egli ha dieci mine!” “Io vi dico che a chiunque ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E questi miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza”». Dette queste cose, Gesù andava avanti, salendo a Gerusalemme. Come fu vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, mandò due discepoli, dicendo: «Andate nella borgata di fronte, nella quale, entrando, troverete un puledro legato su cui non è mai salito nessuno; slegatelo e conducetelo qui. Se qualcuno vi domanda perché lo slegate, direte così: “Il Signore ne ha bisogno”». E quelli che erano stati mandati partirono e trovarono proprio come egli aveva detto loro. Mentre essi slegavano il puledro, i suoi padroni dissero loro: «Perché slegate il puledro?» Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». E lo condussero a Gesù; e, gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla via. Quando fu vicino alla città, alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste, dicendo: «Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi!» Alcuni farisei, tra la folla, gli dissero: «Maestro, sgrida i tuoi discepoli!» Ma egli rispose: «Vi dico che se costoro taceranno, grideranno le pietre». Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi. Poiché verranno su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee, ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata». Poi, entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà una casa di preghiera”, ma voi ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi e i notabili del popolo cercavano di farlo morire; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo, ascoltandolo, pendeva dalle sue labbra.

Vangelo secondo Luca 19:3-48 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

cercava di vedere chi era Gesú, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo, corse avanti, e salí sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesú giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesú gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'*Abraamo; perché il *Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto». Mentre essi ascoltavano queste cose, Gesú aggiunse una *parabola, perché era vicino a *Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio stesse per manifestarsi immediatamente. Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l'investitura di un regno e poi tornare. Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci *mine e disse loro: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Or i suoi concittadini l'odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: “Non vogliamo che costui regni su di noi”. Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l'investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci”. Il re gli disse: “Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città”. Poi venne il secondo, dicendo: “La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine”. Egli disse anche a questo: “E tu sii a capo di cinque città”. Poi ne venne un altro che disse: “Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, perché ho avuto paura di te che sei uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato, e mieti quello che non hai seminato”. Il re gli disse: “Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l'interesse?” Poi disse a coloro che erano presenti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine”. Essi gli dissero: “Signore, egli ha dieci mine!” “Io vi dico che a chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza”». Dette queste cose, Gesú andava avanti, salendo a Gerusalemme. Come fu vicino a Betfage e a *Betania, presso il *monte detto degli Ulivi, mandò due discepoli, dicendo: «Andate nella borgata di fronte, nella quale, entrando, troverete un puledro legato, su cui non è mai salito nessuno; slegatelo e conducetelo qui da me. Se qualcuno vi domanda perché lo slegate, direte cosí: “Il Signore ne ha bisogno”». E quelli che erano stati mandati partirono e trovarono tutto come egli aveva detto loro. Mentre essi slegavano il puledro, i suoi padroni dissero loro: «Perché slegate il puledro?» Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». E lo condussero a Gesú; e, gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesú. Mentre egli avanzava stendevano i loro mantelli sulla via. Quando fu vicino alla città, alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste, dicendo: «Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi!» Alcuni *farisei, tra la folla, gli dissero: «Maestro, sgrida i tuoi discepoli!» Ma egli rispose: «Vi dico che se costoro tacciono, le pietre grideranno». Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi. Poiché verranno su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee, ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata». Poi, entrato nel *tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà una casa di preghiera”, ma voi ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. Ma i capi dei *sacerdoti e gli *scribi e i notabili del popolo cercavano di farlo morire; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo, ascoltandolo, pendeva dalle sue labbra.

