La Bibbia in un anno 2024Campione

Venga il tuo regno
La Regina Elisabetta II ha governato il Regno Unito per settant'anni. È stata la monarca britannica più longeva. Ogni anno, il giorno di Natale, era solita dedicare un messaggio alla nazione. Il 25 dicembre 2020 ha detto: "La luce porta speranza. Gesù è la luce del mondo. Le parole di Gesù sono state la mia luce interiore. Lasciamo che la luce del Natale ci guidi nei tempi che verranno". In un recente messaggio ha aggiunto: "Alla sua nascita, solo poche persone hanno riconosciuto Gesù. Ora miliardi di persone lo seguono. Il messaggio di Gesù non è mai fuori moda ed è oggi più necessario che mai". Negli anni passati, ha anche detto: "Miliardi di persone oggi seguono l'insegnamento di Gesù e trovano in lui la luce che guida la loro vita. Io sono una di loro". La Regina Elisabetta si riferiva ad un altro regno, il regno che Gesù è venuto a stabilire e che di nuovo verrà. Gesù ci ha insegnato a pregare: "Venga il tuo *regno*" (Matteo 6,10). Il regno è lo spazio di influenza di Dio, dove lui regna e governa.Salmi 10,12-18
Pregare per la trasformazione della società
"Il Signore è re in eterno, per sempre" (v.16). Dio è il signore dell'intero universo, è lui che ne ha il pieno controllo. Nel brano si invoca l'aiuto del Signore: "Sorgi, Signore, alza la tua mano" (v.33a, MSG) e si prega che il suo regno possa venire. Quando questo accadrà, “l'uomo fatto di terra” non spargerà più "terrore" (v.39b, MSG).
Il salmista prega in particolare per alcune categorie di persone:
- gli indifesi
- gli afflitti
- quelli che sono nel lutto
- le vittime
- gli orfani
- i senza tetto
- gli oppressi
Se desideri che il regno di Dio si realizzi su questa terra e che la società cambi e si trasformi, inizia da queste persone. Preoccupati di loro e prenditene cura.
Signore, grazie perché sei il mio re. Oggi voglio innalzare a te coloro che sono nel bisogno. Venga il tuo regno.
Matteo 13,18-35
Continuare a parlare di Gesù
Hai mai parlato di Gesù o del vangelo a qualcuno? Lo sapevi che parlare di Gesù o del vangelo è come deporre un piccolo seme nel cuore delle persone? A volte il seme mette radici, a volte no. La parabola del seminatore dice che non tutti i semi portano frutto. Alcuni non metteranno mai radici (v.19). Altri produrranno soltanto risultati temporanei. Nella vita sono tante le cose che ci allontanano da Dio. A volte sono le difficoltà della vita, altre volte le "preoccupazioni del mondo”, altre ancora ”la seduzione della ricchezza" (vv.21-22).
Eppure, se lo proteggiamo e lo lasciamo crescere, questo seme può fare una grande differenza nella nostra vita e in quella degli altri: "Questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno" (v.23).
Quando penso alle persone che hanno partecipato ad Alpha cinque, dieci o quindici anni fa, è emozionante vedere l'eredità che hanno lasciato. Alcuni hanno addirittura iniziato opere di bene di respiro globale.
Gesù ha parlato molte volte del regno dei cieli e lo ha fatto attraverso parabole (Come era consuetudine nella pratica ebraica, Matteo usa la parola "cieli" anziché "Dio").
Il regno è "adesso" e "non ancora". La parabola della zizzania offre un’immagine sul futuro del regno. Ora grano e zizzania crescono insieme. Un giorno ci sarà un raccolto e con il raccolto un giudizio. Quando Gesù tornerà, il regno dei cieli si rivelerà in tutta la sua pienezza (vv.24-30).
Gesù prosegue poi con una seconda parabola: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami" (vv.31-32).
L'immagine degli uccelli sui rami compare diverse volte nell'Antico Testamento e rappresenta i popoli di tutte le nazioni che diventano parte della famiglia di Dio (vedi Ezechiele 17,22-24; 31,3-14; Daniele 4,9-23). Gesù ci ricorda che il regno dei cieli non è riservato ad una sola nazione, ma a tutti i popoli del mondo.
Ci sono modi diversi di seminare. Ad esempio, i componenti di un piccolo gruppo parlano ad altri della loro esperienza, altri si aggiungono e nasce un nuovo piccolo gruppo (Matteo 13,32). Oppure, un gruppo di una chiesa inizia una missione in un nuovo territorio dando vita ad una nuova chiesa locale (un tipo di missione, questa, nota come church planting). Quello che si semina è spesso qualcosa di piccolo, come un seme di senape. E quando è seminato in un buon terreno del campo, esso cresce (vv.31-32).
Penso ad alcune nuove chiese che sono nate dalla nostra esperienza ed al grande impatto positivo che stanno avendo nella regione in cui sono: "Gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami" (v.32). Il regno dei cieli cresce in modo sempre imprevedibile, a volte con persone che non ti aspetteresti, come lo erano i gentili per il popolo ebraico. In tutto il mondo, il church planting, cioè il far nascere nuove chiese, sta avendo un’enorme influenza. Peter Wagner, un esperto di church planting, ha detto: "Il church planting è la forma di evangelizzazione più efficace conosciuta su questa terra".
