Il Testo Indomabile: Quando La Parola Sfida Il Nostro MondoCampione

Il disagio dell'onestà - Quando il testo resiste
Il momento arriva sempre senza preavviso.
Stai leggendo con tranquillità, forse anche con quella sottile soddisfazione di chi adempie al proprio dovere spirituale. Le parole scorrono familiari sulla pagina, confortanti come una melodia già sentita mille volte. E poi, improvvisamente, ti imbatti in quella frase.
Quel versetto. Quel passaggio che si pianta davanti ai tuoi occhi come un muro di mattoni.
Non è quello che ti aspettavi di trovare. Non è quello che speravi di leggere. Non è quello che la tua mente moderna, educata, progressista, compassionevole vorrebbe che ci fosse scritto.
E in quell'istante di cortocircuito cognitivo, senti qualcosa che raramente ammettiamo: il desiderio urgente, quasi fisico, di fuggire dalla pagina.
Giona lo conosce bene, questo istinto.
"Va' a Ninive," gli dice Dio. E Giona non discute, non argomenta, non cerca un compromesso teologico. Semplicemente si alza e cammina nella direzione opposta. Verso Tarsis. Lontano da quella voce che chiede qualcosa che lui non vuole dare.
La sua fuga non è codardia intellettuale. È onestà viscerale. È il riconoscimento crudo che alcune parole divine sono troppo affilate per essere maneggiate senza sanguinare.
Anche tu hai le tue Ninive.
Quei passaggi biblici che preferiresti non esistessero. Quei comandamenti che vorresti fossero meno chiari. Quelle verità che si scontrano frontalmente con ciò che il tuo cuore, la tua cultura, la tua epoca considerano giusto, bello, accettabile.
Forse sono le parole di Gesù sul divorzio che ti raggelano il sangue mentre pensi al tuo matrimonio fallito, a quella separazione che ti ha salvato la vita, a quella libertà ritrovata che ora sembra condannata dalle labbra stesse del Salvatore.
Forse sono i Salmi imprecatori che chiedono vendetta sui nemici, e tu che hai passato anni a imparare il perdono, a praticare la non-violenza, a credere in un Dio che ama anche i tuoi persecutori.
Forse sono le parole di Paolo sulla sottomissione che risuonano come echi di relazioni tossiche da cui sei fuggito, di voci autoritarie che hanno schiacciato la tua dignità, di sistemi di potere che hai imparato a riconoscere e resistere.
Forse sono le durissime parole di Gesù sui ricchi, e tu che hai lavorato onestamente per costruire qualcosa per la tua famiglia, che hai donato generosamente, che non ti senti un oppressore, ma ora temi di essere condannato dalla tua stessa prosperità.
E cosa fai?
Se sei onesto — e l'onestà qui è tutto — la prima reazione è sempre la stessa: cerchi la via di fuga. Come Giona verso Tarsis.
Ma questa fuga non è solo geografica. È ermeneutica. È interpretativa. È il disperato tentativo di costruire ponti tra quello che il testo dice e quello che il tuo cuore può sopportare di sentire.
"Sicuramente c'è una spiegazione."
"Dev'essere una questione di contesto storico."
"Era normale a quei tempi, ma ora è diverso."
"Gesù parlava a una cultura specifica."
"Paolo non aveva la nostra comprensione moderna."
E queste non sono necessariamente bugie. Spesso contengono verità importanti. Il contesto storico conta. La cultura biblica era diversa. I generi letterari vanno compresi.
Ma c'è qualcosa di sottilmente inquietante nel modo in cui queste spiegazioni arrivano sempre — sempre — proprio quando ne abbiamo più bisogno emotivamente. Quasi come se il nostro disagio fosse l'innesco che attiva la nostra creatività ermeneutica.
È qui che inizia la vertigine.
Perché se possiamo reinterpretare questo passaggio attraverso il contesto culturale, cosa ci impedisce di reinterpretare qualsiasi passaggio quando diventa scomodo? Se il metodo funziona per i versetti che ci disturbano oggi, funzionerà anche per quelli che potrebbero disturbare le generazioni future?
Le parole sulla giustizia sociale sono forse eternamente valide mentre quelle sulla moralità personale sono culturalmente condizionate? I comandamenti sull'amore per i poveri trascendono il tempo mentre quelli sui rapporti interpersonali sono obsoleti?
Chi decide? E in base a cosa?
