Dio Non Mi Ha Guarito!Campione

Di cosa hai bisogno veramente?

Fin quando ci ritroviamo a parlare dei mali di “qualcun altro”, abbiamo sempre le parole adatte da dire, ma quando è a noi che dovremmo ripetere le stesse belle parole, qualcosa cambia. Si innesca un meccanismo che non siamo mai riusciti ad osservare in quel “qualcun altro” che abbiamo avuto l’occasione di confortare in precedenza. La paura, la solitudine, il dolore, non solo fisico ma anche psicologico, prendono il sopravvento e tutte le certezze che avevi, cominciano a sgretolarsi col passare dei giorni.

Perché Dio non mi ha guarito, ma soprattutto da cosa doveva guarirmi? Era davvero necessario questo miracolo? Forse troverai queste domande alquanto banali, quasi come se nascondessero la mia poca fede e la mia scarsa fiducia nel Suo operato. Di sicuro, quando ti ritrovi a dover affrontare certe situazioni complicate, hai tante domande che ti passano per la testa e si, sono banali, e ti dirò di più, in quei momenti hanno rappresentato anche tutta la mia debolezza nei confronti di Colui che mi aveva già liberato dal male più grande di tutti, il peccato.

Siamo abituati a considerare il concetto di “miracolo” solo attraverso la sua forma più palese e pratica, dimenticando che la “guarigione” divina da una malattia è solo un aspetto esteriore di un “miracolo” che accade nell’anima. Ci possono essere varie forme di “miracoli”, così come ci sono diverse situazioni insostenibili da affrontare, e la guarigione è solo una parte di un intervento sovrannaturale e divino nella nostra vita.

Leggendo il brano riportato nei Vangeli ci ritroviamo davanti ad una situazione del genere. Dopo tutta la fatica fatta dagli amici di quel povero paralitico, per portarlo davanti a Gesù per essere guarito, Gesù gli dice che “i suoi peccati gli sono stati perdonati”. Ovviamente, questa Sua affermazione, di per sé già miracolosa, suscita ira e contese nei presenti, soprattutto tra i religiosi dell’epoca, che non aspettavano altro per poter accusare Gesù di bestemmia.

Continuando nella lettura notiamo che Gesù mette in chiaro una cosa importante, che molto probabilmente era sfuggita ai religiosi del tempo, e forse anche a noi oggi, ossia che il miracolo più grande, che è anche lo scopo principale della Sua venuta nel mondo, è la guarigione dell’anima.

Indubbiamente, quando mi hanno dato il primo esito medico ufficiale della mia malattia, sono tornato a casa ed ho chiesto a Dio in preghiera di guarirmi, inserendo in quella preghiera tutte le motivazioni che ritenevo idonee a giustificare quel miracolo che Dio doveva assolutamente fare. I miei quattro figli ancora troppo piccoli, mia moglie, gli impegni secolari, i molteplici impegni nella Sua opera e tutto quello che mi poté venire in mente.

Ma, alla fine di quella unica e sola preghiera per la mia guarigione, senza esitare un attimo e spontaneamente, Gli dissi che qualsiasi cosa sarebbe accaduta da quel momento in poi, la mia vita sarebbe continuata a rimanere nelle Sue mani, ed io ne sarei uscito vittorioso in entrambi i casi. Morto, ma in anticipo nel cielo alla Sua presenza, oppure ancora vivo, continuando a servirLo con tutto me stesso.

Alzatomi, mi resi conto che tutto quello di cui avevo bisogno realmente in quel momento, era di stare alla Sua presenza e di concretizzare ancora una volta il più grande miracolo che Egli aveva già fatto nella mia vita, la Grazia. Ero e sono ancora un figlio di Dio, e accada quel che accada, io ho vinto la battaglia più importante, perché Gesù ha vinto sulla croce.

Dio può guarire anche oggi, ma cogli l’opportunità che la malattia ti offre, per poter raccontare agli altri le grandi cose che Egli ha fatto e che farà ancora nella tua vita.