Gesù continua a parlare del regno dei cieli paragonandolo al “lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina” (v.33). Per questo non dovremmo mai smettere di essere come il lievito. La nostra presenza e ciò che facciamo può avere un’enorme influenza nella nostra casa, famiglia, scuola, università, fabbrica o ufficio. È così che la società cambia e si trasforma.
Signore, aiutami a diffondere quanti più semi possibili nel mondo, portando a tutti la buona notizia di Gesù. Il tuo regno si realizzi nella mia città, nazione e in tutto il mondo.
Genesi 36,1-37,36
Prostrarsi davanti al Re dei re
Con il brano di oggi inizia la storia di Giuseppe. Giuseppe è uno dei figli di Israele, quello che Israele ama di più (37,3). I suoi fratelli sono gelosi di lui. Giuseppe è inoltre famoso per i suoi sogni. In uno di questi vede uno dei suoi fratelli prostrarsi davanti a lui (vv.7-9).
A volte Dio ci parla attraverso i sogni e così fa anche con Giuseppe (vv.5-9). Attraverso i sogni, Giuseppe conosce il suo futuro e ciò che Dio avrebbe fatto con la sua vita.
Tuttavia, sbandierare ai quattro venti i propri sogni e progetti non è saggio. Giuseppe ha 17 anni (v.2), è inesperto. Commette l'errore di rivelare i suoi sogni a tutti, suscitando così ancora più odio (vv.5-8) e invidia (v.11) tra i fratelli. Questi gli chiedono: "Vuoi forse regnare su di noi o ci vuoi dominare?" (v.8a) Non riescono a sopportare l'idea che Giuseppe sogni di diventare loro re.
In un secondo sogno, Giuseppe vede tutti i suoi fratelli prostrarsi davanti a lui (v.9). Suo padre, saggiamente, osserva e valuta in silenzio (v.11, AMP). Se non sai come interpretare un sogno o una visione che ritieni possa essere ispirata da Dio, la cosa più saggia da fare è ponderare tutto nel tuo cuore (vedi Luca 2,19).
Ma Giuseppe non fa esattamente così. Di nuovo, imprudentemente, racconta tutto ai suoi fratelli e questi si arrabbiano (Genesi 37,11) a tal punto da decidere di ucciderlo (v.18). Viene così venduto ai madianiti che a loro volta lo rivendono a Potifar, un ufficiale del faraone in Egitto, capitano delle guardie (v.36). Giuseppe passa così sotto un nuovo re, il re d'Egitto.
La sua ingenuità nel rivelare i propri sogni ai fratelli costano a Giuseppe anni di difficoltà e afflizioni. Ma in queste afflizioni, Dio è presente, rafforza il suo carattere e lo prepara al compito della sua vita.
L'immagine di regalità che incontriamo nell'Antico Testamento è anticipazione della regalità di Dio che troviamo nel Nuovo Testamento. Nel brano di oggi incontriamo una schiera di governanti umani: dai re e capi di Edom (36,31-43) ai faraoni d'Egitto (37,36). Ma scopriamo anche che Dio è superiore a tutti i governanti terreni.
Nella storia di Giuseppe, troviamo un insieme di colpi di scena apparentemente bizzarri e casuali, ma che in realtà rivelano la presenza e guida di Dio (come nei sogni di Giuseppe), perché tutto contribuisce ad attuare i suoi progetti (50,20).
Giuseppe è un'immagine di Cristo: la sua vita è un'anticipazione della vita di Gesù. Ma a differenza di Giuseppe, Gesù conosceva bene il progetto che Dio aveva attraverso di lui.
In questo passaggio, hanno inoltre inizio delle similitudini tra Giuseppe e Gesù. Le persone si prostrano ai piedi di Giuseppe (37,7-9), anticipazione di quando ogni ginocchio si piegherà davanti al Signore Gesù, nei cieli, sulla terra e sotto terra (Filippesi 2,10; Apocalisse 19,4-6).
Quando riconosciamo la regalità di Gesù, ci prostriamo ai suoi piedi e ne facciamo re assoluto della nostra vita, tutto cambia. E tutto ciò di umano che ci spaventa o preoccupa, come ad esempio un insegnante difficile, un capo ufficio terribile, un governo opprimente, ci appare più leggero e ridimensionato.
Signore Gesù Cristo, Re dei re, grazie perché mi dai la possibilità di seguirti e di avere te come mio re. Oggi desidero inchinarmi davanti a te e riconoscerti come mio Signore. Venga il tuo regno.
Pippa Adds
Genesi 36,1-37,36
A Giacobbe farebbe bene la lettura del libro The Parenting Book di Nicky e Sila Lee. Se fai preferenze tra i tuoi figli, è chiaro che prima o poi avrai dei problemi. Ma Dio non si ferma ai nostri errori. A volte, sono proprio i nostri errori che ci insegnano di più e ci aiutano a raggiungere i traguardi più grandi.
References
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