Vangelo secondo Luca 19:3-48 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Desiderava però vedere chi fosse Gesù, ma non ci riusciva: c’era molta gente attorno a Gesù e lui era troppo piccolo. Allora corse un po’ avanti e si arrampicò sopra un albero in un punto dove Gesù doveva passare: sperava così di poterlo vedere. Quando arrivò in quel punto, Gesù guardò in alto e gli disse: «Zaccheo, scendi in fretta, perché oggi devo fermarmi a casa tua!». Zaccheo scese subito dall’albero e con grande gioia accolse Gesù in casa sua. I presenti vedendo queste cose si misero a mormorare contro Gesù. Dicevano: «È andato ad alloggiare da uno strozzino». Zaccheo invece, stando davanti al Signore, gli disse: — Signore, do ai poveri la metà dei miei beni e se ho rubato a qualcuno gli restituisco quattro volte tanto. Allora Gesù disse a Zaccheo: — Oggi la salvezza è entrata in questa casa. Anche tu sei un discendente di Abramo. Ora il *Figlio dell'uomo è venuto proprio a cercare e a salvare quelli che erano perduti. Gesù era ormai vicino a Gerusalemme, e perciò molti pensavano che il *regno di Dio si manifestasse da un momento all’altro. Allora Gesù raccontò quest’altra *parabola: «C’era una volta un uomo di famiglia nobile. Egli doveva andare in un paese lontano per ricevere il titolo di re, poi sarebbe tornato. Prima di partire chiamò dieci dei suoi servi; consegnò a ciascuno una medesima somma di denaro e disse: “Cercate di far fruttare questo denaro fino a quando non sarò tornato”. «Ma i suoi cittadini odiavano quell’uomo e gli mandarono dietro alcuni rappresentanti per far sapere che non lo volevano come re. «E invece quell’uomo diventò re e ritornò al suo paese. Fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il suo denaro per sapere quanto guadagno ne avevano ricavato. «Si fece avanti il primo servo e disse: — Signore, con quello che tu mi hai dato io ho guadagnato dieci volte tanto. «Il padrone gli rispose: — Bene, sei un servo bravo. Sei stato fedele in cose da poco: ora io ti faccio governatore di dieci città. «Poi venne il secondo servo e disse: — Signore, con quello che tu mi hai dato ho guadagnato cinque volte tanto. «Il padrone rispose: — Anche tu avrai l’amministrazione di cinque città. «Infine si fece avanti un altro servo e disse: — Signore, ecco il tuo denaro! L’ho nascosto in un fazzoletto. Avevo paura di te, perché sapevo che sei un padrone esigente: tu pretendi anche quel che non hai depositato e raccogli anche quel che non hai seminato. «Allora il padrone gli rispose: — Tu sei stato un servo cattivo e io ti giudico secondo quel che hai detto. Tu sapevi che sono un padrone esigente, che pretendo anche quel che non ho depositato e raccolgo anche quel che non ho seminato. Perché allora non hai depositato il mio denaro alla banca? Al mio ritorno l’avrei ritirato con gli interessi! «Poi il padrone disse ai presenti: — Via, toglietegli il denaro che ha e datelo a quello che lo ha fatto fruttare di più. «Gli fecero osservare: — Signore, ma lui ne ha già fin troppo. «Il padrone allora rispose: — Chi ha molto riceverà ancora di più; ma a chi ha poco sarà portato via anche quel poco che ha. Ed ora i miei nemici, quelli che non mi volevano come loro re. Portateli qui e uccideteli alla mia presenza». Dopo questi discorsi Gesù continuò la sua strada verso Gerusalemme: camminava davanti a tutti. Quando fu vicino ai villaggi di Bètfage e di Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò avanti due *discepoli. Disse loro: «Andate nel villaggio che sta qui di fronte. Appena entrati, troverete un piccolo asino sul quale nessuno è mai salito. Lo troverete legato: voi slegatelo e portatelo qui. Se qualcuno vi domanda: “Perché slegate quell’asinello?”, voi rispondete: “Perché il Signore ne ha bisogno”». I due discepoli andarono e trovarono tutto come aveva detto Gesù. Mentre slegavano il puledro, i proprietari chiesero ai due discepoli: — Perché lo prendete? Essi risposero: — Perché il Signore ne ha bisogno. Allora portarono il puledro da Gesù. Poi lo coprirono con i loro mantelli e vi fecero salire Gesù. Man mano che Gesù avanzava, stendevano i mantelli sulla strada davanti a lui. Gesù scendeva dal monte degli Ulivi ed era ormai vicino alla città. Tutti i suoi discepoli, pieni di gioia e a gran voce, si misero a lodare Dio per tutti i *miracoli che avevano visto. Gridavano: « Benedetto colui che viene nel nome del Signore: egli è il re! In cielo sia la pace, e gloria nell’alto dei cieli!». Alcuni *farisei che si trovavano tra la folla dissero a Gesù: — *Maestro, fa’ tacere i tuoi discepoli! Ma Gesù rispose: — Vi assicuro che se tacciono loro si metteranno a gridare le pietre. Quando fu vicino alla città, Gesù la guardò e si mise a piangere per lei. Diceva: «Gerusalemme, se tu sapessi, almeno oggi, quel che occorre alla tua pace! Ma non riesci a vederlo! Per te verrà un tempo nel quale i tuoi nemici ti circonderanno di trincee. Ti assedieranno e premeranno su di te da ogni parte. Distruggeranno te e i tuoi abitanti e sarai rasa al suolo, perché tu non hai saputo riconoscere il tempo nel quale Dio è venuto a salvarti». Poi Gesù entrò nel cortile del *Tempio e cominciò a cacciar via quelli che stavano là a vendere. Diceva loro: «Nella Bibbia sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera, voi invece, ne avete fatto un covo di briganti ». Gesù insegnava ogni giorno nel Tempio. I capi dei *sacerdoti, i *maestri della Legge e le altre autorità del popolo cercavano di farlo morire. Ma non sapevano come fare, perché la gente era sempre attorno a Gesù ad ascoltare le sue parole.

