La Bibbia in un anno 2024Campione

Affrontare le tempeste della vita
Il 31 luglio 2003, Bear Grylls, avventuriero e autore televisivo, iniziò la sua traversata dell'Oceano Atlantico settentrionale a bordo di un gommone. Lui ed altri quattro compagni di avventura partirono da Halifax, in Nuova Scozia, con l’obiettivo di raggiungere John O' Groats, in Scozia. Pochi giorni dopo le cose si fecero difficili. Una grande tempesta li travolse con onde alte oltre i 30 metri. Persero il contatto satellitare e temettero di perdere la vita. Fortunatamente riuscirono a salvarsi e oggi possono raccontare la loro storia *(vedi *[Facing the Frozen Ocean](https://www.amazon.co.uk/Facing-Frozen-Ocean-Treacherous-Atlantic/dp/0330427075/ref=sr_1_1?dchild=1&keywords=Facing+the+Frozen+Ocean&qid=1607859330&s=books&sr=1-1)* di Bear Grylls).* Ovviamente, non a tutti capita di affrontare tempeste simili. Ma Gesù ci dice che prima o poi tutti saremo chiamati ad affrontare tempeste che renderanno la nostra vita difficile (Matteo 7,25-27). Per alcuni le tempeste saranno molte e di vario tipo. Anche Abramo, Davide e i discepoli di Gesù hanno affrontato tempeste nella loro vita. La domanda è: cosa possiamo imparare dal loro esempio oggi?Salmi 7,11-18
Tenere in mano lo scudo della fede
In mezzo alle tempeste della vita, spesso non sappiamo cosa fare, come difenderci. Davide dice: "Il mio scudo è in Dio… Renderò grazie al Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l'Altissimo" (vv.11.18).
Spesso tendiamo a cedere alle tentazioni e ad assecondarle. Ma Davide, oggi, ci avverte: "Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia, è gravido di cattiveria, partorisce menzogna" (v.15) e "Egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto" (v.16). Paragona queste tentazioni ad un pozzo profondo che noi stessi scaviamo e in cui noi stessi possiamo cadere (v.16).
Per non cadere in queste tentazioni, l'apostolo Paolo ci suggerisce come spegnere “le frecce infuocate del Maligno” (Efesini 6,16): attraverso lo "scudo della fede". Ci ricorda che questo scudo è "Dio giusto" (Salmi 7,10), la migliore protezione che possiamo avere contro gli attacchi del maligno.
Signore, grazie perché anch'io oggi posso dire: "La mia difesa è nel Signore".
Matteo 8,23-9,13
Fidarsi di Gesù il salvatore
Spesso le tempeste arrivano quando meno te le aspetti. Gesù si trova su una barca con i suoi discepoli e dorme. Ad un certo punto: "Avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde" (8,24).
Nel Mare di Galilea le tempeste improvvise non erano certo una novità. Molto probabilmente i discepoli ne avevano già affrontate un bel po’ in passato con onde alte anche sei metri. Ma questa era diversa, particolarmente furiosa. I discepoli infatti svegliano Gesù e dicono: "Salvaci, Signore, siamo perduti!" (v.25)
Nelle tempeste della vita è naturale essere tentati di cedere al panico (per me è così). A volte abbiamo l'impressione che Gesù stia dormendo (v.24) e che non possa fare nulla per aiutarci e risolvere i nostri problemi. La bella notizia è che anche noi come i discepoli possiamo gridare: "Salvaci, Signore" (v.25).
Reagire con paura e dubbio nelle tempeste è normale, ma Gesù ci dice di avere fiducia ("Gente di poca fede", v.26a) e di non avere paura ("Perché avete paura?", v.26a). Gesù è in grado di calmare ogni tempesta ed è quello che ha fatto. Anche nelle tempeste più difficili, come in una pandemia globale, ciò che dobbiamo fare è scegliere la fede e non la paura (vedi Choose Faith over Fear).
Dopo aver dimostrato di poter controllare gli eventi atmosferici ("Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?", v.27), Gesù procede e dimostra la sua autorità anche sulle potenze del male. Nel liberare due indemoniati (vv.28-34), dimostra a tutti che le persone sono più importanti delle cose e di ciò che si possiede (v.34).
Gesù afferma inoltre che il perdono dei peccati è più importante della guarigione. Non che la guarigione non sia importante. Guarisce infatti il paralitico, dimostrando così la sua potenza anche sulla malattia e l’infermità (9,1-2): "Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini" (v.8).
A volte, tra una tempesta ed un’altra, viviamo un tempo di quiete. Il brano di oggi termina proprio così. Gesù chiama Matteo a seguirlo ed è invitato a cenare a casa sua.
Nel vedere Gesù mangiare “insieme ai pubblicani e ai peccatori" (v.11), i farisei si scandalizzano e ai discepoli dicono: "Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?" (v.11)
Ma Gesù, sentendoli, risponde: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori" (vv.12-13).
