L’Avvento (Giorni 15-22): Spera in Dio fino a quando spunti il giorno e le ombre fuggano.Campione
Isaia 56:9-57:13
Dio rimprovera gli empi (B)
Oggi è la terza domenica dell’Avvento, che ci invita a sperare in Dio fino a quando spunti il giorno e le ombre fuggano.
La nostra lettura di oggi descrive i mali diffusi ai tempi tenebrosi dell’esilio di Israele. Il popolo che avrebbe dovuto essere più giudizioso è, invece, sempre propenso a dimenticare il suo Dio.
Consideriamo Isaia 57:11a.
“Di chi dunque hai timore? Di chi hai paura per rinnegarmi così, per non ricordarti più di me, per non dartene più pensiero?”
Gli Israeliti si erano dimostrati dei ribelli che preferivano il buio alla luce e Dio si adirò contro di loro. Messo di fronte, giorno e notte, ai loro indicibili peccati, Egli chiese a Sé stesso: Ma, come posso attenuare il giudizio di colpevolezza!? (versetto 57:6).
Il brano inizia con l’invito di Dio, rivolto alle belve selvatiche, il leone e l’orso che erano nei campi: Venite a divorare questo popolo sprovveduto e senza intelligenza, che dorme quando deve stare attento. Il popolo chiamava bene il male e male il bene; cambiava le tenebre in luce e la luce in tenebre; mutava l’amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a loro! (Isaia 5:20) Rendevano loro stessi preda dei malfattori, e il testo ne spiega la ragione: “Ognuno mirava al proprio interesse, dal primo all’ultimo” (versetto 56:11). Gli uomini buoni morivano, i giusti subivano il male, la società decadeva e la speranza si estinse.
I versetti dal 3 al 10 chiariscono che la “cellula cancerosa” che proliferava in Israele era l’idolatria, raffigurata come un atto di tradimento. Gli idolatri se la ridevano, pensando di sbeffeggiare il Signore degli eserciti celesti. Come già detto prima, questi ribelli erano “senza intelligenza”, marchiati a fuoco nella propria coscienza (1 Timoteo 4:2). il versetto 57:5 racconta persino il sacrificio dei loro figli agli dèi stranieri. Superavano ogni limite e se ne compiacevano.
Il Signore li definì «progenie della menzogna», cioè figli del padre della menzogna (versetto 57:4 e Giovanni 8:44), il che rammenta Genesi 3:15. Ecco come si erano ridotti! Costoro erano, secondo la carne, «progenie della donna», cioè figli della promessa del Signore: sarebbe venuto nel mondo un Salvatore che, pur essendo ferito al calcagno, avrebbe schiacciato il capo del gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo (Apocalisse 12:9). Loro scelsero la seduzione del mondo piuttosto che il Signore, Colui che li amava.
Il brano si conclude con lo sfogo di Dio, che mira a ricordare al popolo che le loro scelte avranno conseguenze non volute. Chi semina vento, raccoglierà tempesta (Osea 8:7). Dunque, riceviamo delle esortazioni tratte da 1 Tessalonicesi 5:21-22 e Romani 14:22b. “Esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male ... Beato colui che non condanna sé stesso in quello che approva”.
Scrittura
Riguardo questo Piano
Questa serie segue la stagione dell’Avvento che conta i giorni che mancano al Natale e ci insegna a sperare nel Signore, persino in tempi tenebrosi e pieni d’angoscia. In questa terza parte dello studio, che copre i giorni 15-22, rifletteremo su Isaia 56-66, i cui temi sono: “Il portavoce di Dio” e “Chi è il servo fedele?”.
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Vorremmo ringraziare Insieme (Chiesa cristiana evangelica di Caselle Torinese) per aver fornito questo piano. Per maggiori informazioni per favore visita: https://www.insiemecaselle.it/