Vangelo secondo Luca 19:3-48 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

e cercava di veder Gesù, per saper chi egli era; ma non poteva per la moltitudine, perciocchè egli era piccolo di statura. E corse innanzi, e salì sopra un sicomoro, per vederlo; perciocchè egli avea da passare per quella via. E come Gesù fu giunto a quel luogo, alzò gli occhi, e lo vide, e gli disse: Zaccheo, scendi giù prestamente, perciocchè oggi ho ad albergare in casa tua. Ed egli scese prestamente, e lo ricevette con allegrezza. E tutti, veduto ciò, mormoravano, dicendo: Egli è andato ad albergare in casa d'un uomo peccatore. E Zaccheo, presentatosi al Signore, gli disse: Signore, io dono la metà di tutti i miei beni a' poveri; e se ho frodato alcuno, io gliene fo la restituzione a quattro doppi. E Gesù gli disse: Oggi è avvenuta salute a questa casa; poichè anche costui è figliuol d'Abrahamo. Perciocchè il Figliuol dell'uomo è venuto per cercare, e per salvare ciò ch'era perito. OR ascoltando essi queste cose, Gesù soggiunse, e disse una parabola; perciocchè egli era vicino a Gerusalemme, ed essi stimavano che il regno di Dio apparirebbe subito in quello stante. Disse adunque: Un uomo nobile andò in paese lontano, per prender la possession d'un regno, e poi tornare. E chiamati a sè dieci suoi servitori, diede loro dieci mine, e disse loro: Trafficate, finchè io venga. Or i suoi cittadini l'odiavano, e gli mandarono dietro un'ambasciata, dicendo: Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi. Ed avvenne che quando egli fu ritornato, dopo aver presa la possessione del regno, comandò che gli fosser chiamati que' servitori, a' quali avea dati i denari, acciocchè sapesse quanto ciascuno avea guadagnato trafficando. E il primo si presentò, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate altre dieci. Ed egli gli disse: Bene sta, buon servitore; perciocchè tu sei stato leale in cosa minima, abbi podestà sopra dieci città. Poi venne il secondo, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate cinque. Ed egli disse ancora a costui: E tu sii sopra cinque città. Poi ne venne un altro, che disse: Signore, ecco la tua mina, la quale io ho tenuta riposta in uno sciugatoio. Perciocchè io ho avuto tema di te, perchè tu sei uomo aspro, e togli ciò che non hai messo, e mieti ciò che non hai seminato. E il suo signore gli disse: Io ti giudicherò per la tua propria bocca, malvagio servitore; tu sapevi che io sono uomo aspro, che tolgo ciò che non ho messo, e mieto ciò che non ho seminato; perchè dunque non desti i miei denari a' banchieri, ed io, al mio ritorno, li avrei riscossi con frutto? Allora egli disse a coloro ch'erano ivi presenti: Toglietegli la mina, e datela a colui che ha le dieci mine. (Ed essi gli dissero: Signore, egli ha dieci mine). Perciocchè io vi dico, che a chiunque ha sarà dato; ma, a chi non ha, eziandio quel ch'egli ha gli sarà tolto. Oltre a ciò, menate qua que' miei nemici, che non hanno voluto che io regnassi sopra loro, e scannateli in mia presenza. ORA, avendo dette queste cose, egli andava innanzi, salendo in Gerusalemme. E come egli fu vicin di Betfage, e di Betania, presso al monte detto degli Ulivi, mandò due de' suoi discepoli, dicendo: Andate nel castello, che è qui di rincontro; nel quale essendo entrati, troverete un puledro d'asino legato, sopra il quale niun uomo giammai montò; scioglietelo, e menatemelo. E se alcun vi domanda perchè voi lo sciogliete, ditegli così: Perciocchè il Signore ne ha bisogno. E coloro ch'erano mandati andarono, e trovarono come egli avea lor detto. E come essi scioglievano il puledro, i padroni d'esso dissero loro: Perchè sciogliete voi quel puledro? Ed essi dissero: Il Signore ne ha bisogno. E lo menarono a Gesù; e gettaron le lor vesti sopra il puledro, e vi fecero montar Gesù sopra. E mentre egli camminava, stendevan le lor veste nella via. E come egli già era presso della scesa del monte degli Ulivi, tutta la moltitudine de' discepoli con allegrezza prese a lodare Iddio con gran voce, per tutte le potenti operazioni che avean vedute; dicendo: Benedetto sia il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo, e gloria ne' luoghi altissimi! Ed alcuni de' Farisei d'infra la moltitudine gli dissero: Maestro, sgrida i tuoi discepoli! Ed egli, rispondendo, disse loro: Io vi dico che se costoro si tacciono, le pietre grideranno. E come egli fu presso della città, veggendola, pianse sopra lei, dicendo: Oh! se tu ancora, almeno in questo giorno, avessi riconosciute le cose appartenenti alla tua pace! ma ora, esse son nascoste agli occhi tuoi. Perciocchè ti sopraggiungeranno giorni, ne' quali i tuoi nemici ti faranno degli argini attorno, e ti circonderanno, e ti assedieranno d'ogn'intorno. Ed atterreranno te, e i tuoi figliuoli dentro di te; e non lasceranno in te pietra sopra pietra; perciocchè tu non hai riconosciuto il tempo della tua visitazione. POI, entrato nel tempio, prese a cacciare coloro che vendevano, e che comperavano in esso; dicendo loro: Egli è scritto: La casa mia è casa di orazione; ma voi ne avete fatta una spelonca di ladroni. Ed ogni giorno egli insegnava nel tempio. Ed i principali sacerdoti, e gli Scribi, e i capi del popolo cercavano di farlo morire. E non trovavano che cosa potesser fare, perciocchè tutto il popolo pendeva dalla sua bocca, ascoltandolo.