Immune alla Paura - Parte 4Campione

La formica e l'elefante

I figli di Dio dovrebbero essere coraggiosi. Guardiamo ad esempio i genitori di Mosè:

“Per fede Mosè, quando nacque, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello, e non ebbero paura dell’editto del re”. (Ebrei 11:23). 

Pensiamo solo a ciò che ha comportato. Lo stato egiziano, con il faraone a capo, aveva dichiarato illegale la custodia di un neonato maschio ebreo. Per legge questi bambini dovevano essere uccisi alla nascita. Il panico e l'orrore degli ebrei dovevano essere palpabili mentre i soldati si muovevano per la città per eseguire quest’ordine omicida. Quanto terrore e dolore dovevano esserci!

Poi nacque Mosè. I suoi genitori guardavano il loro adorabile figlio e sapevano che non potevano e non avrebbero mai permesso che venisse ucciso. Decisero di sfidare la legge e nascosero il bambino. “Per fede … non ebbero paura”. C’erano gli ufficiali della legge e si sentirono i loro passi fermarsi alla loro porta, cercando la vita del bambino! Chi non sarebbe stato scosso nei loro panni, se uomini armati fossero in attesa, pronti a uccidere il proprio bambino? Eppure “non ebbero paura”. Perché no? Erano disumani, insensibili? No, erano genitori molto bravi. C'era solo una ragione per cui non tremavano o si lasciavano prendere dal panico: avevano fede nell'Iddio Onnipotente! È vero, la situazione era impossibile. La loro fede sembrava sempliciotta e folle. Tuttavia, la situazione era esattamente come piace a Dio: “Poiché nulla è impossibile a Dio” (Luca 1:37, DO885). 

Quando le cose sono impossibili, la fede è la risposta. La fede non è solo per il possibile: questa non è affatto fede. La risorsa più potente dell'universo è il braccio di Dio. Alcuni riescono a credere a Dio solo quando si tratta di qualcosa di “ragionevole”, qualcosa che può essere gestito. Ma Paolo ha scritto: “noi… non mettiamo la nostra fiducia nella carne” (Filippesi 3:3), cioè nei nostri schemi.

Amo illustrare la fede in un grande Dio attraverso la graziosa storia africana dell'elefante e della formica. Un elefante attraversò un ponte traballante e una piccola formica sedeva sull'elefante, proprio dietro l'orecchio dell'enorme animale. Mentre attraversavano il ponte, esso tremò e quando furono al sicuro dall'altra parte, la formica disse all'elefante: “Parola mia! Noi due abbiamo fatto traballare quel ponte, non è vero?”. Questa è la relazione che abbiamo con Dio quando riposiamo in Lui. Lui ci porta!

“Mai si era udito, mai orecchio aveva sentito dire, mai occhio aveva visto che un altro dio, all'infuori di te, agisse in favore di chi spera in lui”. (Isaia 46:4). 

Dio fa traballare il ponte. Mette il Suo peso dietro di noi e dalla nostra parte. Costruisce la tua casa, la tua chiesa e i tuoi affari. Ti guarisce; Ti guida; Ti protegge; Ti trasporta! Il Signore ti conduce sempre in trionfo! In Lui l'impossibile diventa possibile. Alleluia!