La pazzia del sacrificioCampione
PREGARE DENTRO IL PESCE
Uno degli argomenti principali delle nostre interviste con i discepoli perseguitati di Gesù riguarda le loro reazioni e risposte nei momenti di angoscia.
Desideriamo conoscere quali sono stati le loro scelte, i loro atteggiamenti e i loro comportamenti quando la speranza era difficile da trovare.
Cosa spinge quei fratelli e quelle sorelle ad andare avanti? Come sopravvivono? In che modo riescono a non arrendersi?
Ascoltandoli, ci viene in mente la storia di Giona. Nel caso di Giona, la sofferenza è stata causata dalla sua disobbedienza. Inviato a Ninive da Dio, Giona non obbedì e cercò un passaggio su una nave diretta a Tarsis. Nel mezzo di una grande tempesta, venne gettato in mare e Dio “fece venire un gran pesce per inghiottire Giona: egli rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti” (verso 1).
Durante quel tempo trascorso nel pesce, Giona pregò e fu infine soccorso dal Signore, come scritto in Giona 2:11.
In gran parte, Giona pregò come se fosse già stato soccorso, sebbene ciò non fosse ancora avvenuto. Prestiamo attenzione ai tempi verbali utilizzati nella preghiera di Giona: “il Signore mi rispose, udì la mia voce e mi fece risalire dalla fossa.”
Queste cose non erano ancora avvenute quando Giona pronunciò la sua preghiera, ma egli si rivolse a Dio come se il soccorso fosse già avvenuto.
Percepiamo lo stesso atteggiamento in molti dei discepoli perseguitati di Gesù, disposti a lodare Dio prima ancora di essere soccorsi! Ringraziano Dio coniugando i verbi al passato, perché siamo convinti che le promesse di Dio siano sicure e certe... anche prima che si realizzino.
Una cosa è lodare Dio quando la tempesta è passata, un’altra è ringraziarlo mentre la tempesta è ancora in corso. I fratelli e le sorelle perseguitati in Cristo (e Giona) ci insegnano a ringraziare anche mentre la tempesta imperversa e siamo in attesa del soccorso divino.
Talvolta, ci sembra di annaspare in mare o di essere dentro un pesce. La nostra condizione, però, non conta in realtà. Dobbiamo rivolgerci a Dio come se il soccorso fosse già avvenuto.
La salvezza proviene dal Signore. È facile realizzarlo quando siamo già stati soccorsi, ma come figli di Dio sappiamo che ciò è vero anche quando siamo in attesa che Lui si manifesti.
O Dio che prometti e realizzi, grazie perché ci insegni che la Tua Parola è la verità per sempre. Insegnaci ad aggrapparci a Te qualunque cosa accada attorno a noi. Insegnaci a ringraziare Te utilizzando i verbi al passato, nella certezza che Tu hai già fatto tutto ciò che hai promesso. Trasforma la mia incredulità incerta in fede forte e stabile. Nell’angoscia, donami la speranza.
Ti trovi dentro un pesce? Oggi potresti iniziare a ringraziare Dio utilizzando i verbi al passato.
Scrittura
Riguardo questo Piano
I cristiani perseguitati possono insegnarci qualcosa sulla preghiera? In questo piano di lettura, tratto dal libro “La pazzia del sacrificio” pubblicato da Porte Aperte/Open Doors, troverai la risposta. Sei disposto ad accettare di unirti a Dio nel compiere la Sua opera? Si tratta di un viaggio, un’esplorazione che ti condurrà a un bivio, a una scelta che esigerà un sacrificio.
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Vorremmo ringraziare Porte Aperte/Open Doors per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: https://www.porteaperteitalia.org/