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Geremia 1:1-19

Geremia 1:1-19 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Parole di Geremia, figlio di Chilchia, uno dei sacerdoti che stavano ad Anatot, nel paese di Beniamino. La parola del SIGNORE gli fu rivolta al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, l’anno tredicesimo del suo regno, e al tempo di Ieoiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, sino alla fine dell’anno undicesimo di Sedechia, figlio di Giosia, re di Giuda, fino a quando Gerusalemme fu deportata, il che avvenne nel quinto mese. La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni». Io risposi: «Ahimè, Signore, DIO, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo». Ma il SIGNORE mi disse: «Non dire: “Sono un ragazzo”, perché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò e dirai tutto quello che io ti comanderò. Non li temere, perché io sono con te per liberarti», dice il SIGNORE. Poi il SIGNORE stese la mano e mi toccò la bocca; e il SIGNORE mi disse: «Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca. Vedi, io ti stabilisco oggi sulle nazioni e sopra i regni, per sradicare, per demolire, per abbattere, per distruggere, per costruire e per piantare». Poi la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Geremia, che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo un ramo di mandorlo». E il SIGNORE mi disse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per mandarla a effetto». La parola del SIGNORE mi fu rivolta per la seconda volta: «Che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo una gran pentola che bolle e ha la bocca rivolta dal settentrione in qua». E il SIGNORE mi disse: «Dal settentrione verrà fuori la calamità su tutti gli abitanti del paese. Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i popoli dei regni del settentrione», dice il SIGNORE; «essi verranno e porranno ognuno il suo trono all’ingresso delle porte di Gerusalemme, contro tutte le sue mura all’intorno e contro tutte le città di Giuda. Pronuncerò i miei giudizi contro di loro a causa di tutta la loro malvagità, perché mi hanno abbandonato e hanno offerto il loro incenso ad altri dèi e si sono prostrati davanti all’opera delle loro mani. Tu, dunque, cingiti i fianchi, àlzati e di’ loro tutto quello che io ti comanderò. Non lasciarti sgomentare da loro, affinché io non ti renda sgomento in loro presenza. Ecco, oggi io ti stabilisco come una città fortificata, come una colonna di ferro e come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda, contro i suoi prìncipi, contro i suoi sacerdoti e contro il popolo del paese. Essi ti faranno la guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per liberarti», dice il SIGNORE.

Geremia 1:1-19 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Parole di *Geremia, figlio di Chilchia, uno dei *sacerdoti che stavano ad Anatot, nel paese di *Beniamino. La parola del Signore gli fu rivolta al tempo di *Giosia, figlio di Amon, re di *Giuda, l'anno tredicesimo del suo regno, e al tempo di Ieoiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, sino alla fine dell'anno undicesimo di *Sedechia, figlio di Giosia, re di Giuda, fino a quando *Gerusalemme fu deportata, il che avvenne nel quinto mese. La parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito *profeta delle nazioni». Io risposi: «Ahimè, Signore, Dio, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo». Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono un ragazzo”, perché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che io ti comanderò. Non li temere, perché io sono con te per liberarti», dice il Signore. Poi il Signore stese la mano e mi toccò la bocca; e il Signore mi disse: «Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca. Vedi, io ti stabilisco oggi sulle nazioni e sopra i regni, per sradicare, per demolire, per abbattere, per distruggere, per costruire e per piantare». Poi la parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: «Geremia, che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo un ramo di mandorlo». E il Signore mi disse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto». La parola del Signore mi fu rivolta per la seconda volta: «Che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo una gran pentola che bolle e ha la bocca rivolta dal settentrione in qua». E il Signore mi disse: «Dal settentrione verrà fuori la calamità su tutti gli abitanti del paese. Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i popoli dei regni del settentrione», dice il Signore; «essi verranno, e porranno ognuno il suo trono all'ingresso delle porte di Gerusalemme, contro tutte le sue mura all'intorno, e contro tutte le città di Giuda. Pronunzierò i miei giudizi contro di loro, a causa di tutta la loro malvagità, perché mi hanno abbandonato e hanno offerto il loro incenso ad altri dèi, e si sono prostrati davanti all'opera delle loro mani. Tu dunque, cingiti i fianchi, àlzati, e di' loro tutto quello che io ti comanderò. Non lasciarti sgomentare da loro, affinché io non ti renda sgomento in loro presenza. Ecco, oggi io ti stabilisco come una città fortificata, come una colonna di ferro e come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda, contro i suoi príncipi, contro i suoi sacerdoti e contro il popolo del paese. Essi ti faranno la guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per liberarti», dice il Signore.

