Oltrepassare Il Dolore e la PerditaCampione

VIVERE IL CORDOGLIO

”Quando attraversano la valle di Baca, essi la trasformano in luogo di fonti.” (Salmo 84:6)

VISITANDO Ground Zero, un vigile del fuoco cristiano, unico sopravvissuto della sua caserma all’attacco alle Torri Gemelle (11-09-2001), si chiedeva come poter perdonare gli autori di quell’attentato. Nelle ultime due settimane aveva partecipato a molti funerali. Quando proviamo sentimenti come paura e odio, provocati da situazioni forti, Dio non è in collera con noi. Egli sa che non siamo pronti a perdonare prima di aver affrontato l’enormità della perdita e dell’ingiustizia subita. Se ci affrettiamo a perdonare, lo facciamo solo in parte e solo in parte siamo sollevati. Gesù ha detto: “Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati” (Matteo 5:4). Finché non accettiamo l’afflizione, non possiamo vivere la consolazione. Non è il tempo a guarire le ferite, ma di andare in profondità, prendere coscienza che permette di guarire. Credo che noi tutti conosciamo qualcuno che soffre per ferite vecchie di 20 o 30 anni, mai affrontate. Il fatto di essere figli di Dio non ci esonera dal vivere il processo di cordoglio ed elaborazione del lutto. Questi passaggi sono: “negazione”, non è vero, non può essere successo; “rabbia”, non è giusto, perché Dio ha permesso che accadesse; “contrattazione”, farò qualsiasi cosa per cambiare le cose; “depressione”, silenzio, ritiro; infine, “accettazione”, quando siamo pronti per pregare così: “non la mia, ma la tua volontà sia fatta”. Si può piangere un figlio, un matrimonio fallito, un lavoro, la salute o qualsiasi altra cosa sia importante per noi, in ogni caso dovremo andare a Dio per riuscire ad abbracciare quella perdita, per vivere l’afflizione che provoca, per fare cordoglio, per esprimere il nostro dolore e, infine, esserne liberati, potendo continuare a vivere, di “valore in valore”.