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Ecclesiaste 1:1-18

Ecclesiaste 1:1-18 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Parole dell’Ecclesiaste, figlio di Davide, re di Gerusalemme. «Vanità delle vanità», dice l’Ecclesiaste, «vanità delle vanità, tutto è vanità». Che profitto ha l’uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole? Una generazione se ne va, un’altra viene, e la terra sussiste per sempre. Anche il sole sorge, poi tramonta, e si affretta verso il luogo da cui sorgerà di nuovo. Il vento soffia verso il mezzogiorno, poi gira verso settentrione; va girando, girando continuamente, per ricominciare gli stessi giri. Tutti i fiumi corrono al mare, eppure il mare non si riempie; al luogo dove i fiumi si dirigono, continuano a dirigersi sempre. Ogni cosa è in travaglio, più di quanto l’uomo possa dire; l’occhio non si sazia mai di vedere e l’orecchio non è mai stanco di udire. Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questo è nuovo?» Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto. Non rimane memoria delle cose d’altri tempi; così di quanto succederà in seguito non rimarrà memoria fra quelli che verranno più tardi. Io, l’Ecclesiaste, sono stato re d’Israele a Gerusalemme, e ho applicato il cuore a cercare e a investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo: occupazione penosa, che Dio ha data ai figli degli uomini perché vi si affatichino. Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole, ed ecco, tutto è vanità, è un correre dietro al vento. Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può essere contato. Io ho detto, parlando in cuor mio: «Ecco, io ho acquistato maggiore saggezza di tutti quelli che hanno regnato prima di me a Gerusalemme; sì, il mio cuore ha posseduto molta saggezza e molta scienza». Ho applicato il cuore a conoscere la saggezza e a conoscere la follia e la stoltezza; ho riconosciuto che anche questo è un correre dietro al vento. Infatti, dove c’è molta saggezza c’è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore.

Ecclesiaste 1:1-18 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Parole dell'Ecclesiaste, figlio di *Davide, re di *Gerusalemme. Vanità delle vanità, dice l'Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità. Che profitto ha l'uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole? Una generazione se ne va, un'altra viene, e la terra sussiste per sempre. Anche il sole sorge, poi tramonta, e si affretta verso il luogo da cui sorgerà di nuovo. Il vento soffia verso il mezzogiorno, poi gira verso settentrione; va girando, girando continuamente, per ricominciare gli stessi giri. Tutti i fiumi corrono al mare, eppure il mare non si riempie; al luogo dove i fiumi si dirigono, continuano a dirigersi sempre. Ogni cosa è in travaglio, piú di quanto l'uomo possa dire; l'occhio non si sazia mai di vedere e l'orecchio non è mai stanco di udire. Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c'è nulla di nuovo sotto il sole. C'è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questo è nuovo?» Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto. Non rimane memoria delle cose d'altri tempi; cosí di quanto succederà in seguito non rimarrà memoria fra quelli che verranno piú tardi. Io, l'Ecclesiaste, sono stato re d'*Israele a Gerusalemme, e ho applicato il cuore a cercare e a investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo: occupazione penosa, che Dio ha data ai figli degli uomini perché vi si affatichino. Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento. Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può essere contato. Io ho detto, parlando in cuor mio: «Ecco io ho acquistato maggiore saggezza di tutti quelli che hanno regnato prima di me a Gerusalemme; sí, il mio cuore ha posseduto molta saggezza e molta scienza». Ho applicato il cuore a conoscere la saggezza, e a conoscere la follia e la stoltezza; ho riconosciuto che anche questo è un correre dietro al vento. Infatti, dov'è molta saggezza c'è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore.