Alle persone che non se lo meritano, Gesù risponde con bontà e perdono: questa è la misericordia di Dio. E anche noi oggi, se lo desideriamo, possiamo riceverla da Dio e a nostra volta essere misericordiosi con gli altri.
Signore, grazie perché in tutte le tempeste della vita anch’io posso gridare: "Signore, salvaci". Aiutami a fidarmi di te e a non avere paura.
Genesi 21,1-23,20
Ringraziare Dio per i suoi doni
Nella sua vita, Abramo ha affrontato diverse difficoltà. Il brano di oggi è pieno di sfide, ma inizia con un momento di quiete tra le tempeste: "Il Signore visitò Sara… e fece a Sara come aveva promesso" (21,1). Anche noi a volte, come Abramo e Sara, siamo chiamati ad un periodo di attesa, spesso molto lungo. Ma alla fine la promessa di Dio si compie. Durante questi periodi di attesa, non dobbiamo smettere di avere fiducia in Dio.
Abramo e Sara vivono un momento di grande gioia: "Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato" (v.2). Sara esprime questa gioia così: "Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà riderà lietamente di me!" (v.6)
Ma dopo un po’ arriva la tempesta. Ismaele scherza con Isacco (v.9) e questo provoca una tempesta in famiglia (v.10) che si conclude con l’allontanamento di Agar e Ismaele (v.14). Una separazione, questa, conseguenza del peccato di Abramo nell’aver fatto di Agar la sua amante e della sua incapacità di credere che un giorno Sara avrebbe avuto un figlio.
A volte le situazioni più difficili che viviamo sono frutto delle nostre scelte. Ma Dio non ci abbandona. Si fa vicino ad Abramo (vv.12-13) offrendo la sua benedizione ad Agar e ad Ismaele (vv.17-18). La grazia di Dio opera anche nelle situazioni più peccaminose.
Più avanti nel brano troviamo Abramo di fronte alla più grande tempesta della sua vita: "Dio mise alla prova Abramo" (22,1).
Qualche volta Dio permette la prova. Personalmente, non credo che Dio abbia mai voluto che Abramo sacrificasse suo figlio Isacco. Il sacrificio dei bambini è sempre un abominio per il Signore. Penso che con quel gesto volesse verificare le priorità di Abramo.
Il Nuovo Testamento ci ricorda che questa prova avviene dopo la promessa di Dio ad Abramo riguardo ad Isacco (Ebrei 11,17-19). Una prova che riguarda sia la fede sia le priorità di Abramo.
Riguardo alla fede, Abramo dimostra di credere in Dio e alla sua promessa su Isacco, nonostante il sacrificio richiesto. Crede che Dio porterà a compimento la sua promessa nonostante il sacrificio, e che quindi riporterà in vita Isacco (v.19).
Riguardo alle priorità, Abramo dimostra di essere disposto ad obbedire a Dio a qualunque costo. La tua relazione con Dio deve diventare la priorità della tua vita, al di sopra di tutte le altre relazioni d'amore che Dio ha messo nella tua vita! L'amore di Abramo per Dio è al di sopra di qualunque altra cosa o persona: la sua forza è tutta in questo!
Ma, grazie al cielo, le cose si concludono diversamente. Dio procura il sacrificio necessario ("Dio stesso si provvederà l'agnello", Genesi 22,8). Un anticipo questo del grande sacrificio che Dio ha compiuto per noi. L’esperienza di Abramo, le sue emozioni ed il suo dolore in quel momento del sacrificio, ci offrono un’immagine di quanto sia costato a Dio il sacrificio del suo figlio unigenito Gesù, morto in croce per ognuno di noi (Giovanni 3,16).
Gesù è "l'agnello di Dio… colui che toglie il peccato del mondo!" (Giovanni 1,29). Dio ha offerto suo figlio in sacrificio per noi, per rispondere ai nostri più grandi bisogni. Abramo chiama Dio "Jehovah-jireh", "Il Signore vede" (Genesi 22,14). Riconosce che Dio è colui che dispensa la grazia.
Dio è il grande dispensatore. Quante volte nella mia vita è nella mia comunità ho sperimentato la verità di quest'affermazione! Dio mantiene le sue promesse. L’apostolo Paolo ha detto: "Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù" (Filippesi 4,19).
Il nostro compito è obbedire a Dio: "Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia" (Matteo 6,33a). La sua promessa è che da lui riceveremo risposta per i tutti i nostri bisogni: "E tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (v.33b).
Grazie e benedizioni, queste, incredibilmente grandi (Genesi 22,16-18): "Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra" (v.18, AMP).
Grazie Signore perché sei il mio scudo, il mio salvatore, colui che provvede ad ogni mia necessità. Aiutami a continuare a confidare in te e a non avere paura.
Pippa Adds
Matteo 8,24-25
Questo passaggio mi ricorda l'importanza di confidare in Gesù anche quando le cose non sembrano funzionare. Gesù ha il potere di risolvere anche le situazioni più difficili ed io, di situazioni difficili in questo momento, ne ho un bel po'.
References
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