Geremia 1:1-19 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Messaggi e fatti della vita di Geremia. Egli era figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che abitavano ad Anatòt, nel territorio della tribù di Beniamino. Il Signore cominciò a parlare a Geremia nel tredicesimo anno del regno di Giosia figlio di Amon, re di Giuda. Il Signore gli parlò anche quando era re Ioiakìm figlio di Giosia, fino al termine dell'undicesimo anno di regno di un altro figlio di Giosia, Sedecia, cioè fino a quando, nel quinto mese di quell’anno, gli abitanti di Gerusalemme furono condotti in esilio. Il Signore mi disse: — Io pensavo a te prima ancora di formarti nel ventre materno. Prima che tu venissi alla luce, ti avevo già scelto, ti avevo consacrato profeta per annunziare il mio messaggio alle nazioni. Io risposi: — Signore mio Dio, come farò? Vedi che sono ancora troppo giovane per presentarmi a parlare. Ma il Signore mi disse: — Non preoccuparti se sei troppo giovane. Va’ dove ti manderò e riferisci quel che ti ordinerò. Non aver paura della gente, perché io sono con te a difenderti. Io, il Signore, ti do la mia parola. Allora il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e mi disse: — Io metto le mie parole sulle tue labbra. Ecco, oggi ti do autorità sulle nazioni e sui regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare. Il Signore mi domandò: — Geremia, che cosa vedi? Io risposi: — Vedo un ramo di mandorlo. Il Signore aggiunse: — Hai visto bene, perché anch’io vigilo affinché si realizzi tutto quel che dico. Il Signore mi domandò ancora: — Che cos’altro vedi? Risposi: — Vedo una pentola che sta bollendo, inclinata da nord verso sud. Il Signore mi spiegò: «È proprio dal nord che si rovescerà la distruzione su tutti gli abitanti di questa regione. Io infatti sto per radunare tutte le tribù e i regni del nord. Essi verranno, e ogni re porrà il suo trono davanti alle porte di Gerusalemme, contro le sue mura e contro tutte le città di Giuda. Lo dico io, il Signore. «Allora io punirò gli abitanti della Giudea per tutto il male che hanno commesso: hanno abbandonato me per offrire incenso a divinità straniere e per andare a buttarsi in ginocchio davanti a idoli che loro stessi si sono fabbricati. Ma tu tieniti pronto per andare a riferire loro quel che io ti ordinerò. Non aver paura di loro, altrimenti sarò io a farti tremare davanti a loro. Oggi io ti rendo capace di resistere, come una città fortificata, come una colonna di ferro e un muro di bronzo contro gli attacchi di questa regione: i re di Giuda, i suoi capi, i sacerdoti, tutta la sua gente. Tutti ti faranno guerra, ma non potranno vincerti perché ci sarò io con te a difenderti. Te lo prometto io, il Signore!».

Geremia 1:1-19 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Le parole di Geremia, figliuolo di Hilchia, d'infra i sacerdoti che dimoravano in Anatot, nella contrada di Beniamino; al quale fu indirizzata la parola del Signore, a' dì di Giosia, figliuolo di Amon, re di Giuda, nell'anno tredicesimo del suo regno. E fu ancora appresso a' dì di Gioiachim, figliuolo di Giosia, re di Giuda: infino al fine dell'anno undecimo di Sedechia, figliuolo di Giosia, re di Giuda; finchè Gerusalemme fu menata in cattività, che fu nel quinto mese. LA parola del Signore adunque mi fu indirizzata, dicendo: Io ti ho conosciuto, avanti che ti formassi nel ventre; e avanti che tu uscissi della matrice, io ti ho consecrato, io ti ho costituito profeta alle genti. Ed io risposi: Ahi! Signore Iddio! ecco, io non so parlare; perciocchè io son fanciullo. E il Signore mi disse: Non dire: Io son fanciullo; perciocchè tu andrai dovunque io ti manderò, e dirai tutte le cose che io ti comanderò. Non temer di loro; conciossiachè io sia teco per liberati, dice il Signore. E il Signore distese la sua mano, e mi toccò la bocca. Poi il Signore mi disse: Ecco, io ho messe le mie parole nella tua bocca. Vedi, io ti ho oggi costituito sopra le genti, e sopra i regni; per divellere, per diroccare, per disperdere, e per distruggere; ed altresì per edificare, e per piantare. Poi la parola del Signore mi fu indirizzata, dicendo: Che vedi, Geremia? Ed io dissi: Io veggo una verga di mandorlo. Ed il Signore mi disse: Bene hai veduto; conciossiachè io sia vigilante, ed intento a mandare ad esecuzione la mia parola. Poi la parola del Signore mi fu indirizzata la seconda volta, dicendo: Che vedi? Ed io dissi: Io veggo una pignatta che bolle, la cui bocca è volta verso il Settentrione. E il Signore mi disse: Dal Settentrione traboccherà il male sopra tutti gli abitanti del paese. Perciocchè, ecco, io chiamo tutte le nazioni de' regni del Settentrione, dice il Signore; e verranno, e porranno ciascuna il suo seggio reale all'entrata delle porte di Gerusalemme, ed appresso tutte le sue mura d'ogni intorno, ed appresso tutte le città di Giuda. Ed io pronunzierò i miei giudicii contro a loro, per tutta la lor malvagità per la quale mi hanno abbandonato, ed han fatti profumi ad altri dii, ed hanno adorate le opere delle lor mani. Tu adunque, cingiti i lombi, e levati, e di' loro tutto ciò che io ti comanderò; non aver spavento di loro, che talora io non ti fiacchi nel lor cospetto. E quant'è a me, ecco, io ti ho oggi posto come una città di fortezza, e come una colonna di ferro, e come mura di rame, contro a tutto il paese; contro ai re di Giuda, a' suoi principi, a' suoi sacerdoti, ed al popolo del paese. Ed essi combatteranno contro a te, ma non vi vinceranno; perciocchè io son teco, per liberarti, dice il Signore.