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EVANGELO DI S. LUCA 22:1-30

EVANGELO DI S. LUCA 22:1-30 DB1885

OR la festa degli azzimi, detta la pasqua, si avvicinava. E i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano come lo farebbero morire, perciocchè temevano il popolo. Or Satana entrò in Giuda, detto per soprannome Iscariot, il quale era del numero de' dodici. Ed egli andò, e ragionò co' principali sacerdoti, e co' capitani, come egli lo metterebbe loro nelle mani. Ed essi se ne rallegrarono, e patteggiarono con lui di dargli danari. Ed egli promise di darglielo nelle mani; e cercava opportunità di farlo senza tumulto. OR venne il giorno degli azzimi, nel qual conveniva sacrificar la pasqua. E Gesù mandò Pietro e Giovanni, dicendo: Andate, apparecchiateci la pasqua, acciocchè la mangiamo. Ed essi gli dissero: Ove vuoi che l'apparecchiamo? Ed egli disse loro: Ecco, quando sarete entrati nella città, voi scontrerete un uomo, portando un testo pien d'acqua; seguitatelo nella casa ov'egli entrerà. E dite al padron della casa: Il Maestro ti manda a dire: Ov'è la stanza, nella quale io mangerò la pasqua co' miei discepoli? Ed esso vi mostrerà una gran sala acconcia; quivi apparecchiate la pasqua. Essi dunque, andati, trovaron come egli avea lor detto, ed apparecchiaron la pasqua. E quando l'ora fu venuta, egli si mise a tavola, co' dodici apostoli. Ed egli disse loro: Io ho grandemente desiderato di mangiar questa pasqua con voi, innanzi che io soffra. Perciocchè io vi dico che non ne mangerò più, finchè tutto sia compiuto nel regno di Dio. Ed avendo preso il calice, rendè grazie, e disse: Prendete questo calice, e distribuitelo tra voi; perciocchè, io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finchè il regno di Dio sia venuto. Poi, avendo preso il pane, rendè grazie, e lo ruppe, e lo diede loro, dicendo: Quest'è il mio corpo, il quale è dato per voi; fate questo in rammemorazione di me. Parimente ancora, dopo aver cenato, diede loro il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi. Nel rimanente, ecco, la mano di colui che mi tradisce è meco a tavola. E il Figliuol dell'uomo certo se ne va, secondo ch'è determinato; ma, guai a quell'uomo per cui egli è tradito! Ed essi cominciarono a domandarsi gli uni gli altri, chi fosse pur quel di loro che farebbe ciò. OR nacque ancora fra loro una contesa, chi di loro paresse che fosse il maggiore. Ma egli disse loro: I re delle genti le signoreggiano, e coloro che hanno podestà sopra esse son chiamati benefattori. Ma non già così voi; anzi, il maggiore fra voi sia come il minore, e quel che regge come quel che ministra. Perciocchè, quale è il maggiore, colui ch'è a tavola, o pur colui che serve? non è egli colui ch'è a tavola? or io sono in mezzo di voi come colui che serve. Or voi siete quelli che siete perseverati meco nelle mie tentazioni. Ed io altresì vi dispongo il regno, siccome il Padre mio me l'ha disposto; acciocchè voi mangiate, e beviate, alla mia tavola, nel mio regno; e sediate sopra de' troni, giudicando le dodici tribù d'Israele.