Un uomo che ricercò la gloria di Dio

Mosè fu testimone di prodigi straordinari. Vide il pruno ardente, le piaghe d’Egitto, la liberazione del popolo, l’apertura del Mar Rosso. Due volte, per 40 giorni, salì sul monte e stette alla presenza di Dio, mentre Egli scriveva con il Suo dito le tavole della legge. Mosè vide la manna, vide l’acqua sgorgare dalla roccia, udì la voce di Dio. Eppure, ad un certo punto, chiese di vedere la Sua gloria.

Ci si potrebbe chiedere: Ma Mosè, che altro vuoi vedere? Chi ha mai visto quello che hai visto tu?

Eppure, la sua richiesta non fu un atto di incredulità, ma un desiderio profondo, una fame spirituale. Mosè non si accontentava dei segni: voleva vedere Dio stesso, voleva conoscerlo in pienezza.

E Dio non lo rimprovera. Gli risponde:
“Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà… farò grazia a chi vorrò fare grazia… Mi vedrai da dietro, ma il mio volto non si può vedere”. Esodo 33:19, 23 NR06.

In questo passo, la gloria di Dio si manifesta nella Sua bontà.

La gloria non è solo potenza, non è solo miracolo, non è solo fuoco sul monte o mare diviso: è la Sua natura, e quella natura è buona, piena di misericordia e grazia.

Dio mette Mosè nella fenditura della roccia e lo copre con la Sua mano.

Oggi sappiamo che Cristo è quella roccia. In Lui siamo nascosti, e possiamo contemplare la gloria di Dio senza esserne consumati. Perché la gloria che Mosè vide solo di spalle, noi la vediamo nel volto di Gesù Cristo.

Il Dio invisibile si è fatto visibile nel volto di Cristo.

In quel volto brilla la BONTÀ ETERNA di Dio.

Mosè vide la gloria di spalle, ma noi vediamo faccia a faccia, come in uno specchio.
Lo specchio non riflette solo un volto, ma riflette la trasformazione che avviene in noi mentre contempliamo quella gloria. Non smettiamo mai di contemplare Cristo.

Come dice un inno famoso:"Volgi lo sguardo a Cristo, contempla la Sua beltà, e le cose quaggiù non le stimerai più, alla luce di tal santità."