I sette "Io Sono" di GesùCampione
L’ultima rivelazione che voglio mostrarti è quella del capitolo 15 di Giovanni.
Gesù dice ai Suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo”.
Ritengo che quest’ultima espressione indichi più di tutte la profonda relazione che c’è tra Gesù e i Suoi discepoli di tutti i tempi. Egli infatti non si stava riferendo solo ai discepoli presenti in quel momento, ma a tutti quelli che avrebbero creduto nelle generazioni successive; lo dichiara più avanti quando nella preghiera sacerdotale dice: “non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola”.
Una profonda relazione. Gesù è la vera vite, noi siamo i tralci. Non è l’appartenenza a un popolo o a una religione che ti porterà nel cielo. Nell’Antico Testamento Israele viene chiamata la “vigna” del Signore e solo entrando a far parte di essa, restando sotto la legge mosaica, si sarebbe ottenuta la vita. Gesù allarga e approfondisce questo concetto affermando di essere Egli stesso la vera vite. Fino a quel momento Israele era una sorta di cartello indicatore, ma con la venuta del Messia non è obbligatorio vivere sotto la grazia ottenuta con il sacrificio di Gesù per essere salvati.
Per tale motivo, quando il Signore dichiara di essere il buon pastore, afferma anche che ci sono altre pecore di un altro ovile e che presto ci sarebbe stato un solo gregge.
Ebrei e pagani uniti sotto un’unica bandiera, quella della croce; due popoli diventati un unico popolo chiamato Chiesa.
Il rapporto tra vite e tralci è profondo, perché i tralci senza vite non hanno alcuna utilità. La vite può produrre altri tralci, ma i tralci non possono produrre una vite. Se restiamo in Cristo, se restiamo attaccati a Lui, allora porteremo frutto alla gloria di Dio Padre, perché in questo Egli è glorificato: che portiamo molto frutto.
Il desiderio di Dio per noi non è una vita piatta e senza risultati; il desiderio di Dio per noi è una vita esuberante, risplendente della gloria del cielo. Forse non sempre riusciremo a comprendere chiaramente il tipo di frutto che stiamo portando. Un giorno, quando saremo davanti a Cristo, tutto sarà più chiaro e scopriremo quante volte abbiamo onorato e servito il Signore e non ce ne siamo resi pienamente conto. Dunque il nostro impegno è quello di “dimorare” in Gesù.
Lo pota affinché ne dia di più. Ho dovuto fare molte ricerche intorno alla vite per comprendere a pieno il significato di queste parole. La potatura è un’operazione indispensabile per garantire la qualità e la produzione del frutto. Si pota generalmente d’inverno, quando la pianta ha perso tutte le foglie; con il taglio si cerca di concentrare le energie della pianta nelle zone più produttive.
Se veramente vogliamo portare frutto alla gloria di Dio, Egli ci condurrà per “inverni spirituali” dove perderemo tante foglie: tutto quello che sembra essere, ma che in realtà non è. La nostra vita spirituale non è fatta di apparenza, ma di frutti. Il ricordo va subito al fico maledetto da Gesù perché pieno di foglie, ma senza frutti. Passare per periodi di prova, dove veniamo completamente spogliati e messi a nudo, è necessario per esaminare davvero la nostra condizione spirituale. Una volta fatto questo Dio ci rivela le parti della nostra vita che sono inutili e che sono solo pesi per la nostra spiritualità. È lì che inizia il lavoro del vignaiuolo: il Padre. In un suo sermone, Charles Greenaway disse: “Sommo vasaio, cosa vuoi fare di me? Mettimi sulla ruota, spezzami, piegami, formami, ma fa che io sia un vaso adatto per il Tuo servizio.” Questo deve essere il nostro sentimento, di essere disposti a essere lavorati da Dio per diventare strumenti che portano gloria al Suo Nome. Taglierà forse cose che per noi sono lecite, ma che non edificano. Taglierà relazioni che possono essere tossiche e tutte quelle cose che non ci rendono "produttivi" nel Regno di Dio. Questa sarà una disposizione personale, Dio non ti obbligherà a farti lavorare, ma siamo noi che ci disponiamo nelle mani del Vignaiuolo. Ovviamente il mio consiglio è di lasciare il pieno controllo della tua vita a Dio, perché Egli ti ha creato e sa bene quale sia il meglio per te.
Queste sette rivelazioni di Gesù: pane – luce – porta – buon pastore – risurrezione – via, verità e vita – vera vite, confermano che Gesù non è un angelo né un arcangelo; non è un profeta come tanti, non è un rivoluzionario e non è nemmeno un semplice personaggio storico. Gesù è l’immagine dell’Iddio invisibile, quel YHWH “IO SONO” che si era presentato a Mosè nel pruno ardente.
Gesù è “Consigliere Ammirabile, Dio potente, Principe della pace”. Egli è Dio benedetto in eterno.
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Riguardo questo Piano
Chi è Gesù? Tante sono state le risposte date nel tempo e nella storia a questa domanda: un personaggio storico, un rivoluzionario, un profeta o un angelo; ma come cristiani sappiamo che Gesù è il Figlio di Dio, il Messia che doveva venire, l’incarnazione e l’immagine del Dio invisibile. Nei prossimi sette giorni potrai meditare sui sette “IO SONO” del nostro Signore Gesù.
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Vorremmo ringraziare UnicaVia Church per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: https://www.youtube.com/channel/UCuaG-h-3PSrE4x7SQh20_Pw