Ecclesiaste 1:1-18 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Libro di Qoelet, figlio di Davide e re di Gerusalemme. «Tutto è come un soffio di vento: vanità, vanità, tutto è vanità», dice Qoelet. L’uomo si affatica e tribola per tutta una vita. Ma che cosa ci guadagna? Passa una generazione e ne viene un’altra; ma il mondo resta sempre lo stesso. Il sole sorge, il sole tramonta; si alza e corre verso il luogo da dove rispunterà di nuovo. Il vento soffia ora dal nord ora dal sud, gira e rigira, va e ritorna di nuovo. Tutti i fiumi vanno nel mare, ma il mare non è mai pieno. E l’acqua continua a scorrere dalle sorgenti dove nascono i fiumi. Tutte le cose sono in continuo movimento, non si finirebbe mai di elencarle. Eppure gli occhi non si stancano di vedere né gli orecchi di ascoltare. Tutto ciò che è già avvenuto accadrà ancora; tutto ciò che è successo in passato succederà anche in futuro. Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Qualcuno forse dirà: «Guarda, questo è nuovo!». Invece quella cosa esisteva già molto tempo prima che noi nascessimo. Nessuno si ricorda delle cose passate. Anche quello che succede oggi sarà presto dimenticato da quelli che verranno. Io, Qoelet, sono stato re d'Israele e abitavo a Gerusalemme. Ho messo tutte le mie forze per indagare e scoprire il senso di tutto ciò che accade in questo mondo. Ma devo concludere che ogni sforzo è stato inutile. Dio ha dato agli uomini un compito troppo faticoso! Ho meditato su tutto quel che gli uomini fanno per arrivare alla conclusione che tutto il loro affannarsi è inutile. È come se andassero a caccia di vento. Non si può raddrizzare una cosa storta, né si può calcolare quello che non c’è. Ero convinto di essere molto sapiente, più di tutti quelli che prima di me hanno governato a Gerusalemme. Pensavo di possedere una sapienza straordinaria. Poi ho cercato di capire qual è la differenza tra il sapiente e lo stolto, tra chi è istruito e chi è ignorante. Ma ho concluso che in questa ricerca è come andare a caccia di vento. Chi sa tante cose ha molti fastidi, chi ha una grande esperienza ha molte delusioni.

Ecclesiaste 1:1-18 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Le parole del Predicatore, figliuolo di Davide, re in Gerusalemme. VANITÀ delle vanità, dice il Predicatore; vanità delle vanità; ogni cosa è vanità. Che profitto ha l'uomo di tutta la sua fatica nella quale egli si affatica sotto il sole? Una età va via, un'altra età viene; e la terra resta in perpetuo. Il sole si leva anch'esso, e poi tramonta; e, ansando, trae verso il luogo suo, ove egli si deve levare. Il vento trae verso il Mezzodì, e poi gira verso il Settentrione; egli va sempre girando, e ritorna a' suoi giri. Tutti i fiumi corrono nel mare, e il mare non s'empie; i fiumi ritornano sempre a correre al luogo dove sogliono correre. Ogni cosa si affatica più che l'uomo non può dire; l'occhio non si sazia giammai di vedere, e l'orecchio non si riempie di udire. Quello che è stato è lo stesso che sarà; e quello che è stato fatto è lo stesso che si farà; e non vi è nulla di nuovo sotto il sole. Evvi cosa alcuna, della quale altri possa dire: Vedi questo, egli è nuovo? già è stato ne' secoli che sono stati avanti a noi. Non vi è alcuna memoria delle cose che sono state innanzi; così ancora non vi sarà memoria delle cose che saranno nel tempo a venire, fra coloro che verranno appresso. Io, il Predicatore, sono stato re sopra Israele, in Gerusalemme; ed ho recato il mio cuore a ricercare, e ad investigare, con sapienza, tutto ciò che si fa sotto il cielo; il che è una occupazione molesta, la quale Iddio ha data a' figliuoli degli uomini, per occuparvisi. Io ho vedute tutte le cose che si fanno sotto il sole; ed ecco, tutto ciò è vanità, e tormento di spirito. Le cose torte non si possono dirizzare; e i difetti non si possono annoverare. Io parlava nel cuor mio, dicendo: Ecco, io mi sono aggrandito, ed accresciuto in sapienza, più che tutti quelli che sono stati innanzi a me sopra Gerusalemme; e il cuor mio ha veduta molta sapienza e scienza; ed ho recato il mio cuore a conoscere la sapienza; ed anche a conoscere le pazzie e la stoltizia; ed ho riconosciuto che questo ancora è un tormento di spirito. Perciocchè, dove è molta sapienza, vi è molta molestia; e chi accresce la scienza accresce il dolore.