È qui che senti il terreno franare sotto i piedi. Perché se la tua risposta onesta è "decido io, in base a quello che sento giusto nel mio cuore contemporaneo", allora hai appena fatto qualcosa di radicale: hai invertito l'autorità.
Non è più il testo che giudica te. Sei tu che giudichi il testo.
Non è più la Parola che plasma la tua coscienza. È la tua coscienza che plasma la Parola.
Non è più Dio che parla attraverso la Scrittura per formarti. Sei tu che parli attraverso la Scrittura per confermare te stesso.
E questo — questo rovesciamento così sottile da essere quasi impercettibile — è il cuore di ogni idolatria intellettuale.
L'autore di Ebrei non usa mezzi termini nel descrivere la Parola di Dio. Non è un caleidoscopio interpretativo che cambia forma a seconda di come lo giri. È una spada. A doppio taglio. Più affilata di qualsiasi lama forgiata dall'uomo.
E le spade, per loro natura, non negoziano.
Non chiedono il permesso prima di penetrare. Non si scusano per la loro affilatezza. Non si ammorbidiscono per aderire alle nostre sensibilità. Non cambiano forma per evitare di ferire. Semplicemente tagliano.
"Essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore."
Fermati qui. Rileggi questa frase. Lascia che si depositi nelle profondità della tua coscienza.
Non siamo noi a giudicare il testo. È il testo che giudica noi.
Non siamo noi l'autorità che determina cosa è accettabile nella Scrittura. È la Scrittura l'autorità che determina cosa è accettabile in noi.
Non siamo noi a decidere quali parti della Bibbia sono valide e quali sono superate. È la Bibbia a decidere quali parti di noi sono autentiche e quali sono costruzioni difensive.
Questo rovesciamento di prospettiva è il cuore di ogni autentico incontro con la Parola di Dio. Ed è anche la cosa più terrificante che un essere umano moderno possa sperimentare.
Perché significa rinunciare al controllo interpretativo. Significa accettare di essere messi in discussione dalle pagine che leggiamo invece di metterle in discussione noi. Significa permettere che la nostra agenda venga interrotta dalla voce di Qualcuno che non consulta mai i nostri calendari prima di parlare.
C'è un momento, nella vita di ogni lettore onesto della Bibbia, in cui realizzi che non stai solo leggendo un libro. Il libro sta leggendo te. Non stai solo interpretando il testo. Il testo sta interpretando — sta giudicando, sta valutando, sta penetrando — la verità più nascosta del tuo cuore.
E quando accade questo — quando senti realmente il peso di quello sguardo che viene dalle pagine — la tentazione di fuggire diventa quasi irresistibile.
Come Giona. Verso Tarsis. Lontano da quella voce che chiede qualcosa che il tuo io contemporaneo, educato, progressista, illuminato non è sicuro di poter dare.
Ma ecco la verità che Giona imparò nel modo più drammatico possibile:
Non si può fuggire per sempre da una voce che ti raggiunge anche nel ventre di una balena.
La Parola di Dio non è un libro che puoi chiudere quando ti disturba. Non è un oggetto che puoi manipolare quando ti sfida. Non è uno strumento che puoi usare quando ti serve e ignorare quando ti costa.
È una voce vivente. Indomabile. Pericolosamente viva. Che ti insegue attraverso ogni Tarsis della tua esistenza — ogni razionalizzazione, ogni giustificazione, ogni sofisticata costruzione ermeneutica.
E prima o poi, in un modo o nell'altro, ti raggiungerà.
La domanda non è se quella voce arriverà a te.
La domanda è se, quando arriverà, avrai ancora l'onestà di riconoscerla e il coraggio di ascoltarla anche quando — specialmente quando — dice qualcosa che il tuo cuore contemporaneo non vuole sentire.
Scrittura
Riguardo questo Piano

Il Testo Indomabile è un viaggio di 10 giorni attraverso la tensione più profonda della vita spirituale: l'incontro tra la tua volontà e parole divine che sfidano tutto quello in cui credi. Scoprirai cosa accade quando smetti di cercare di addomesticare la Scrittura e permetti alla Scrittura di trasformare te. Dal disagio con i testi "scomodi" alla scoperta che il disagio può essere sacro. Dalla necessità di controllare ogni interpretazione alla libertà di fidarsi anche senza capire tutto. Dal giudicare la Parola di Dio al permettere alla Parola di Dio di giudicare te.
More
Vorremmo ringraziare Giovanni Vitale per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.assembleedidio.org